mercoledì 27 gennaio 2016

ART & CULTURE_Gian Paolo Barbieri a Bologna


In altre parole, un inno all’eleganza, al corpo umano e alla sensualità che attraverso le immagini del Maestro prende vita, autenticando il senso di bellezza e di arte.
In particolare, Skin rappresenta un lavoro introspettivo, portando alla luce visioni quasi metafisiche di ricordi, visitazioni, dediche, esperienze culturali di cui Gian Paolo Barbieri è stato dapprima allievo e poi interprete. È come se adesso volesse regalare lui stesso al suo amato strumento – la fotocamera – la possibilità di reinventare immagini già acquisite durante la sua vita artistica. Non più, dunque, istantanee di sensualità, ma descrizioni di situazioni, momenti, eventi cristallizzati nella mente, ricordi di impressioni avute nei musei, esperienze di letture notturne. È così che Skin diviene poesia pura, celata per tanto tempo nella mente del Maestro. Fotografie che, per quanto ricostruite nel minimo particolare, non perdono mai l’essenza dell’istante, godono della loro attualità e sentono la pulsazione della vita sotto la loro pelle. Questo è il suo tocco: far rievocare allo spettatore sensazioni e déjà-vu, attirarlo nel mondo del suo immaginario, farlo perdere in un labirinto di doppie esperienze dove quella del creatore e quella dello spettatore si mescolano, originando emozioni uniche. Da qui si sprigiona il potere della fotografia in tutta la sua forza, divenendo uno strumento di impareggiabile valore nel cristallizzare il tempo e renderlo eterno: un tempo che nella sua fugacità appare a noi senza limiti e, soprattutto, portatore di un autentico carico emotivo. Oggi come allora l’evento riproposto ai nostri occhi appare in tutta la sua integrità, riportandoci a vivere sensazioni che pensavamo passate. E invece no…tutto ri-prende vita, animandosi di uno spirito d’incanto al punto da catturarci in una lotta senza armi tra passato e futuro, dove l’unico dato di fatto è il presente. Un presente che diviene ieri nell’attesa di un imminente domani. Il cerchio temporale viene così a chiudersi, sigillando un tesoro di suggestioni ed emozionanti evasioni, bagaglio a mano del viaggio della vita.

Arte Fiera Bologna

Dal 29 gennaio al 1 febbraio 2016

lunedì 25 gennaio 2016

ART & CULTURE_Milano celebra Gabriele Basilico



“Gabriele Basilico – Ascolto il tuo cuore, città”. La prima grande antologica dedicata a Gabriele Basilico nella città dove è nato nel 1944 e dove ha lavorato e vissuto fino al 2013, anno della sua prematura scomparsa, nonché prima grande mostra storica interamente organizzata e curata da UniCredit Pavilion, che conferma la propria vocazione di luogo destinato alla produzione e alla diffusione della cultura nelle sue diverse manifestazioni.
L’esposizione, curata da Walter Guadagnini con la collaborazione di Giovanna Calvenzi e composta da circa 150 fotografie, videoproiezioni e una serie di filmati, si concentra sul tema più frequentato e amato da Basilico, quello della città, della sua natura e delle sue modificazioni, a partire dalla serie che ha dato il via a questa indagine, le quaranta fotografie di “Milano. Ritratti di fabbriche”, uno dei cicli più celebri e influenti della fotografia italiana contemporanea. Realizzate fra il 1978 e il 1980, queste fotografie segnano l’inizio temporale della mostra, e si collegano – idealmente e visivamente – con l’ultimo lavoro di Basilico, quello dedicato proprio all’area di Porta Nuova, all’interno della quale si svolge la mostra odierna. In seguito a una commissione di Hines, Basilico ha documentato e interpretato tutte le fasi del recupero e della riqualificazione della zona, dalla grande voragine iniziale alla nascita della Torre UniCredit: è proprio sul notturno dedicato a questo edificio e all’intera area che la mostra trova la sua conclusione ideale, il suo commovente punto di arrivo. Tra “Ritratti di fabbriche” e Porta Nuova si dipana l’avventura visiva e intellettuale di Basilico, narrata in mostra attraverso la serie dei “Porti” concepita alla metà degli anni Ottanta, quella dedicata a “Beirut”, ripresa più volte tra il 1991 e il 2011, e soprattutto le circa 50 immagini di città colte in ogni angolo del mondo. Da Milano a Napoli, da Mosca a Parigi a Berlino, da Istanbul a Madrid, da Rio a San Francisco fino a Shanghai, Basilico ha coltivato la sua amorevole ossessione per la città intesa come organismo vivente, alla ricerca degli elementi di quella “strana bellezza” che può caratterizzare ogni metropoli, “non solo nella memoria dei centri storici, ma anche nella frammentazione spontanea delle periferie”.
Fotografie che testimoniano insieme la coerenza dell’ispirazione di Basilico e la sua straordinaria capacità di ritrovare gli elementi di congiunzione tra le diverse metropoli, costruendo “un luogo globale come somma di luoghi diversi”, come diceva lui stesso.
Lungo il percorso espositivo è possibile vivere l’artista attraverso una serie di filmati, interviste, documentari, realizzati a partire dai primi anni Ottanta, che rappresentano una sorta di guida attraverso le innumerevoli suggestioni create dalle fotografie esposte.

“Gabriele Basilico – Ascolto il tuo cuore, città”
Fino al 31 gennaio 2016
Unicredit Pavilion, Piazza Gae Aulenti 10, Milano

giovedì 21 gennaio 2016

STYLE_Tom Ford Women's Cruise Collection











































L’audacia della semplicità. La forza dell’essenzialità: queste le basi su cui si fonda la donna Tom Ford pensata per la cruise collection.
Lunghezze che si accorciano per minidress, skirt e shorts femminili e sensuali. E se non è corto, è over…sia per il giorno che per la sera. Pizzi e intarsi impreziosiscono una collezione già di per sé prestigiosa e raffinata per le forme e i materiali, dando quel tocco in più all’innato senso del bello che sprigiona dai capi e dagli accessori realizzati.
Tocchi magnetici e luminescenti per serate glam, mix combinato di audacia e stile.
Black and white. Il nero diventa all, andando a colorare total look all’insegna del fascino e dell’audacia.
Le borse si impreziosiscono di dettagli gold - tra cui la sensualissima zip -, che cedono il posto solo alle iniziali di mister Ford, in un approccio di logo garbato, complice l’utilizzo del ton sur ton.
Dal flat alle altezze più elevate per donne che amano conquistare e ammaliare il mondo, passando per le mezze misure, valide alleate per un day wear confortevole ma di stile.

Questa è la donna pensata e voluta da Tom Ford per la cruise collection già disponibile nelle boutique del marchio, tra cui l’incantevole sede milanese di via Verri.

mercoledì 20 gennaio 2016

ART & CULTURE_Henri Cartier-Bresson e gli altri






Ad introdurre l’itinerario fotografico, Henri Cartier-Bresson, indiscusso maestro, e il suo viaggio in Italia, durato oltre trent’anni. Insieme ad altri 35 autori restituisce l’”immagine” del  nostro Paese in termini artistici, culturali, paesaggistici e storici. 7 le aree tematiche che ripercorrono un arco temporale di quasi ottant’anni e all’interno delle quali si sviluppa una storia indiretta della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi, complice la viva voce dei grandi artisti esposti.
Questo lungo viaggio inizia, per l’appunto, con un autoritratto di Henri Cartier-Bresson del 1933: il suo sogno umanista di fermare il tempo, di cogliere il momento decisivo nel flusso in divenire della realtà influenzerà a lungo la fotografia di tutto il mondo e sarà adottato da generazioni di fotografi.
Dopo di lui, il reportage di Robert Capa al seguito delle truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943, segue l’elegante rilettura del mondo della fede affrontato da David Seymour e il fascino che un’Italia minore esercita su Cuchi White, ancora studentessa di fotografia. Poi la visione umanista si stempera nelle luci classiche del racconto di Herbert List o nella destabilizzazione della visione di William Klein che entra da protagonista nel provocatorio racconto di Roma del 1956. Infine Sebastião Salgado che, con la consueta magistrale capacità di rileggere la realtà degli uomini, racconta l’epopea degli ultimi pescatori di tonni in Sicilia.
 Si passa poi alla fascinazione per la fotografia in bianco e nero nella quale la narrazione si allontana dal reportage ma conserva intatta la poesia della visione classica: è il viaggio di Claude Nori che ripercorre le strade dei ricordi sul litorale adriatico alla ricerca di radici familiari ma è anche la visione della capitale di Helmut Newton che in “72 ore a Roma” ricrea una passeggiata notturna nel centro monumentale della città.
Le città d’arte e cultura italiane diventano poi terreno di interpretazione e di sperimentazione dei molti linguaggi che la tecnologia contemporanea offre oggi alla fotografia. Alexey Titarenko racconta una Venezia magica, Abelardo Morell, ad esempio, utilizzando le tecniche del “foro stenopeico”, crea visioni nelle quali interni ed esterni si sommano, Gregory Crewdson riscopre la fotografia in bianco e nero per interpretare Cinecittà, Irene Kung invece ricrea un’atmosfera onirica per ritrarre i monumenti del passato e del presente di Milano.
A introdurre il quarto itinerario, affidato ad autori che utilizzano quello che per consuetudine viene definito “linguaggio documentario”, è Paul Strand, che con Cesare Zavattini ha realizzato una delle più straordinarie opere dedicate alla realtà contadina: Un Paese del 1953. Strand, attraverso ritratti, still life e paesaggi conserva la storia di un piccolo centro emiliano, Luzzara. A cinquant’anni di distanza ma con lo stesso intento Thomas Struth ritrae il centro storico di Milano e Joan Fontcuberta si dedica ai gabinetti delle curiosità dei Musei scientifici di Bologna e di Reggio Emilia.
Il Grand Tour continua toccando anche una fotografia più disturbante, quella dei disagi esistenziali e degli scempi architettonici: Art Kane, che progetta immagini-sandwich che raccontano la scomparsa di Venezia e di Michael Ackerman che racconta invece in una lunga sequenza un doloroso incontro napoletano.
Fanno da contraltare a queste immagini numerosi autori che rileggono il nostro Paese con sguardo positivo: Joel Meyerowitz racconta le luci magiche della Toscana e arricchisce le sue immagini con il contributo poetico di Maggie Barret, Steve McCurry, a Venezia, è affascinato dall’alchimia estetica che si crea tra le persone e l’ambiente e Martin Parr invece, sulla costiera Amalfitana, gioca con l’immagine dei turisti che si dedicano a ritrarre se stessi sullo sfondo di straordinari paesaggi.
Chiude idealmente il percorso espositivo la narrazione autobiografica: Nobuyoshi Araki, anche lui affascinato da Venezia, si fotografa con le maschere del carnevale e racconta in chiave soggettiva i suoi incontri. Sophie Zénon ripercorre la storia della sua famiglia, costretta a emigrare, affiancando i ritratti dei suoi nonni ai loro luoghi di provenienza e infine Elina Brotherus e i suoi autoritratti nel paesaggio che si ricollegano all’inizio dell’itinerario, ossia allo stupefacente e modernissimo autoritratto di Henri Cartier-Bresson.

Henri Cartier-Bresson e gli altri
I grandi fotografi e l’Italia
Fino al 7 febbraio 2016
Palazzo della Ragione, Piazza Mercanti, Milano