“K” di Kaiser e di Karl. In entrambi i casi ci si riferisce a lui – Karl Lagerfeld - creatore, direttore
artistico di Chanel dal 1982, stilista prêt-à-porter donna di Fendi, mente
artistica di una sua linea più commerciale in vendita esclusivamente on line
– definita da lui stesso prêt-à-porter
masstige ("prestigio per le masse"), attivo con Hogan in una special collection che ormai si rinnova ad
ogni stagione, impegnato in infinite
collaborazioni che, in ogni modo, testimoniano la sua vocazione per le forme artistiche espressive, prime su tutte la moda e
la fotografia. Eh già, perché KK – Kaiser
Karl – da sempre coltiva, con la stessa dedizione riposta nel versante
fashion, l’arte fotografica, ideando e realizzando spesso le campagne
pubblicitarie, firmando celebri calendari come l’edizione Pirelli 2011,
diventando protagonista di personali dall’indubbia valenza artistica.
Addirittura, quando nel 2008
al governo francese si pone l’urgenza di una campagna per la sicurezza stradale
e in particolare sul giubbotto alta visibilità da indossare una volta fermi
sulla carreggiata, un pool di esperti ha scelto proprio lui come personaggio
chiave in grado di far leva su un pubblico così vasto ed eterogeno. Dalla sua
designazione allo slogan “E’ giallo, è
brutto, non si abbina con niente, ma può salvarvi la vita” il passo è stato
breve e Kaiser Karl ha dimostrato ancora una volta la sua capacità
comunicativa, in grado di spaziare dall’haute couture alle masse, senza tralasciare
gli aspetti più glamour. Classe 1933 (anche se lui sostiene 1938), diet coke addicted,
fedelissimo al suo total black look e ai suoi guanti senza dita, amante delle
camice bianche dal collo alto in perfetto stile Luigi XIV e dalle machette
importanti, Kaiser Karl con la
fotografia esprime un lato tutto particolare della sua poliedricità.
Appartenente a una prestigiosa famiglia tedesca, si appassiona da subito alle
arti figurative e in particolare alla fotografia. Una passione perpetuata e coltivata nel tempo ma praticata solo a
partire dal 1987 con una serie di istantanee scattate a Inès de la Fressange,
modella simbolo di Chanel per quel decennio e attuale icona di stile parisien. Da allora lo stilista ha esplorato il settore in diverse
direzioni, per conoscere la materia da ogni punto di vista - anche quelli
più nascosti - e comprenderne procedure, misteri, significati, emozioni. Non
sufficientemente soddisfatto, ha testato
le diverse soluzioni tecniche disponibili, quasi a voler appurare ogni
dubbio e arricchire il suo profilo conoscitivo. Se questo era l’intento, Kaiser
Karl ancora una volta ce l’ha fatta, centrando in pieno l’obiettivo. Eccolo
infatti parlare con padronanza della materia
e delle specificità settoriali. “Per
la stampa ho una netta preferenza per il procedimento Fresson – sottolinea
- con dei colori un po' velati. Il
Technicolor, invece, non m’interessa”. Variegato il genere da lui
immortalato: dalle istantanee intimistiche - spesso in bianco e nero, scattate
in ambienti fiabeschi come il parco di Versailles – passa con disinvoltura alle
fotografie che ruotano intorno al mondo della moda, come il ritratto di Linda
Evangelista, trasfigurata da un trucco pesante su tutto il viso (1992) o
l’immagine di Karen Elson – fotomodella e cantante – ispirata
all’espressionismo tedesco (a conferma della sua vocazione artistica a tutto
tondo, amante delle contaminazioni) o ancora quella in cui strizza l’occhio a
Coco Chanel, con una scena ricreata ad hoc ai piedi della famosa scala con il
gioco di specchi che permetteva a Mademoiselle di osservare - senza essere
vista – le reazioni del pubblico durante le sue sfilate. È buona abitudine
dello stilista tenere sempre con sé una macchina fotografica: “La foto fa parte della mia vita. Ormai guardo
il mondo attraverso l'obiettivo. Credo di aver avuto più successo nella moda da
quando ho iniziato a praticare la fotografia. Esiste una relazione creativa tra
le due attività”. Caustico e modernista, innovativo al punto tale di
idolatrare un elitismo di massa,
Kaiser Karl appare refrattario alla nostalgia e orientato al futuro. Questo il
motore che lo spinge a fare, non lasciando nulla per intentato, e a non
fermarsi mai.
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