Stephen Jones,
eccentrico e sofisticato modista
inglese, interprete della creatività contemporanea nella sua più affascinante
complessità, nasce a Kirby, Liverpool. Studia moda alla Saint Martin’s
School of Arts dal 1976 al ’79, diventando uno degli intransigenti pionieri del
leggendario stile “nightclub Blitz”,
sempre divinamente vestito e incoronato dall’immancabile e impressionante
cappello di suo personale eccentrico disegno.
Una
passione quella per i copricapi che tende ad avere il sopravvento tanto da specializzarsi
in modisteria per farne una vera e propria professione d’artista. Una passione
che diviene lavoro nell’80 con l’apertura del suo primo salone all’interno di
una boutique di moda a Covent Garden, in men che non si dica meta di pellegrinaggio
di divi e divine. In breve tempo, diventa uno
dei personaggi più in vista della Londra dei New Romantics: frenetico
frequentatore della vita notturna della capitale, stringe amicizie importanti
con personaggi del mondo della musica, dell’arte e della moda. Tutti portano i
suoi cappelli: Steve Strange e Boy George (viene addirittura invitato
a apparire nel video dei Culture Club della canzone culto Do you really want to hurt me?), Spandau Ballet e Grace Jones
tra i suoi primi estimatori. Re dei cappelli per le due decadi ’80 e ’90, veste
le teste dei volti più famosi della musica, così come di modelle e attrici per
la pubblicità, il teatro e il cinema. La
sua creatività sembra inesauribile e soprattutto indipendente dai trend della
moda. La sua capacità innata di captare e interpretare l’ispirazione lo porta a
collaborare con le griffe dell’alta moda e del prêt-à-porter: Jean-Paul Gaultier, Claude
Montana, Thierry Mugler, Comme des Garçons sono solo alcuni che,
riconoscendone l’indubbio talento, nell’84 lo portano a Parigi a creare
collezioni per loro. Nel ’90 lancia Miss
Jones e Jonesboy, linee di grande diffusione. Sbarca sui mercati asiatici,
conquistando particolare favore in
Giappone dove ha diverse linee di accessori prodotte su licenza ed è
consulente artistico della casa di cosmetici Shiseido, dove crea colori per più
di 200 “beauty parlours”.
I suoi cappelli fanno
parte delle collezioni di moda del Victoria & Albert Museum di Londra, del
Brooklyn Museum di New York, del Kyoto Art Museum in Giappone e dell’Australian
National Gallery of Canberra. Non solo…hanno preso parte a importanti mostre
come Addressing the Century alla
Hayward Gallery di Londra e Art and
Fashion al Museum of Modern Art di San Francisco.
Oltre all’estro creativo avveniristico, a Jones va riconosciuto il merito di aver
reso la modisteria moderna e irresistibile. I suoi idealistici cappelli,
squisitamente e artigianalmente elaborati, sintetizzano
il fashion mood del momento, complici l’utilizzo
di materiali spesso estremi e inusuali e la realizzazione di modelli in bilico tra raffinato e bizzarro, ma sempre
e comunque di gran classe.
A distanza di più di venticinque, lo spirito creativo che
ha definito un’era di “Jones” continua ad attrarre una clientela di “celebrities” so cool quali Kylie Minogue, Madonna,
Mick Jagger e Dita von Teese.
Un estro che, come nella migliore delle tradizioni, è
stato protagonista di felici collaborazioni cinematografiche, a conferma delle
contaminazioni tra le molteplici forme espressive artistiche: ha creato
cappelli per “W.E.” diretto da
Madonna e Audrey Tatou nel film “Coco
avant Chanel” che ha ricevuto nomination ad ambiti premi quali BAFTA, César
e Oscar.
Come riconoscimento di questi risultati Stephen Jones è
stato definito “ il Designer Real” dalla
“Faculty of Royal Designers for Industry” ed ha conseguito un ordine dell’Impero
Britannico da Sua Maestà, Regina Elisabetta II.
Ora, come sempre, nelle avanguardie della moda, i suoi
accattivanti cappelli, complici le copertine delle più famose riviste e i
display delle vetrine “animate”, si trovano nei
negozi più eleganti e importanti nel mondo.
Dalle sfilate alle gare, passando per le feste nei
giardini reali, la modisteria di Stephen Jones aggiunge il punto esclamativo
all’affermazione della moda.
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