Segni
particolari dello stile di Enrico Coveri (1942-1990) i colori. Questi divengono la chiave d’accesso a una moda entusiasta
ed energica, che vuole trasmettere allegria e ottimismo: gli stessi cardini su
cui si fonda anche la filosofia di vita dello stilista. Ogni nuance si carica di una forza cromatica che parla, grida e ride:
coinvolge il mondo in un’euforica ed esaltante esperienza nel mondo della moda,
spostando inevitabilmente l’attenzione da quelli che fino ad allora sono stati
considerati i dettami e i riferimenti estetici. Una sorta di ribaltamento
carnevalesco, che nel colore trova la sua guida. È così, quindi, che i rossi diventano rossissimi, i gialli
perdono ogni pudore, gli aranci si fanno sfrontati, mentre il verde, il fucsia
e il lilla gareggiano per sorprendere. La meraviglia del colore diventa lo
slogan della cifra stilistica firmata Enrico Coveri, che sin dagli esordi
dimostra di avere un’anima da protagonista indiscusso. L’Herald Tribune del 1978 così commenta
la sua moda: “…c’è ironia e senso del
colore, in una delle più belle collezioni presentate a Parigi”. Un senso
del colore che diviene il leitmotiv delle sue linee, sia femminili che
maschili, e che consente di riconoscere la sua impronta in ogni dove. Non vi è
da stupirvi, quindi, se l’uomo Coveri indossa blazer rosa o violetto, dai rever
luccicanti. Un dominio cromatico che cede il posto solo e soltanto a un altro
dettaglio grazie al quale abiti e accessori splendono di luce propria: le paillettes. Queste diventano un
elemento di utilizzo diffuso per lo stilista, al pari delle catene per
Mademoiselle Chanel (Le Figaro commentava così “le paillettes stanno a Coveri come le catene a Chanel”, sulla scia
di una proporzione dello stile, volta a ricercare l’effetto meraviglia nel
rispetto delle regole del glamour e dell’eleganza).
Enrico Coveri presenta la sua prima
collezione nel 1978 a Parigi alla Cour Carrè del Louvre: una sfida che vale
doppio per lo stilista, visto che si trova nella capitale della couture e dell’eleganza
classicamente intese. Un approdo nella Ville Lumière che avviene da
giovanissimo, provenendo da Firenze – per la precisione Prato – dove ha
frequentato l’Accademia di Belle Arti, ha lavorato in teatro come scenografo e
costumista ed è stato indossatore. Dal
1976 inizia una nutrita esperienza di stilista da Touche, che dura per nove
anni: si tratta di un periodo che gli consente di esprimere molto di sé e del
suo stile, di affinare le proprie visioni, focalizzando la sua cifra estetica e
delineando sempre di più la sua immagine talentuosa. In altre parole, rappresenta il lasciapassare per conquistare con
successo – e al primo colpo – la scena parigina della moda. La sua ascesa è
folgorante tanto da conquistare pareri e approvazioni da tutto il mondo. Nel 1987 Parigi gli consegna la Grande Médaille de Vermeil, mentre
l’Italia lo promuove commendatore prima dei 35 anni previsti dalla legge.
Seguono altri attestati e riconoscimenti internazionali, che celebrano una moda
adrenalinica in grado di scuotere gli animi e gli umori dalle canoniche
interpretazioni del prêt-à-porter e gli consente di avere clienti del calibro di Liza Minnelli, Joan Collins, Sophia Loren,
Margot Hemingway, Vanessa Redgrave, Bianca di Savoia.
Enrico Coveri è ormai
lanciato nel firmamento dello stile, tanto da sviluppare diverse collezioni
attorno alle quali si declina il suo ideale estetico e creativo: nel 1982 nascono le linee Sportwear, Jeans
e Junior (fino ai 14 anni); nel 1983 è l’ora di Enrico Coveri Baby, seguita più
avanti da Premiers Jours, dedicata ai neonati; nel 1985 battezza You Young,
etichetta per le più giovani a cui segue la versione maschile. Firma il
design per la casa, il make-up, gli accessori, l’abbigliamento sportivo, le
pellicce, i profumi – tra i quali il più famoso, per l’appunto, si chiama Paillettes. In ogni caso, una sciarada di colori, tripudio di una
creatività unica e inimitabile, che si è imposta nella scena del costume per la
sua autentica ironia sapientemente combinata allo stile più raffinato, complici
luccicanti sfumature di glamour. Ogni aspetto della vita diviene fonte
d’ispirazione per Enrico Coveri, che lo reinterpreta con l’irriverente tocco
del colore, con il quale ne enfatizza le caratteristiche più nascoste, alla
volta della ricerca di un’avanguardia stilistica che si spinge oltre la
meraviglia cromatica.
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