Dicasi
Pop Art,
quella corrente artistica secondo la
quale gli esponenti che vi appartengono scelgono di guardare e raffigurare il
mondo così come appare ai loro occhi di abitanti di una grande città
metropolitana. Un senso del reale spiccatamente opposto a quella dirompente
voglia di energia naturale, tipica dei predecessori dell’action painting.
Il mondo degli artisti Pop è per così dire
artificioso, profondamente lavorato e plasmato dalla tecnica. È una dimensione composta da tutte quelle
figure figlie dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto visivi, tra
i quali spiccano la fotografia, il cinema, la televisione, la stampa popolare,
lo spettacolo dei grandi concerti rock, nonché
dal pacchetto commerciale, destinato alla grande diffusione, e dalla pubblicità, rea confessa d’aver
arricchito oltremodo l’universo visuale. Ma non è tutto…Il mondo degli artisti Pop è affollato di macchine, che spaziano dagli
elettrodomestici ai treni della metropolitana, dalle automobili agli aerei.
La moda, dal canto suo, da sempre veicolo dei
cambiamenti sociali e culturali, ha contribuito non poco a produrre quella
figura del contemporaneo che affascina e impegna gli esponenti Pop, Andy Warhol
in testa. Quest’ultimo, infatti, una volta in Italia ha affermato che gli unici
artisti italiani attuali sono i grandi stilisti. Tuttavia, è qui opportuno
porre una piccola distinzione: quella
che più o meno direttamente esercita un’influenza sugli artisti Pop, facendo
parte integrante del loro particolare mondo di vissuto, è la moda di strada,
singolare branchia del costume tout court inteso. Si tratta di una moda creata collettivamente, determinata da
piccole e originali invenzioni, di cui spesso nessuno conosce l’autore, e
continuamente formata e riformata da una serie
infinita d’imitazioni, aggiustamenti, perfezionamenti, enfatizzazioni,
cambiamenti e contraddizioni, che si propagano con istinto fulmineo in
quella rete di rapporti – naturale
quanto complicata – che unisce le minoranze più piccole e sensibili alla maggioranza,
pronta ad accettare ogni proposta anticonformista. Unico caposaldo in questo turbinio di modifiche e aggiornamenti,
quell’elemento di popolarità – o, per dirla in modo speculare, di
programmatica e virtuale povertà – che, da subito, ha caratterizzato i tre capi
d’abbigliamento fondamentali della moda di strada e dall’essenza autenticamente
Pop: i jeans, le T-shirt, il giubbotto
(di stoffa o di pelle). Un intricato
e irrefrenabile legame quello tra moda e Pop Art, che ha finito per conquistare
intere generazioni, facendosi proclama assodato di un anticonformismo
affascinante e irresistibile, in grado di travolgere come mai nient’altro prima
le grandi masse. Una corrente
sociale e culturale divenuta, in men che non si dica, uno strumento di
conquista, rivolto, in prima istanza, alla sfera attinente il costume (inteso
sia nella semplice accezione di vestito che di sistema di comportamento, seppur
simbolico, di massa).
Nessun commento:
Posta un commento