Chapeau
a un marchio che del cappello ha fatto non solo il suo simbolo, ma
addirittura uno stile e uno modo di vivere e concepire l’eleganza. Tanti altri
cappelli, infatti, di forma simile o semplici imitazioni vengono denominati Borsalino,
alla stessa stregua di altri marchi che hanno battezzato capi d’abbigliamento.
Questo a denotare come il nome stesso semplicemente pronunciato evochi un mondo
di significati e rimandi, trionfo di un inesorabile confluire di cultura e
ispirazioni che nelle forme di adorabili copricapi traducono il loro più
sublime significato intrinseco: dici
Borsalino e ti si apre una finestra su un universo di contenuti semantici ed
emozionali che rimandano al bel tempo che fu, a personaggi celebri del jet
set, a divi del cinema internazionale,
alla Dolce Vita, insomma a un magico confluire d’immagini e spaccati della
vita, intrisi di charme ed eleganza. E d’un tratto, ti trovi catapultato ai
giorni nostri: inseparabile compagno in questo viaggio nel tempo lui, un
Borsalino. Oggi come allora le sue caratteristiche sono intatte, esprime ancora
tutto quello stile che da sempre lo contraddistingue come accessorio très chic, da
portare solo se si possiede una personalità tale da poter camminare a testa
alta in una strada affollata, fieri del proprio cappello e pronti per essere
ammirati con meraviglia. Connotati di stile per un copricapo dal passato
glorioso, portato da Humphrey Bogart,
Robert Redford, Frank Sinatra e addirittura divenuto titolo di un film
interpretato da Jean-Paul Belmondo.
Per
un connubio moda-cinema che ancora una volta dispiega la sua forza interiore e
la sua naturale tendenza alla contaminazione reciproca.
Il cappellificio Borsalino nasce nel 1857
ad Alessandria dall’idea e l’intraprendenza di Giuseppe Borsalino (1834-1900),
fiero di un’esperienza pluriennale presso la Maison Berteil in Rue du Temple a
Parigi. È l’inizio di una storia costellata di successi e soddisfazioni,
che assumerà i contorni della leggenda. Diretto
alla sua morte dal figlio Teresio (1867-1939), all’inizio del secolo conta già
1000 operai e una produzione di 750mila pezzi l’anno: uno sviluppo reso
possibile dall’introduzione di quegli stessi macchinari che a Denton, Stockport
e nei sobborghi di Manchester hanno rivoluzionato il mestiere dei cappellai. La qualità dei prodotti Borsalino trasforma facilmente il sogno
di una piccola bottega artigiana in una vera e propria industria, che già nei primi
del ‘900 capisce l’importanza delle esportazioni: decide così di aprirsi al
mondo, esplorando nuovi mercati dove presentare i propri capolavori. I cappelli Borsalino divengono in tal modo
dei veri e propri must have per
l’epoca, indossati a Londra, Parigi e New York. Divenuta
una società per azioni nel 1905, nel
1909 l’azienda vince il Grand Prix all'Exposition
Universelle de Paris e nel 1911 inizia una collaborazione con Marcello Dudovich, destinata a diventare una
pietra miliare nella storia del cartellonismo pubblicitario: negli anni a
seguire quelle di Borsalino saranno tra le più incredibili illustrazioni
pubblicitarie del tempo. Superate con
non poche difficoltà le traversie della Seconda Guerra Mondiale, Borsalino
risale la corrente alla conquista di nuovi successi: con una ventata di
nuovi cappelli, tra cui cinquanta modelli dalle innovative e sorprendenti linee,
le esportazioni aumentano, riconoscendo al cappellificio il lustro di un tempo.
Gli anni ’70 rappresentano per il
cappellificio il trionfo al botteghino: Borsalino è alle stelle e indossato
dalle stelle. Il film "Borsalino" con Alain Delon e Jean-Paul Belmondo riscuote consensi e approvazioni tali che tre
anni dopo viene realizzato il sequel "Borsalino & Co." Il
fascino creato dalla combinazione perfetta dei due attori francesi con
l'iconico cappello, rilancia il marchio tra le nuove generazioni. Un Borsalino sarà compagno inseparabile per
Humphrey Bogart, Gary Cooper, Antony Quinn, nonché Alain Delon, ma anche Robert
De Niro, Al Pacino, Robert Redford e ancora Warren Beatty, Federico Fellini,
Paul Newman, Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
Negli anni ’80 l’azienda viene
completamente ristrutturata, sviluppandosi come produttrice d’abbigliamento.
In seguito, nei primi anni ’90, Borsalino
viene comprato da un gruppo d’imprenditori di Asti, che imprimono un nuovo
slancio, tenendo fede alla vocazione aziendale per l’export. Nel 1997 viene acquistato lo storico
cappellificio Sabino d’Oria di Lecce, specializzato nella lavorazione di
cappelli in tessuto e pelle, e nasce la “Borsalino
Sud”; nel 1998 l’incalzante
richiesta del mercato americano e caraibico spinge l’azienda alla costituzione
della “Borsalino America Inc.”; nel 2007 è la volta del mercato
asiatico: per soddisfarne al meglio le esigenze, viene costituita la “Borsalino Japan”. Oggi lo storico
cappellificio rappresenta una leggenda vivente: è presente nei principali mercati mondiali e nelle più prestigiose
metropoli dello shopping di lusso; i suoi cappelli sono indossati da personaggi
famosi e celebrities del calibro di Johnny Depp, Leonardo Di
Caprio, Denzel Washington, Justin Timberlake, Kate Moss, Nicole Kidman, Naomi
Campbell, John Malkovich. Col passare del tempo, Borsalino è sempre stato
in grado di innovarsi mantenendo fede alla
tradizione: questa magica e calibrata unione ha decretato il successo del
marchio, capace di proporre negli anni uno stile d’antan in forme, tessuti e
colori nuovi, o, viceversa, copricapi d’avanguardia dal retrogusto retrò. A
prescindere da come si legga il fenomeno – da un futuro che strizza l’occhio al
passato, o da un tempo passato che mira al futuro – all’azienda va riconosciuto il plauso d’aver saputo
coniugare aspetti così contrastanti armonizzandoli e dando vita a veri e propri
capolavori della e per la testa. Insostituibile il ruolo avuto dal cinema
nel sancire il successo del marchio: Borsalino ha sempre dialogato e
collaborato attivamente con la settima arte, realizzando creazioni ad hoc per
pellicole dal calibro hollywoodiano. Sicuramente questo fitto rapporto ha
contribuito a un ringiovanimento
progressivo e continuo delle cifre stilistiche del cappellificio, nel rispetto
più ossequioso dell’heritage artistica e produttiva. Un rapporto tanto
importante da essere celebrato nel 2011
con una mostra alla Triennale in cui sottoforma di video e fotografie sono
state esposte le “presenze” più celebri di Borsalino nel cinema. Passando
da Audrey Hepburn in "My fair lady" ai Blues Brothers fino ad arrivare – e come
dimenticarlo – al cappellaio matto di "Alice in Wonderland", firmato da Tim
Burton e interpretato da un estroso Johnny Depp inseparabile dalle sue opulente
maxi tube Borsalino: un modello particolare e difficile a portarsi, che nella
stagione ha conquistato il favore del pubblico tanto da andare esaurito.
Perché,
come recita il motto della Maison, "In passato creammo generazioni
di stile...oggi creiamo lo stile delle nuove generazioni".
Che bell'articolo! Complimenti!
RispondiEliminaBorsalino è unico e indossarlo è un'esperienza unica. Ne avevo 3 quando ero più giovane e vedo che ultimamente sta tornando alla ribalta...meritamente...perché di roba di quella qualità se ne vede poca in giroe ve lo dice una che di qualità se ne intende!
Ho visto anche il loro sito www.borsalino.com in cui c'è tutta la collezione e ce ne sono alcuni davvero favolosi!
Grazie Fabrizia!
EliminaSono contenta che ti sia piaciuto l'articolo!! Condivido....Borsalino è unico. Anch'io adoro i cappelli e ogni volta che indossi un Borsalino è una cosa diversa dal semplice cappello...è un insieme di valori che si spingono oltre la semplice apparenza estetica. E il fatto che ancora oggi sia sulla breccia come anni fa, lo dimostra. Ultimamente hanno rifatto il sito con molti contenuti editoriali, che vanno dalle informazioni più generali alle collezioni a curiosità legate alla storia del cappello.
Plauso al tanto adorato Made in Italy!