mercoledì 4 luglio 2012

STYLE_Borsalino...chapeau!











Chapeau a un marchio che del cappello ha fatto non solo il suo simbolo, ma addirittura uno stile e uno modo di vivere e concepire l’eleganza. Tanti altri cappelli, infatti, di forma simile o semplici imitazioni vengono denominati Borsalino, alla stessa stregua di altri marchi che hanno battezzato capi d’abbigliamento. Questo a denotare come il nome stesso semplicemente pronunciato evochi un mondo di significati e rimandi, trionfo di un inesorabile confluire di cultura e ispirazioni che nelle forme di adorabili copricapi traducono il loro più sublime significato intrinseco: dici Borsalino e ti si apre una finestra su un universo di contenuti semantici ed emozionali che rimandano al bel tempo che fu, a personaggi celebri del jet set, a divi del cinema internazionale, alla Dolce Vita, insomma a un magico confluire d’immagini e spaccati della vita, intrisi di charme ed eleganza. E d’un tratto, ti trovi catapultato ai giorni nostri: inseparabile compagno in questo viaggio nel tempo lui, un Borsalino. Oggi come allora le sue caratteristiche sono intatte, esprime ancora tutto quello stile che da sempre lo contraddistingue come accessorio très chic, da portare solo se si possiede una personalità tale da poter camminare a testa alta in una strada affollata, fieri del proprio cappello e pronti per essere ammirati con meraviglia. Connotati di stile per un copricapo dal passato glorioso, portato da Humphrey Bogart, Robert Redford, Frank Sinatra e addirittura divenuto titolo di un film interpretato da Jean-Paul Belmondo.
Per un connubio moda-cinema che ancora una volta dispiega la sua forza interiore e la sua naturale tendenza alla contaminazione reciproca.
Il cappellificio Borsalino nasce nel 1857 ad Alessandria dall’idea e l’intraprendenza di Giuseppe Borsalino (1834-1900), fiero di un’esperienza pluriennale presso la Maison Berteil in Rue du Temple a Parigi. È l’inizio di una storia costellata di successi e soddisfazioni, che assumerà i contorni della leggenda. Diretto alla sua morte dal figlio Teresio (1867-1939), all’inizio del secolo conta già 1000 operai e una produzione di 750mila pezzi l’anno: uno sviluppo reso possibile dall’introduzione di quegli stessi macchinari che a Denton, Stockport e nei sobborghi di Manchester hanno rivoluzionato il mestiere dei cappellai. La qualità dei prodotti Borsalino trasforma facilmente il sogno di una piccola bottega artigiana in una vera e propria industria, che già nei primi del ‘900 capisce l’importanza delle esportazioni: decide così di aprirsi al mondo, esplorando nuovi mercati dove presentare i propri capolavori. I cappelli Borsalino divengono in tal modo dei veri e propri must have per l’epoca, indossati a Londra, Parigi e New York. Divenuta una società per azioni nel 1905, nel 1909 l’azienda vince il Grand Prix all'Exposition Universelle de Paris e nel 1911 inizia una collaborazione con Marcello Dudovich, destinata a diventare una pietra miliare nella storia del cartellonismo pubblicitario: negli anni a seguire quelle di Borsalino saranno tra le più incredibili illustrazioni pubblicitarie del tempo. Superate con non poche difficoltà le traversie della Seconda Guerra Mondiale, Borsalino risale la corrente alla conquista di nuovi successi: con una ventata di nuovi cappelli, tra cui cinquanta modelli dalle innovative e sorprendenti linee, le esportazioni aumentano, riconoscendo al cappellificio il lustro di un tempo. Gli anni ’70 rappresentano per il cappellificio il trionfo al botteghino: Borsalino è alle stelle e indossato dalle stelle. Il film "Borsalino" con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo riscuote consensi e approvazioni tali che tre anni dopo viene realizzato il sequel "Borsalino & Co." Il fascino creato dalla combinazione perfetta dei due attori francesi con l'iconico cappello, rilancia il marchio tra le nuove generazioni. Un Borsalino sarà compagno inseparabile per Humphrey Bogart, Gary Cooper, Antony Quinn, nonché Alain Delon, ma anche Robert De Niro, Al Pacino, Robert Redford e ancora Warren Beatty, Federico Fellini, Paul Newman, Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
Negli anni ’80 l’azienda viene completamente ristrutturata, sviluppandosi come produttrice d’abbigliamento. In seguito, nei primi anni ’90, Borsalino viene comprato da un gruppo d’imprenditori di Asti, che imprimono un nuovo slancio, tenendo fede alla vocazione aziendale per l’export. Nel 1997 viene acquistato lo storico cappellificio Sabino d’Oria di Lecce, specializzato nella lavorazione di cappelli in tessuto e pelle, e nasce la “Borsalino Sud”; nel 1998 l’incalzante richiesta del mercato americano e caraibico spinge l’azienda alla costituzione della “Borsalino America Inc.”; nel 2007 è la volta del mercato asiatico: per soddisfarne al meglio le esigenze, viene costituita la “Borsalino Japan”. Oggi lo storico cappellificio rappresenta una leggenda vivente: è presente nei principali mercati mondiali e nelle più prestigiose metropoli dello shopping di lusso; i suoi cappelli sono indossati da personaggi famosi e celebrities del calibro di Johnny Depp, Leonardo Di Caprio, Denzel Washington, Justin Timberlake, Kate Moss, Nicole Kidman, Naomi Campbell, John Malkovich. Col passare del tempo, Borsalino è sempre stato in grado di innovarsi mantenendo fede alla tradizione: questa magica e calibrata unione ha decretato il successo del marchio, capace di proporre negli anni uno stile d’antan in forme, tessuti e colori nuovi, o, viceversa, copricapi d’avanguardia dal retrogusto retrò. A prescindere da come si legga il fenomeno – da un futuro che strizza l’occhio al passato, o da un tempo passato che mira al futuro – all’azienda va riconosciuto il plauso d’aver saputo coniugare aspetti così contrastanti armonizzandoli e dando vita a veri e propri capolavori della e per la testa.  Insostituibile il ruolo avuto dal cinema nel sancire il successo del marchio: Borsalino ha sempre dialogato e collaborato attivamente con la settima arte, realizzando creazioni ad hoc per pellicole dal calibro hollywoodiano. Sicuramente questo fitto rapporto ha contribuito a un ringiovanimento progressivo e continuo delle cifre stilistiche del cappellificio, nel rispetto più ossequioso dell’heritage artistica e produttiva. Un rapporto tanto importante da essere celebrato nel 2011 con una mostra alla Triennale in cui sottoforma di video e fotografie sono state esposte le “presenze” più celebri di Borsalino nel cinema. Passando da Audrey Hepburn in "My fair lady" ai Blues Brothers fino ad arrivare – e come dimenticarlo – al cappellaio matto di "Alice in Wonderland", firmato da Tim Burton e interpretato da un estroso Johnny Depp inseparabile dalle sue opulente maxi tube Borsalino: un modello particolare e difficile a portarsi, che nella stagione ha conquistato il favore del pubblico tanto da andare esaurito.
Perché, come recita il motto della Maison, "In passato creammo generazioni di stile...oggi creiamo lo stile delle nuove generazioni". 

2 commenti:

  1. Che bell'articolo! Complimenti!
    Borsalino è unico e indossarlo è un'esperienza unica. Ne avevo 3 quando ero più giovane e vedo che ultimamente sta tornando alla ribalta...meritamente...perché di roba di quella qualità se ne vede poca in giroe ve lo dice una che di qualità se ne intende!
    Ho visto anche il loro sito www.borsalino.com in cui c'è tutta la collezione e ce ne sono alcuni davvero favolosi!

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    1. Grazie Fabrizia!
      Sono contenta che ti sia piaciuto l'articolo!! Condivido....Borsalino è unico. Anch'io adoro i cappelli e ogni volta che indossi un Borsalino è una cosa diversa dal semplice cappello...è un insieme di valori che si spingono oltre la semplice apparenza estetica. E il fatto che ancora oggi sia sulla breccia come anni fa, lo dimostra. Ultimamente hanno rifatto il sito con molti contenuti editoriali, che vanno dalle informazioni più generali alle collezioni a curiosità legate alla storia del cappello.
      Plauso al tanto adorato Made in Italy!

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