Che cosa hanno in comune Cristóbal Balenciaga
e Comme des
Garçons, tripudio di eleganza sartoriale da un lato e innovazione
concettuale dall’altro? Tutto e molto altro ancora se si parte dal presupposto
che sono protagonisti di due mostre
simultanee allestite presso la Cité de la
Mode et du Design, building parigino di nuovissima accezione
recentemente aperto al pubblico e che per l’occasione ha allestito per
l’appunto queste due esposizioni. Due
geni, cifre stilistiche di contesti ed epoche diversi, ma riuniti da
un’ingegnosa e singolare creatività: il gran maestro della couture da una parte
e l’estro lungimirante e avveniristico dall’altra, sintesi emblematica in entrambi i casi di un’immaginazione visionaria
che, in modi differenti, ha codificato il savoir-faire e lo stile in forme,
tagli e volumi.
La mostra dedicata a Cristóbal
Balenciaga (1895-1972)
conta 70 costumi e oggetti
d’abbigliamento raccolti dallo stilista lungo il corso della vita e per lui
fonte inestimabile d’ispirazione. Una
collezione magnifica e unica che include corsetti, boleri in velluto e mantelli
del XVIII, XIX e XX secolo è esposta a fianco di quaranta abiti e cappotti haute
couture creati da Cristóbal Balenciaga tra il 1937 e il 1968. Abiti ma non solo…a rappresentare lo stile di vita e il
profilo attitudinale dello stilista, accessori, fotografie, disegni, bozzetti e
libri d'arte a lui appartenuti, per un insieme espositivo concepito come una
sorta di conversazione tra creazione e patrimonio culturale, summa
esplicativa della passione di Balenciaga per la storia in senso lato.
Al couturier il merito non indifferente di
aver liberato le donne dai corsetti, vestendole con abiti trasformati e
innovati nella loro essenza per merito di una sorta di ricetta magica che ha
rivisitato le forme e i tagli, ridefinendo la silhouette, ampliando le spalle e
eliminando il pinto vita. Mademoiselle Chanel l’ha descritto come uno dei rari
designer nella storia della moda ad aver utilizzato
le mani per disegnare, tagliare e cucire i suoi modelli. Complice senza
ombra di dubbio questa innata abilità manuale - sapientemente dosata alla
capacità di spingersi oltre la semplice funzionalità estetica di un modello - nel 1955 disegna l’abito tunica,
trasformato nel 1957 nella famosa robe
chemisier. Nel 1959 raggiunge la
consacrazione nell’Olimpo dei divini grazie alla linea Impero che propone abiti a vita alta e cappotti tagliati come
kimoni. Dalla purezza elegante delle linee all’haute couture il passo è
breve: le sue creazioni degli anni ’60
sono veri e propri capolavori scultorei, frutto di una sartorialità
maturata negli anni e di un’attenta dedizione riposta nello studio della
perfezione formale. Un destino per così
dire tracciato quello di Balenciaga, che comincia a respirare aria di moda in
famiglia, in particolare per merito della madre sarta. Da bambino sogna di
disegnare abiti per l’alta società. Un sogno che diventa ben presto realtà,
quando durante l’adolescenza incontra la Marchesa
de Casa Torres, sua prima cliente e mecenate, che lo manda a Madrid a formarsi
in sartoria. Il successo è quanto mai rapido: nel 1919 apre una boutique a San
Sebastiàn, a cui seguono i negozi di Madrid e Barcellona. I suoi modelli classici ed essenziali incontrano i gusti della
monarchia spagnola e dell’aristocrazia, tanto che la Regina Fabiola del Belgio,
la principessa Grace di Monaco e la duchessa di Windsor diventano ben presto
sue clienti. Al suo lavoro – quintessenza di eleganza e purezza - s’ispirano stilisti del calibro di Oscar de
la Renta, André Courrèges, Emanuel Ungaro e Hubert de Givenchy. Nel 1937 è
la volta di Parigi: la Maison apre su avenue George V.
Dal
nero essenziale di Balenciaga al bianco glaciale della giapponese Rei Kawakubo,
stilista di Comme des Garçons,
per incontrare lo stile minimalista avanguardistico del secondo protagonista in
mostra. White Drama il titolo dell’esposizione, che vanta l’ultima
collezione primavera-estate al completo: modelli
monocromatici dominati dal bianco puro, colore-non colore declinato in tutte le
sue sfumature a traduzione cromatica delle diverse fasi della vita. Ecco
quindi sfilare fluide la nascita, il
matrimonio, la morte e la trascendenza in un’installazione creata dalla
designer stessa. 40 anni di attività alle spalle fanno di Rei
Kawakubo uno fra i
talenti contemporanei più originali. Numerosi i riconoscimenti ottenuti tra cui
un dottorato honoris causa dal Royal College of Art di Londra.
Cristóbal
Balenciaga e Rei Kawakubo: due universi, due cifre stilistiche, due visioni con
cui approcciarsi allo stesso modo alla moda. Diversi nelle forme, sono però legati dal disinteresse per le ultime tendenze. Balenciaga in un modo e Rei Kawakubo in un altro, hanno sempre seguito
le loro intuizioni, spingendosi oltre la temporanea e fulminea interpretazione
di un semplice dictat; hanno scavato a fondo per trovare ed esprimere i
veri contenuti della moda, nella ricerca di uno stile eterno, senza tempo, intramontabile e unico, inconfondibile anche
a un semplice sguardo.
Cristóbal
Balenciaga - Collectioneur de Modes
Comme des Garçons -
White Drama
Cité de la Mode et du Design
- Paris
Dal 13 aprile al 7 ottobre
2012
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