Dalla moda alla cultura, passando per le vie dell’arte. Questo e molto altro ancora
è quello che si può vedere in mostra a Prato in un’esposizione dedicata a uno
dei protagonisti del made in Italy qual è stato Enrico Coveri.
Irriverente, sconvolgente,
esilarante, la sua moda ha stravolto con la forza del colore lo stile,
traghettando su abiti e accessori sferzate d’ironia e allegria. Oggi come
allora, la stessa brillantezza regna sovrana negli spazi dell’auditorium della
Camera di Commercio di Prato, città natia dello stilista amico di Andy Warhol e Keith Haring, dove il suo estro trova valorizzazione tra vestiti, bozzetti,
fotografie, copertine patinate, storyboard e video di sfilate. Un’immersione totale nell’universo targato
Coveri, ma soprattutto nel colore e nella sua forza espressiva, nel suo valore
semantico ed emozionale: un’esperienza unica nel suo genere, che
suggestiona il visitatore inducendolo a una piacevole – e per nulla scontata –
scoperta. A fare da guida, per l’appunto, il colore. Un colore che sussurra,
dice, evoca: in ogni caso, in modo più o meno dirompente, riporta alla mente
ricordi passati, ma pur sempre attuali perché nati dall’estro di uno dei geni
indiscussi della moda italiana. Una forza espressiva pressoché unica, che
permea gli ambienti così come lo speciale allestimento in linea, ovviamente,
con il concept della mostra.
Il percorso espositivo non è meramente biografico e non mira
nemmeno a ripercorrere fase dopo fase in modo didascalico l’evoluzione
artistica dello stilista. Piuttosto, vive di emozioni, cogliendo gli elementi
realmente innovativi dell’universo Coveri. Uno spirito che trapela già nel sottotitolo, “Da
Prato al Made in Italy”: un excursus sentito e partecipato di quelli
che sono stati i momenti salienti della sua storia, dal rapporto folgorante con
l’arte – autenticato dall’amicizia con Andy Warhol, che disegnò personalmente
il marchio Coveri, e Keith Haring (un tessuto color fucsia corre lungo lo
scalone, riportando il riconoscibilissimo tratto grafico dell’artista) – al
ruolo centrale di New York per quei mitici anni ’80, dal debutto parigino nel
1978 all’ascesa inarrestabile nel panorama della moda internazionale. Un viaggio infinito nella cultura a tutto
tondo, caratterizzato da due note dominanti - la moda e l’arte -, alla scoperta
del Coveri pensiero, riflesso speculare della sua stessa esistenza: lo
stilista, infatti, viveva con allegria e brio, riuscendo in una perfetta
contaminazione tra i due universi che tanto lo affascinavano.
Esposti una dozzina di abiti, tra cui svettano le luminescenze di quelli
con le paillettes indossati da manichini sospesi a mezz’aria all’ingresso, una decina di quadri dipinti in qualche
caso per lui da Urano Palma, Gianni Dova, Luciano Bartolini, Gianni Bertini e
molti altri. A corollario, fotografie a
firma dei più grandi interpreti – Bill
King e Olivero Toscani in testa
- e immortalanti le modelle che
sarebbero poi divenute top: da Claudia Schiffer a Carré Otis, da Milla Jovovich
a Naomi Campbell.
Coveri Story – Da Prato al Made in Italy
Auditorium della Camera di Commercio di Prato, via del Romito 71
Fino al 18 gennaio
Lunedì-venerdì 10.00-12.00/16.00-18.00; sabato e domenica
10.00-13.00/14.00-19.00
Ingresso gratuito
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