Un testa a testa ambientato in una delle più importanti maison de luxe d’Oltralpe: Louis Vuitton e Marc Jacobs, il passato e il futuro di un’avanguardia stilistica insensibile al trascorrere del tempo, in un mix&match di epoche storiche, culture e tradizioni, stili e personalità. Tratti comuni il culto del bello e la custodia gelosa dell’heritage: per un marchio lanciato nella scalata del mondo intero. Una conquista graduale ma rapida, iniziata dalla produzione di bauli da viaggio e proseguita con la mise en scene di un vero e proprio stile di vita targato Louis Vuitton, esteso ad abbigliamento, accessori, bijoux e gioielleria, sempre e comunque con un occhio di riguardo per il viaggio, vero leitmotiv della maison.
Louis Vuitton (1821-1892)
apprese l’arte di "fabbricante di bauli e impacchettatore” (layetier coffretier emballeur) presso Monsieur Maréchal a Parigi, in rue Saint- Honoré. Nel 1854 lasciò Maréchal per aprire la sua attività a poche centinaia di metri, al numero 4 di rue Neuvedes-Capucines. Sin dall’inizio Louis Vuitton si pose in modo diverso rispetto al vecchio “fabbricante di scatole, di bauli e impacchettatore.” Abbreviò il titolo per ridefinirsi semplicemente “impacchettatore.” A questa semplice ’intestazione aggiunse una decisiva specifica: “Specializzato in confezioni per la moda.” Era l’epoca della nascita dell’haute couture parigina e proprio dietro l’angolo del negozio di Louis Vuitton, in rue de la Paix, Charles-Frederick Worth apriva il proprio atelier. Vuitton fece subito amicizia con lui, tanto che alcuni bauli originali LV mostrano ancora le targhette originali di Worth, che attestavano la stretta collaborazione tra i due uomini.
Come fondatore dell’alta moda, Worth impose nuovi codici e pratiche sartoriali, incrementando il numero degli elementi all’interno dei guardaroba borghesi: abbigliamento per la casa, abiti da giorno, da città, da pomeriggio, da sera e gli inesauribili strati di biancheria intima che strutturavano le enormi silhouette di crinoline insieme all’infinita varietà di cappelli e accessori che argomentavano il numero astronomico di oggetti necessari per un guardaroba completo. Questa fu una combinazione vincente per Louis Vuitton il quale - specializzato nell’impacchettamento di corredi di moda - era il migliore in grado di rispondere alla domanda che cresceva in maniera esponenziale. I primi bauli Louis Vuitton erano ricoperti di tela cerata impermeabile dipinta di grigio (Gris Trianon). Seguirono poi altri motivi per i rivestimenti, fino alle speciali tele da lui brevettate che gli permettevano di distinguere i suoi bauli dagli altri e di proteggerli dalla crescente pratica della contraffazione, già all’epoca ampiamente diffusa: nel 1877 la tela a righe disponibile in diversi colori, nel 1888 la più sofisticata “Damier,” che prevedeva l’inclusione nel motivo del nome L.Vuitton marque deposé e nel 1896 il famoso motivo Monogram “LV”, creato dal figlio Georges”.
Louis Vuitton rimase sempre fedele alle tre motivazioni che guidavano il suo lavoro: migliorare e padroneggiare il proprio savoir-faire, soddisfare appieno i propri clienti e continuare a innovare.
La moda subì una profonda trasformazione nel tardo ventesimo secolo e Marc Jacobs fu parte integrante di questo cambiamento. Negli anni ’80 e ’90, la moda, divenne un’industria globale, forzando una nuova generazione di stilisti a evolversi per incontrare le richieste del mercato. Marc Jacobs dimostrò di essere l’uomo perfetto per questo nuovo modello.
Dopo il diploma nel 1984 dalla Parsons School of Design di New York, venne assunto come stilista da Perry Ellis dove vi rimase fino al 1992. Il 7 gennaio 1997 fu nominato Direttore Artistico della venerabile e 143enne azienda Louis Vuitton. Il suo compito era di introdurre per la prima volta nella storia della maison francese le collezioni prêt-a-porter uomo e donna e una linea di accessori comprendenti scarpe e borse.
Abituato agli intricati meccanismi del mondo commerciale, Jacobs salì sul palcoscenico parigino ben fornito della conoscenza della nuova industria della moda e intenzionato a creare un universo parallelo alla classicissima immagine Louis Vuitton. In modo naturale, Marc Jacobs, chiamò a collaborare con lui artisti quali Stephen Sprouse, Takashi Murakami e Richard Prince, dando vita a particolarissime commistioni tra arte e
moda, divenute esempi per l’intero universo fashion.
In tutti questi anni, navigando tra gli estremi e prendendosi ogni libertà senza alcun preconcetto, Marc Jacobs ha elaborato lo stile Louis Vuitton, definendone al meglio la donna: una donna sempre in movimento e al passo con i tempi.
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