L’incontro tra Aldo Fallai e Giorgio Armani risale al 1975: due estri
creativi di diversa estrazione e attivi in campi così differenti, ma così
uguali, come la fotografia e la moda, sempre più inclini a toccarsi
vicendevolmente. Un idillio andati
avanti per oltre venticinque anni e che ha dato vita a numerose campagne
pubblicitarie, che hanno definito in immagini lo stile Armani e hanno
contribuito a costruire gli ideali di un’intera generazione.
Uno stile, quello di Fallai,
inconfondibile per la sua capacità di
catturare con l’obiettivo la quotidianità della moda insieme ai tratti più
esistenziali. Senza contare le contaminazioni con l’arte, dalla pittura alla
scultura, che nelle sue immagini convivono felici con gli aspetti legati
alla moda e allo stile. In bilico tra minimalismo ed eleganza nostalgica, Fallai ha impresso su pellicola non solo
abiti meravigliosi, ma, soprattutto, una delle più interessanti stagioni del
made in Italy. Ad alcuni tra i suoi più emblematici scatti è dedicata la
mostra antologica “Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al
2013", a Firenze fino al 16 marzo. Duecento immagini in mostra, raccolte in due capitoli: il Museo Stefano
Bardini ospita la sezione Rinascimento, testimonianza del legame tra il fotografo
e la città in cui è nato e ancora vive; mentre Villa Bardini la parte più
consistente dell’esposizione, dove il bianco e nero, tecnica prediletta da
Fallai, domina, mettendo in mostra glamour anni ’80 e pose senza tempo. Come
si diceva prima, nei suoi scatti emerge sempre il rimando artistico,
soprattutto all’arte della ritrattistica e all’utilizzo tagliente della luce,
vuoi per esaltare volti ed espressioni, vuoi per scolpire corpi e pose
idealizzate.
Moda ma non solo…la mostra, infatti, ripercorre il percorso
artistico di Fallai a partire dal 1978, ma, al tempo stesso, fornisce una
chiave di lettura utile a comprendere l’importanza della fotografia di moda
dagli anni ’70 in poi. Si tratta degli anni in cui il concetto di marchio
made in Italy sta muovendo i suoi primi passi, ma gli stilisti già ne avvertono
la necessità di tradurlo in qualcosa di tangibile. Fallai è stato uno dei primi
a comprendere questa esigenza. Un legame quello tra moda e fotografia che
affonda le sue radici nell’800, per avere un salto di qualità solo nel secolo
successivo. In quest’ottica la mostra
fornisce un interessante percorso di lettura filologica, che dal Rinascimento
giunge sino al ‘900. Seguendo il
percorso creativo di Giorgio Armani, Fallai si rende testimone e interprete
della rinascita della moda italiana, che abbandonando gli eccessi e le
bizzarrie della seconda metà degli anni ’70 di tutti gli ’80, sviluppa linee
sobrie ed eleganti, sulla scorta dell’incipit estetico della rivoluzione
rinascimentale. Armani immagina
donne e uomini eleganti, slegati da un indomabile senso di narcisismo. Narcisismo
che si coglie negli sguardi e nelle pose dei modelli, che Fallai ha saputo
immortalare nei suoi scatti artistici, prendendo le mosse da Botticelli,
Antonello da Messina, Bronzino, Michelangelo. Fallai dà
massimo rilievo al corpo che nel campo della moda è, spesso, in secondo piano.
Gli abiti diventano della stessa sostanza del corpo come se l’uno o l’altro da
soli non abbiano alcuna forza vitale. L’immagine è
raffinata, levigata e studiata nelle movenze dei soggetti, prese in prestito al
cinema, al teatro e all’arte. Diviene così icona e modello di vita nei
volti che ritrae, elemento sostanziale al quale si guarda come riferimento
della realtà. E’ essenza, possibilità, capacità di sorprendere in quanto lampo
d’infinitesima durata in grado di fissare un istante e renderlo immortale.
La scelta di allestire la sezione
Rinascimento all’interno del Museo Bardini non è stata casuale, bensì dettata dalla
continuità storica, in quanto Stefano Bardini è stato tra i primi a Firenze a
interessarsi di fotografia, attorno agli anni Sessanta dell’Ottocento.
Antiquario di professione, era solito fotografare le opere da lui acquistate,
perlopiù rinascimentali, e spedirle ai propri clienti sparsi in tutto il mondo:
book fotografici ante litteram, allo scopo di incentivare le vendite. Del suo
archivio restano oggi circa 6400 lastre. Il confronto con le fotografie di
Fallai è l’occasione per riflettere sulla diversa maniera di guardare al Rinascimento,
oggi e nell’Ottocento. I primi piani dal taglio squadrato, memori della pittura
del quattrocento, che ritraggono gli allievi di Istituto Marangoni di Milano,
sono il volto della continuità e dell’inesausta vitalità della creatività
italiana nel campo della moda.
A Villa Bardini sono invece esposte le
fotografie di moda, relative alle campagne pubblicitarie, accanto a ritratti di
modelle e modelli, che nella sua opera divengono icone di stile nonché
splendide riletture rinascimentali. Ne è un esempio il ritratto della modella
Susan May Pratt, per la campagna Armani del 1990; lo sguardo della ragazza
richiama inequivocabilmente quello della Madonna Annunciata di Antonello da
Messina. Ecco quindi il volto che si fa icona, espressione eterna di un sentire
artistico, ma anche filosofico se non addirittura teologico, che fa parte delle
radici di un popolo.
Aldo Fallai. Da Giorgio Armani
al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013
Museo Stefano Bardini e Villa Bardini
Fino al 16 marzo 2014