martedì 28 gennaio 2014

LEISURE_Arte e Moda negli scatti di Aldo Fallai











L’incontro tra Aldo Fallai e Giorgio Armani risale al 1975: due estri creativi di diversa estrazione e attivi in campi così differenti, ma così uguali, come la fotografia e la moda, sempre più inclini a toccarsi vicendevolmente. Un idillio andati avanti per oltre venticinque anni e che ha dato vita a numerose campagne pubblicitarie, che hanno definito in immagini lo stile Armani e hanno contribuito a costruire gli ideali di un’intera generazione.
Uno stile, quello di Fallai, inconfondibile per la sua capacità di catturare con l’obiettivo la quotidianità della moda insieme ai tratti più esistenziali. Senza contare le contaminazioni con l’arte, dalla pittura alla scultura, che nelle sue immagini convivono felici con gli aspetti legati alla moda e allo stile. In bilico tra minimalismo ed eleganza nostalgica, Fallai ha impresso su pellicola non solo abiti meravigliosi, ma, soprattutto, una delle più interessanti stagioni del made in Italy. Ad alcuni tra i suoi più emblematici scatti è dedicata la mostra antologica “Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013", a Firenze fino al 16 marzo. Duecento immagini in mostra, raccolte in due capitoli: il Museo Stefano Bardini ospita la sezione Rinascimento, testimonianza del legame tra il fotografo e la città in cui è nato e ancora vive; mentre Villa Bardini la parte più consistente dell’esposizione, dove il bianco e nero, tecnica prediletta da Fallai, domina, mettendo in mostra glamour anni ’80 e pose senza tempo. Come si diceva prima, nei suoi scatti emerge sempre il rimando artistico, soprattutto all’arte della ritrattistica e all’utilizzo tagliente della luce, vuoi per esaltare volti ed espressioni, vuoi per scolpire corpi e pose idealizzate.
Moda ma non solo…la mostra, infatti, ripercorre il percorso artistico di Fallai a partire dal 1978, ma, al tempo stesso, fornisce una chiave di lettura utile a comprendere l’importanza della fotografia di moda dagli anni ’70 in poi. Si tratta degli anni in cui il concetto di marchio made in Italy sta muovendo i suoi primi passi, ma gli stilisti già ne avvertono la necessità di tradurlo in qualcosa di tangibile. Fallai è stato uno dei primi a comprendere questa esigenza. Un legame quello tra moda e fotografia che affonda le sue radici nell’800, per avere un salto di qualità solo nel secolo successivo. In quest’ottica la mostra fornisce un interessante percorso di lettura filologica, che dal Rinascimento giunge sino al ‘900. Seguendo il percorso creativo di Giorgio Armani, Fallai si rende testimone e interprete della rinascita della moda italiana, che abbandonando gli eccessi e le bizzarrie della seconda metà degli anni ’70 di tutti gli ’80, sviluppa linee sobrie ed eleganti, sulla scorta dell’incipit estetico della rivoluzione rinascimentale. Armani immagina donne e uomini eleganti, slegati da un indomabile senso di narcisismo. Narcisismo che si coglie negli sguardi e nelle pose dei modelli, che Fallai ha saputo immortalare nei suoi scatti artistici, prendendo le mosse da Botticelli, Antonello da Messina, Bronzino, Michelangelo. Fallai dà massimo rilievo al corpo che nel campo della moda è, spesso, in secondo piano. Gli abiti diventano della stessa sostanza del corpo come se l’uno o l’altro da soli non abbiano alcuna forza vitale. L’immagine è raffinata, levigata e studiata nelle movenze dei soggetti, prese in prestito al cinema, al teatro e all’arte. Diviene così icona e modello di vita nei volti che ritrae, elemento sostanziale al quale si guarda come riferimento della realtà. E’ essenza, possibilità, capacità di sorprendere in quanto lampo d’infinitesima durata in grado di fissare un istante e renderlo immortale.
La scelta di allestire la sezione Rinascimento all’interno del Museo Bardini non è stata casuale, bensì dettata dalla continuità storica, in quanto Stefano Bardini è stato tra i primi a Firenze a interessarsi di fotografia, attorno agli anni Sessanta dell’Ottocento. Antiquario di professione, era solito fotografare le opere da lui acquistate, perlopiù rinascimentali, e spedirle ai propri clienti sparsi in tutto il mondo: book fotografici ante litteram, allo scopo di incentivare le vendite. Del suo archivio restano oggi circa 6400 lastre. Il confronto con le fotografie di Fallai è l’occasione per riflettere sulla diversa maniera di guardare al Rinascimento, oggi e nell’Ottocento. I primi piani dal taglio squadrato, memori della pittura del quattrocento, che ritraggono gli allievi di Istituto Marangoni di Milano, sono il volto della continuità e dell’inesausta vitalità della creatività italiana nel campo della moda.
A Villa Bardini sono invece esposte le fotografie di moda, relative alle campagne pubblicitarie, accanto a ritratti di modelle e modelli, che nella sua opera divengono icone di stile nonché splendide riletture rinascimentali. Ne è un esempio il ritratto della modella Susan May Pratt, per la campagna Armani del 1990; lo sguardo della ragazza richiama inequivocabilmente quello della Madonna Annunciata di Antonello da Messina. Ecco quindi il volto che si fa icona, espressione eterna di un sentire artistico, ma anche filosofico se non addirittura teologico, che fa parte delle radici di un popolo.

Aldo Fallai. Da Giorgio Armani al Rinascimento. Fotografie dal 1978 al 2013
Museo Stefano Bardini e Villa Bardini
Fino al 16 marzo 2014

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