martedì 5 giugno 2012

PEOPLE_Anna Piaggi e il favoloso mondo della moda













Celebre per gli estrosi cappelli e le magnificenti mantelle, ad Anna Piaggi va senza dubbio attribuito il plauso d’aver portato una ventata di stile provocatoria, eccentrica e innovativa nel mondo della moda quel tanto che basta per battezzarla a ragion veduta personaggio emblematico, con il culto della provocazione colta e irriverente. Appassionata raccoglitrice e collezionista di pezzi d’abbigliamento ma anche di rarità in senso lato quali libri, oggetti, musica, cimeli, ecc., in poche parole, di tutto ciò che soltanto un gusto subliminale come il suo può scovare dalla mischia e proiettare nel firmamento dei desiderata, interpretandoli liberamente con una precisa finalità: estetizzare il momento. Un po’ per vocazione personale ed inclinazione estetica, un po’ per professione editoriale, Anna Piaggi – esteta per antonomasia della seconda metà del ‘900 – ha cominciato a girare per il mondo alla ricerca di veri e propri pezzi unici che potessero immortalare e rappresentare istanti, cenni, parole, armonizzati da una comune nota di sottofondo: quel “quid” in grado di fare la differenza, di tributare un prestigio quasi naturale, indipendente dal valore economico associato ma piuttosto legato a caratteristiche quali la storia, l’artigianalità, la cultura, ecc. Un viaggio che l’ha portata da un capo all’altro del mondo sotto l’egida di due maestri d’eccezione: il marito Alfa Castaldi (sposato a New York nel 1962), fotografo, personaggio di vasta ed eclettica cultura, e l’inglese Vern Lambert, eccentrico collezionista di abiti antichi. Guidata da un personale quanto fantasioso filone di sottile humour, mix&match di moderno e ironico divertimento, in una particolare logica-illogica, gli abiti da collezione di Anna Piaggi sono via via usciti da armadi e meticolose catalogazioni per animarsi nel vissuto quotidiano. Abiti fantasiosi, da indossare su un ideale palcoscenico, in un’immaginifica interpretazione sospesa tra razionale e irrazionale, avente - come punto di riferimento - la moda e come finalità estrema la provocazione tradotta in termini moderni. Abiti ma non solo…abbinamenti, contaminazioni, accostamenti che coinvolgono anche il linguaggio creativo, come per esempio le sue personalissime presentazioni per le collezioni Missoni. Ripercorrere la sua carriera è un po’ come fare un viaggio attraverso le mises più eccentriche, che spaziano dalle geometrie in stile astrattismo russo alle mantelline in pelliccia a stampa animalier, passando per vistosi e vaporosi colletti in tulle rosso e rouches in pizzo: in ogni caso, le sue scelte rappresentano un melange sano ed equilibrato di gusto, ricerca e capacità di guardare oltre, anticipando ciò che sarà o anche non sarà nel puro culto dell’eccelsa spettacolarizzazione estetica. Una rara sensibilità personale per il senso del bello e dello stile, divenuta una vera e propria vocazione professionale, contrassegnata da un’inventiva capace di interpretare mode, tendenze, epoche, musica, oggetti, segni. Anna Piaggi è perfettamente consapevole della spettacolarizzazione e dell’effetto da lei suscitati, ma si muove indifferente e padrona al tempo stesso, calcando la scena con maestrale disinvoltura, non preoccupandosi delle reazioni ma curandosi soltanto dell’estetizzazione momentanea. La sua passione conclamata per i cappelli, in particolare, riflette la personalissima concezione che ha della moda, un universo in cui tutto “parte dalla testa. E sicuramente dalla fantasia, con la quale, in bilico tra razionale e irrazionale, ha sempre cercato di interpretare la società, lasciandone emergere l'anima più profonda, quella ingabbiata dalle regole e dalle convenzioni.
Milanese di nascita, un’educazione di stampo classico, inizia come traduttrice per la casa editrice Mondadori, dove diventa giornalista di moda negli anni ’60 quando viene chiamata a svolgere il ruolo di fashion-editor per l’allora esordiente mensile Arianna, a cui in breve tempo imprime un segno forte e innovativo, dal gusto moderno – proprio come la sua personalità – e dove lavora con il marito Alfa Castaldi, destinato a divenire uno dei più noti e intelligenti fotografi italiani. Con lei collabora come redattrice Anna Riva. Negli anni ’70, Anna Piaggi diviene editor at large per la Condé Nast, introducendo con i suoi servizi grandi fotografi come Chris von Wangenheim, Gian Paolo Barbieri e, ça va sans dire, Alfa Castaldi. Dal 1981 al 1984 studia e dirige il progetto Vanity (Condé Nast), un sofisticato e interessante esperimento di ricerca impostato su un linguaggio nuovo, una trama di straordinari disegni e l’introduzione di argomenti alla volte fin troppo sofisticati per il tempo. A collaborare con lei, il grande artista americano Antonio Lopez. Nel 1988 inizia su Vogue Italia la sua rubrica divenuta un vero e proprio cult: “D.P. Doppie Pagine di Anna Piaggi”, 4 pagine ancora oggi seguitissime e che dopo dieci anni hanno dato vita al libro Fashion Algebra (Leonardo Arte, 1999), un ricco crocevia di personaggi, spunti, rimandi, citazioni, accompagnato da un linguaggio reinventato, dalla sonorità personalissima, ma sempre estremamente informato, documentato, dal mood Anna Piaggi.
Per diversi anni (1993-1997) è stata opinionista di moda e società su Panorama e ha collaborato ai vari Vogue internazionali. Dal 1987 al 1989 cura una rubrica di moda e costume per L’Espresso Più. Karl Lagerfeld – secondo il quale “Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani” - l’ha eletta a sua musa, dedicandole, negli anni ’80, un fantasioso libro Anna-Chronique (Longanesi, 1986) di cui Anna Piaggi è l’assoluta eroina-interprete, raccontata tramite i disegni dello stilista, eventi straordinari e situazioni oniriche: la ricerca è di Vern Lambert, il testo della stessa Anna Piaggi. Nel 2006 il Victoria&Albert Museum di Londra inaugura Fashion-ology: protagonista lo stile visionario di Anna Piaggi, che diventa la prima e unica giornalista a cui il celebre museo londinese abbia mai dedicato una mostra 
Giornalista-esteta, prima ancora che scrittrice sofisticata, Anna Piaggi è una ricercatrice acuta di fatti, misfatti, cose, personaggi noti e meno noti, emergenti e affermati. Nell’approccio agli argomenti così come nella scrittura brillante e negli accostamenti che coinvolgono gli ambiti più diversi della cultura moderna, raggiunge un raro e inconfondibile livello di stimoli visuali, volti ad azionare un virtuoso andirivieni di reminiscenze e valenze concettuali. 

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