venerdì 23 novembre 2012

LEISURE_Fashion Clicks in mostra a Lugano








Ripercorrere trent’anni di moda (dai ’50 agli ’80) per mezzo di scatti fotografici che ne immortalano la bellezza e l’autenticità, scandendone l’unicità creativa e l’inconfondibile maestria.
Un periodo che ha fatto la differenza, gettando le basi per il senso della moda comunemente inteso; che hanno visto il graduale passaggio dall’haute couture – élitaria e sofisticata, destinata a pochi privilegiati – al prêt-à-porter, pensato per tutti, pronto da indossare e volto a testimoniare in modo speculare gli inevitabili cambiamenti sociali. Una moda che, in ogni caso, lussuosa o pratica che sia, si è sempre fatta portabandiera della cultura del suo tempo, enfatizzandone i tratti caratterizzanti e rappresentandone, di volta in volta, le evoluzioni, nella creazione di un binomio indissolubile tra istanze e forme, valori e immagine.
E la fotografia ha fatto la sua parte, con il suo avvicendarsi di bianconero e colore, volto a immortalare le radici dell’immagine, da un lato, e la modernità dei dettagli, dall’altro. Una dicotomia pressoché infinita tra scena e retroscena, noto e percepito, realtà e fascinazione, caratterizzata da una continua interferenza lungo la quale è possibile rintracciare abiti, volti, corpi, sfondi, per tracciare un’identità dello stile, in perpetua oscillazione tra lucenti bellezze e cruenti particolari, quintessenza di banale e sublime.
Tutto questo – e molto altro ancora – è ora visibile in una speciale mostra fotografica, allestita alla Photographica FineArt di Lugano. Esposti, gli scatti di grandi fotografi di moda e le loro più significative immagini apparse su importanti testate quali Vogue, Harper’s Bazaar ed Elle. Dal 6 dicembre fino al 4 gennaio sarà possibile spaziare ad ali spiegate nel meraviglioso mondo della moda, percorrendo alcune delle tappe più emblematiche della scena del costume e di prestigiose Maisons. Il tutto a firma di grandi nomi. Et voilà! che come per incanto si materializza davanti agli occhi del visitatore Vionnette, l’immagine creata da Irving Penn, i cui toni della stampa al platino restituiscono tutta la morbidezza delle ombre. O ancora, scatti come quelli di Normann Parkinson, in grado di mettere in scena, per esempio, un balletto vitale con la modella rivestita a scacchi bianchi e neri, anima della swinging London degli anni ’60, o Jean Shimpton che porta un cappellino di Mary Quant per Cadbury, evocando la nascita di un sistema in cui la modella diviene immagine simbolo. E via a seguire con JeanLoup Sieff, che molto sembra attingere all’heritage culturale di Man Ray per la realizzazione di uno scatto elegante e ricco di fascino qual è quello che immortala la schiena della modella con un delicatissimo pizzo di Yves Saint-Laurent (1970), emulando l’immagine del Violon d’Ingres. Ecco quindi le fotografie di Frank Horvat, a cui va il plauso d’aver impreziosito alcune tra le più belle pagine delle riviste di moda degli anni ’60 e ’70: un modo, il suo, di scattare che trasmette la stessa naturalezza percepibile nei suoi memorabili reportage di viaggio, come, nel caso dell’immagine di Coco Chanel sulle scale delle quinte mentre osserva di nascosto la sua sfilata.
E se la fotografia ama esplorare i meandri dell’arte per percorrere tutte le possibili contaminazioni, gli scatti di Karl Lagerfeld mettono in mostra gli aspetti più architettonici del lusso e dell’eleganza, frutto di precisi tecnicismi, studiati e seguiti con cura. William Klein, invece, interviene dissacrando l’immagine con tratti di colore rosso volti a evidenziare lo scatto scelto da ingrandire. Helmut Newton, dal canto suo, con un occhio voyeurista entra nel set fotografico per rubare immagini sensuali. Carlo Orsi e Gianpaolo Barbieri, tra i più grandi interpreti della moda italiana di quegli anni, attraverso singole individualità costruiscono un percorso di sperimentazione visiva, che porta al mondo dei consumi. Alexander Borodulin, Bob Carlos Clarke e Max Vadukul, invece, spostano il loro obiettivo dalle passerelle del lusso alla strada, dove i dettagli edonistici divengono gesti indomabili e colori acidi, terreno fertile per la sperimentazione di un immaginario che spazia dal punk alla new wave, attorniato dallo scorrere della vita e dagli sguardi della gente.
In mostra anche alcune immagini di Twiggie, firmate da Bert Stern, mix di glamour, romanticismo e sensibilità: uno stile personalissimo e pratico al punto da essere ricercato per la sua essenzialità espressiva.
Last but not least, alcuni scatti del grande Franco Rubartelli, che ha creato la propria immagine di fotografo di moda, lavorando a stretto contatto con la sua compagna e musa, la modella tedesca Vera Gottliebe von Lehndorff, probabilmente più nota come Veruschka.

Tutte le immagini dell’esposizione sono in vendita

Fashion Clicks
Photographica FineARt Lugano
Dal 6 dicembre 2012 al 4 gennaio 2013
martedì – venerdì 9.00-12.30/14.00-18.00; sabato su appuntamento

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