"Se
le mie foto sono esposte nelle gallerie o nei musei tanto meglio. Ma non è per
questo che le ho realizzate". Così affermava senza mezze misure Helmut Newton, il cui lavoro si
svolgeva solo su commissione, per riviste come "Elle",
"Vogue", "Harper's Bazaar" e "Vanity Fair", o per
grandi case di moda. A otto anni dalla sua morte, Parigi, nelle prestigiose
sale del Grand Palais, rende omaggio al poliedrico fotografo – tedesco di
nascita, con cittadinanza australiana e dalla lunga permanenza nella Ville
Lumière - con la prima grande
retrospettiva al mondo della sua opera: 250 scatti scelti dalla moglie e musa ispiratrice June Browne – alias Alice Springs - sui temi newtoniani, come i nudi, i ritratti, l'erotismo, l'humour.
Immagini in bianco e nero o a colori,
tra cui Polaroid, provini e opere editoriali, che raccontano di donne forti e sensuali, in bilico tra libertà,
ricchezza, lusso e moda. Una visione
realistica e a volte cruda,
la sua, che ha cambiato il modo di vedere le cose, illustrando con
un tocco d’ironia i giochi di soldi e di potere in una società decadente dove
donne affascinanti e seduttrici
sembrano dominare gli uomini, facendoli apparire quasi superflui. Una fotografia a tuttotondo che si colora
di note fashion e glamour. Dalle
pagine di Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, Vanity Fair e Marie Claire, ecco uscire
le immagini legate alle griffe internazionali più famose, Chanel e Yves Saint
Laurent in testa. “Una buona fotografia
di moda deve assomigliare a tutto tranne che a una fotografia di moda. A un
ritratto, a una foto-ricordo, a uno scatto di paparazzi...”, sottolineava
Newton: e quindi, foto espressive, alle
volte provocatorie, spesso scandalose, ma che in ogni modo non sono mai passate
inosservate né hanno lasciato indifferenti chi le ha guardate.
Anche i
ritratti realizzati alle star e ai potenti del mondo – da Liz Taylor a Andy
Warhol, da Paloma Picasso a Mick Jagger, da Margareth Thatcher all’Aga Khan, da
Salvador Dalì a Catherine Deneuve – ne rivelano lo spirito dissacrante, sempre
attento a immortalare divertito la forza e il significato evocativo,
spingendosi oltre la notorietà e ogni qualsivoglia fraintendimento. “Mi piace fotografare le persone che amo,
quelle che ammiro e quelle che sono celebri, soprattutto quando lo sono per
delle cattive ragioni”, precisava Newton.
Che si trattasse d’immagini di moda
piuttosto che di nudi o ritrattistica, per lui l’arte della fotografia voleva dire desiderio di scoprire, voglia di
emozionare, gusto di catturare. Un intento perseguito e rispettato con successo grazie a
scatti dalla sintesi sublime di maestria concettuale e spregiudicatezza
estetica, rappresentativi di messaggi inequivocabili, diretti ed essenziali.
Il percorso della
mostra è strutturato per aree tematiche - moda, nudi, campagne
pubblicitarie, ritratti – che indagano e svelano i molteplici aspetti della
carriera del fotografo. I visitatori hanno inoltre l’opportunità di conoscerne
meglio la figura per mezzo di interviste e video che mettono in luce gli
aspetti più intimi e meno noti al grande pubblico e di ripercorrere la storia
del rapporto con la moglie grazie al film Helmut by June, prodotto dalla
stessa June Brown. Un’unione nata da un matrimonio e proseguita con un
sodalizio professionale che ha visto trasmigrare la compagna al mondo della
fotografia (con lo pseudonimo Alice Springs), per diventarne il braccio destro
- complice e onnipresente – nonché l’organizzatrice dei set dei suoi scatti,
oltre che l’editrice dei suoi libri.
Helmut Newton
Fino
al 17 giugno 2012
Grand
Palais – Galerie Sud-Est
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