giovedì 15 novembre 2012

ART & CULTURE_Tra Pop e Art: in mezzo sfumature di moda











Dicasi Pop Art, quella corrente artistica secondo la quale gli esponenti che vi appartengono scelgono di guardare e raffigurare il mondo così come appare ai loro occhi di abitanti di una grande città metropolitana. Un senso del reale spiccatamente opposto a quella dirompente voglia di energia naturale, tipica dei predecessori dell’action painting.
Il mondo degli artisti Pop è per così dire artificioso, profondamente lavorato e plasmato dalla tecnica. È una dimensione composta da tutte quelle figure figlie dei mezzi di comunicazione di massa, soprattutto visivi, tra i quali spiccano la fotografia, il cinema, la televisione, la stampa popolare, lo spettacolo dei grandi concerti rock, nonché dal pacchetto commerciale, destinato alla grande diffusione, e dalla pubblicità, rea confessa d’aver arricchito oltremodo l’universo visuale. Ma non è tutto…Il mondo degli artisti Pop è affollato di macchine, che spaziano dagli elettrodomestici ai treni della metropolitana, dalle automobili agli aerei.
La moda, dal canto suo, da sempre veicolo dei cambiamenti sociali e culturali, ha contribuito non poco a produrre quella figura del contemporaneo che affascina e impegna gli esponenti Pop, Andy Warhol in testa. Quest’ultimo, infatti, una volta in Italia ha affermato che gli unici artisti italiani attuali sono i grandi stilisti. Tuttavia, è qui opportuno porre una piccola distinzione: quella che più o meno direttamente esercita un’influenza sugli artisti Pop, facendo parte integrante del loro particolare mondo di vissuto, è la moda di strada, singolare branchia del costume tout court inteso. Si tratta di una moda creata collettivamente, determinata da piccole e originali invenzioni, di cui spesso nessuno conosce l’autore, e continuamente formata e riformata da una serie infinita d’imitazioni, aggiustamenti, perfezionamenti, enfatizzazioni, cambiamenti e contraddizioni, che si propagano con istinto fulmineo in quella rete di rapporti – naturale quanto complicata – che unisce le minoranze più piccole e sensibili alla maggioranza, pronta ad accettare ogni proposta anticonformista. Unico caposaldo in questo turbinio di modifiche e aggiornamenti, quell’elemento di popolarità – o, per dirla in modo speculare, di programmatica e virtuale povertà – che, da subito, ha caratterizzato i tre capi d’abbigliamento fondamentali della moda di strada e dall’essenza autenticamente Pop: i jeans, le T-shirt, il giubbotto (di stoffa o di pelle). Un intricato e irrefrenabile legame quello tra moda e Pop Art, che ha finito per conquistare intere generazioni, facendosi proclama assodato di un anticonformismo affascinante e irresistibile, in grado di travolgere come mai nient’altro prima le grandi masse. Una corrente sociale e culturale divenuta, in men che non si dica, uno strumento di conquista, rivolto, in prima istanza, alla sfera attinente il costume (inteso sia nella semplice accezione di vestito che di sistema di comportamento, seppur simbolico, di massa). 

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