Carta canta! E questa volta lo fa sulla scia
delle note della moda, cercando d’immortalare a vita personaggi, tendenze e
storie che hanno segnato pagine indelebili nel magico mondo dello stile, vuoi
per la loro eccezionalità intrinseca, vuoi per il potenziale di novità con cui
hanno dato un imprimatur
impareggiabile al senso dello stile – ma ancora più al costume - tout court
inteso.
Siamo ben oltre gli streaming live delle
sfilate, le foto che arrivano a frotte dalle passerelle e i video nei
backstage. Stiamo parlando di persone e
accadimenti che hanno contribuito in maniera inequivocabile all’evoluzione
della moda da un punto di vista multiplo: concettuale, semantico e formale
insieme.
A dimostrazione che la grandeur stilosa affonda radici profonde nella storia culturale
ampiamente intesa: le sfumature più frivole e patinate non sono altro che
piccoli accorgimenti volti a edulcorare la sua essenza più profonda, in modo da
renderla fruibile al grande pubblico. Un
pubblico sempre più variegato, composto da semplici appassionati o cultori del
bello così come da veri e propri estimatori, che vanno alla ricerca di
quell’aura ormai perduta - ma così caratteristica - dell’intrinseca élitarietà
concettuale della moda.
Ecco quindi qualche suggerimento utile per
uno shopping tra gli scaffali di una libreria, per farsi una cultura del
costume anche - e soprattutto - attraverso piacevoli letture che hanno il
merito di offrire, con la loro leggerezza
estemporanea, un punto di vista privilegiato sulle pagine più significative
del mondo della moda.
Libro alla mano – fotografico o saggio che
sia -, eccoci pronti per il nostro volo pindarico nell’alfabeto del costume.
Fashion. A Fashion History of the 20th
Century, Taschen, 352 pp.,
9,90 euro.
Una rassegna della moda del secolo scorso a
cura del Kyoto Costume Institute nonché una valida raccolta antologica per
comprendere in qual misura l’abito indossato da una persona - si tratti di un
kimono, un sari o un completo da manager - sia un fattore essenziale per
capirne la cultura, la classe sociale, la personalità e persino l’appartenenza
religiosa. L’abbigliamento viene pertanto analizzato da un punto di vista
storico e artistico, interpretandolo nella doppia valenza semantica e
concettuale e spingendosi ben oltre la mera perfezione formale.
Da leggere per capire perché “clothes define people”.
The
Little Book of Schiaparelli,
di Emma Baxter-Wright, Carlton Books, 160 pp.
Una biografia che racconta (anche per
immagini) l'estroso mondo firmato Schiap.
Da sfogliare in attesa di scoprire dello spolvero dell’eccentrica maison da parte
di Diego Della Valle.
Elsa Schiaparelli è stata una delle più
influenti ed eccentriche couturieres. Con il suo estro visionario e la sua
dedizione a spingersi oltre le standardizzate convenzioni, ha sapientemente
congiunto aspetti in apparenza difformi tra loro come realtà e fantasia,
tecnicismo ed eleganza. Nelle sue creazioni – abiti, accessori, gioielli o
profumi che siano – la creatività si sposa con il più raffinato senso estetico,
dando origine a particolari combinazioni che hanno segnato la storia del
glamour internazionale. Le collaborazioni con prestigiosi interpreti dell’arte
in ogni suo campo applicativo del calibro di Dalì, Cocteau e Giacometti hanno
fatto il resto, contribuendo all’intramontabilità dello stile Schiap.
Una stravagante biografia illustrata con la
quale definire le abilità uniche e personali di questa grande artista,
esplorandone la vita privata e, al contempo, la carriera professionale nei
tratti più innovativi del suo genio creativo.
The
Impossible Collection of Fashion, di Valerie Steele, Assouline, 144 pp.
Direttamente dal Museum at the Fashion
Institute of Technology (MFIT), una selezione dei 100 abiti-icona del XX
secolo.
Sulla scia del Chanel-pensiero che voleva un
abito indissolubilmente legato a una donna, pena l’inesistenza del primo,
questo volume raccoglie i 100 abiti più rappresentativi del Novecento per
celebrarne la loro bellezza e la lavorazione artigianale celata dietro il loro
disegno, ma ancor più il rapporto che hanno avuto con le icone di stile che
hanno avuto il privilegio di indossarli divenendo tutt’uno con gli stessi.
Una sorta di trattato dell’eleganza oltre
che socio-culturale, volto a evidenziare in che modo il vestito sia stato
oggetto d’interventi radicali, in sintonia con la forma femminile e la sua
evoluzione concettuale. Illustra come le nuove creazioni abbiano decretato la
fine del corsetto, come siano stati inventati gli abiti fluenti e il plissé,
come sia stato introdotto il taglio sbieco e come la stessa Mademoiselle Chanel
abbia incoraggiato la moda a essere vista e interpretata come una parte della
quotidianità.
100
idee che hanno vestito la moda, di Harriet Worsley, Logos Edizioni, 29,95 euro.
New look, nylon, hip hop, petite robe noire,
jeans, total black, street wear… tante idee di moda che vanno a costituire il
centro pulsore di piccola enciclopedia dello stile, prendendone in esame la
storia e i cambiamenti dai primi del Novecento fino ai giorni nostri. Un’antologia
illustrata, pratica e facile da consultare, nella quale trovare ogni nuovo
spunto che abbia cambiato il modo di vestire del XX secolo. Non si tratta di
una mera elencazione più o meno fittizia delle evoluzioni avvenute nel campo
del costume, bensì un’analisi approfondita delle stesse con cui cercare di
tracciarne il quadro logico e strutturale entro il quale sono avvenute,
passando in rassegna istanze culturali, valoriali e storiche.
100 anni di moda, di Cally Blackman, Electa Mondadori, 400 pp., 90,90 euro
Dai sontuosi abiti dell'alta società allo
stile casual dello streetwear, dal rigore delle uniformi ai costumi sportivi
per arrivare agli sfarzosi abiti da diva. Da Greta Garbo a Lady Gaga, un secolo
di stile tra storia, costume e moda.
Il libro racconta per immagini il più
affascinante e multiforme periodo nella storia della moda, quello dal 1900 fino
ai giorni nostri. L'ultimo secolo, infatti, è stato fondamentale per la
trasformazione del concetto di eleganza femminile: dagli stretti corsetti del
primo Novecento si è passati, in soli cinquant'anni, allo stile dei "ruggenti" anni
Venti, alla stagione delle star - con gli inimitabili abiti di dive del calibro
di Greta Garbo - e ai cambiamenti dovuti alla guerra, al "New Look" e
alla nascita dei grandi couturiers, che hanno firmato lo stile di Audrey
Hepburn e Grace Kelly. Altrettanti mutamenti hanno interessato la seconda metà
del secolo, con la rivoluzione giovanile, lo stile casual e lo streetwear, il
minimalismo e il trionfo del colore, fino alla celebrazione di top model di
fama internazionale come Naomi Campbell, Cindy Crawford e Kate Moss, interpreti
e muse ispiratrici dei grandi stilisti negli ultimi decenni. Più di 400
fotografie e illustrazioni raccontano la storia di una straordinaria
rivoluzione del costume, ripercorrendone le tappe salienti e le conquiste in
ogni settore della moda femminile.
Dior Couture, di Patrick Demarchelier, Rizzoli, 240 pp.,
100 euro
Moda e fotografia hanno sempre celato
intenti comuni, volti a celebrarne le specificità reciproche. Numerose le
pubblicazioni a tema, che esaltano con la precisione delle immagini la
perfezione stilistica degli abiti.
Eccezione che conferma la regola anche nel
caso di Dior Couture, un volume preziosissimo che racconta la storia della
maison parigina del New Look attraverso 100 scatti del fotografo di moda più
desiderato dalle riviste patinate del mondo, Patrick Demarchelier.
Due demiurghi che s’incontrano per
enfatizzare lo stile e l’eleganza della moda a tuttotondo. Un volume pensato
per sognare, pagina dopo pagina, complici i magnifici ritratti degli strepitosi
abiti haute couture firmati dalla Maison francese.
A partire dal New Look, tripudio di gonne a
corolla e vitini strizzati, il libro ripropone lo stile senza tempo di un
creatore che ha saputo imprimere fascino e raffinatezza alle sue idee, proiettandole
oltre la sua scomparsa quale inconfondibile marchio di classe ed eleganza.
Jimmy Choo: Icons, di Tamara Mellon, Rizzoli, 192 pp., 46
euro.
Tra gli accessori di moda sono le più
desiderate e non se ne hanno mai abbastanza: sono le scarpe. A loro, Tamara
Mellon, fondatrice di Jimmy Choo, dedica questo volume per i 15 anni della
griffe.
E se si parla di scarpe, impossibile non
citare le inconfondibili Jimmy Choo, a cui la fondatrice, Tamara Mellon, ha
dedicato un volume in occasione dei 15 anni della griffe.
Adroate da Carrie Bradshaw alias Sarah
Jessica parker, Beyonce, principesse e icone di stile, fin dal loro “debutto in
società” sono state apprezzate dalle star di Hollywood, dalle case reali e dal fashionable mondo del jet set
internazionale. Recentemente giovane –
fondato solo nel 1996 – il marchio Jimmy Choo s’impone per il suo glamour
creativo, eccentrico ma raffinato, originale ma mai ostentato. Sin dagli
esordi, Tamara Mellon ne è stata l’anima creativa e manageriale, incantando
personaggi dello star system come Reese Witherspoon, Madonna, Halle Berry, ecc.
Passando dalle fotografie da red carpet alle immagini d’archivio, questo volume
dona un punto di vista per così dire intimistico del marchio, entrando nel vivo
delle ispirazioni alla base delle creazioni targate Jimmy Choo.
Moda. Dalla nascita della Haute Couture a
oggi, di Sofia Gnoli,
Carocci, 252 pp., 34 euro
In principio fu Sir Charles Frederich Worth,
primo sarto inteso non più come semplice artigiano, ma come ideatore di fogge
con collezioni stagionali. Poi nacque il genio rivoluzionario di Madamoiselle
Coco Chanel e da allora la moda non ha smesso di emozionare e regalare talenti
eterni. In questo volume, un excursus storico che ricostruisce tappe e punti
fermi della moda, dall’haute couture al pretàporter, fino alla
globalizzazione e al fast fashion.
Hermès. L'avventura del lusso, di Federico Rocca, Lindau, 256 pp.,
21 euro
Era il 1837 quando al numero 55
dell’elegante Rue Basse-du-Rempart di Parigi Thierry Hermès apre una
manifattura di finimenti per cavalli che conquistano l’aristocrazia europea e
la rampante borghesia francese. Nel 1897 avviene la svolta: la casa, ora
guidata dal figlio Charles-Émile (nella nuova, storica sede di 24, Rue du
Faubourg Saint-Honoré), mette in commercio il Sac Haut à Courroies, una grande
borsa in cuoio destinata a contenere sella, briglie, morsi e bardature varie.
Presto, però, si scopre che al posto di sella e briglie la borsa può ospitare
una gran quantità di oggetti differenti, tutti quelli che un vero viaggiatore
desidera avere con sé, ovunque nel mondo e in qualsiasi momento. Hermès entra
così nel mercato della moda. E fu tempo di Birkin, Kelly, Costance...
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