lunedì 2 aprile 2012

LEISURE_Giornate ad arte























In occasione delle Giornate Europee dei Mestieri d’Arte, Milano ha ospitato 4 giornate – dal 30 marzo al 2 aprile – dedicate all’artigianalità e al fare manuale italiano. “Capi d’opera. Le eccellenze del saper fare a Milano e in Lombardia” il titolo della mostra allestita a Palazzo Morando, realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e dalla collaborazione tra Comune di Milano, Raccolte Storiche Palazzo Morando Costume Moda Immagine e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Suppoter d’eccezione per questa prima edizione tutta italiana Vacheron Constantin, marchio orologiero di lusso di primaria importanza, portabandiera e fervido sostenitore dei mestieri d’arte, della creatività, della trasmissione del saper fare, della ricerca dell’eccellenza e della condivisione della passione. Mestieri d’arte, quindi, come fil rouge di un legame tra passato, presente e futuro. La mostra diviene l’occasione per mettere al centro dell’attenzione l’artigianato d’arte, declinato nelle sue diverse tipologie d’attività, rendendolo protagonista dello scenario comune della società e della cultura. Improvvisamente quella tradizione manifatturiera milanese e lombarda, tipica del XIX secolo, viene tradotta in chiave contemporanea e resa fruibile a un pubblico di estimatori o semplici appassionati del mondo dell’arte manuale. Si scopre così che ancora oggi, nonostante l’avanguardia tecnologica, i mestieri d’arte non hanno mai cessato d’esistere, anzi, sono rimasti interlocutori privilegiati del mondo del lavoro perché avanzati e dunque in grado di costituire un’aristocrazia produttiva che mantiene il primato di cui l’economia milanese (e lombarda) andava e va fiera. Un successo targato made in Italy e dovuto proprio alla realtà della “bottega d’arte” rinascimentale, con le sue sperimentazioni e innovazioni: un laboratorio non solo di tecniche ma anche di e soprattutto d’idee. Fucina d’arte e mestiere, essa rivive ancora oggi come emblema dell’eccellenza dell’attività manifatturiera lombarda, divenuta sinonimo di uno stile unico e riconoscibile che abbraccia la moda, il design, la liuteria, il legno, l’oreficeria, ma anche il tessile, la ceramica e così via; un’eccellenza che trova adeguata espressione nel manufatto, ma che al contempo è profondamente orientata a concetti quali innovazione, continuità, competenza, artisticità, creatività, rispetto per il territorio e le identità locali: mestieri d’arte che portano a creazioni inconfondibili, esportate con successo in tutto il mondo. Il segreto di tutto ciò? Generazioni di artigiani-artisti che oggi come allora ripongono passione e creatività in un confronto continuo e diretto con la materia, la storia e l’arte. Pochissime sono infatti le aree europee che possiedono una varietà d’attività, mestieri e tradizioni ricca e vitale come quella lombarda: imprese che affondano le proprie radici nell’artigianato, con il quale continuano a collaborare e che spesso mantengono al proprio interno, conservando uno spiccato valore legato alla “cultura del fare”. A contraddistinguerle un particolare livello qualitativo, avvalorato dallo stretto rapporto con il progettista – architetto o designer che sia – e conseguito tramite una costante e sempre crescente attenzione nei confronti del “fare artigianale”: una vocazione che le porta alla realizzazione di veri e propri “capi d’opera”.

La mostra offre una panoramica necessariamente frammentaria ma utile per risvegliare l’attenzione nei confronti delle professioni d’arte, suscitando curiosità e interesse. Suscitando forse anche passione e, magari, qualche vocazione. Formare una generazione di artigiani-artisti è infatti vitale per fare evolvere l’eccellenza made in Italy; altresì, è vitale risvegliare la passione per il patrimonio materiale e immateriale del Belpaese. Un risveglio che può e deve passare anche attraverso la “cultura del fare”: perché dall’esperienza tattile, dalla creazione di un oggetto, dalla familiarità con i materiali nasce spesso una passione in grado di dare un senso al tempo libero o addirittura a una vita intera.  

Esposte le diverse tipologie di oggetti, prodotte con i materiali più svariati, simbolo della varietà sia di tecniche che di progettualità, quintessenza della ricchezza del fare lombardo, della creatività e delle sue componenti manuali e artigianali: strumenti musicali, gioielli, accessori per la moda, abiti, oreficeria, orologeria, pelletteria, pipe, coltelli, laboratori teatrali, meccanica, ceramica, tessuto, carta, ricamo, metallo, midollino, metacrilato, vetro, ecc. Si passa quindi dalla ricostruzione dei costumi disegnati da Lila de Nobili per Maria Callas nella celebre edizione de La Traviata - firmata da Luchino Visconti e andata in scena alla Scala nel 1955 - al tavolo in acciaio e vetro dell’Atelier Forte; dalle calzature Derby a due fori, in camoscio color maracca con suola cucita Goodyear della Calzoleria Rivolta alla chaise longue Albi, realizzata in faggio con imbottitura in tessuto fitto di midollino dell’azienda Carlo Frigerio; dall’organo portativo da tavolo in legno di quercia e metallo di Casa Pedrini Cremona Organi a Fluttuante, l’abito scultura luminoso in carta seta trattata con colla vinilica firmato dalla figlia d’arte Caterina Crepax, passando per i coltelli dell’Atelier Cedes Milano, le ceramiche di Cinzia Ronchi, le marionette della Compagnia Marionettistica Carlo Colla e Figli, la motocicletta bicilindrica tecno-custom realizzata dalla CR&S di Roberto Crepaldi, la madia in legno di Giuseppe Rivadossi Officina, le vetrate artistiche di Alessandro Grassi, l’abito architettura di Mila Schön, gli argenti di Vhernier, solo per citarne qualcuno.
Opere in mostra, ma non solo: a corollario piccoli laboratori esemplificativi di alcune lavorazioni, dimostrazione di come attraverso alcuni semplici gesti la materia prende forma e si trasforma in “opera”. Emblematici e prestigiosi gli Atelier operativi nel corso della mostra: la Civica Scuola di Liuteria di Milano, la Scuola Orafa Ambrosiana, Valextra, Pino Grasso Ricami Alta Moda, i Métiers d’Art di Vacheron Constantin che per l’occasione, ha invitato Munenori Yamamoto, esponente della Maison Zôhiko, fondata a Kyoto trecento anni fa, per far scoprire la tecnica ancestrale della lacca giapponese “Maki-e” attraverso la decorazione di alcuni preziosi quadranti per il celebre marchio orologiero.

Le Giornate Europee dei Mestieri d’Arte sono dall’Aprile 2011 un appuntamento annuale appoggiato dalle istituzioni pubbliche, che desiderano sostenere un settore dal forte potenziale economico, sociale, territoriale e culturale. Coordinato dall’Istitut National des Métiers d’Art, l’evento è messo in atto dai diversi organizzatori regionali, in sinergia con le comunità territoriali e le reti di associazioni. L’Istitut National des Métiers d’Art, associazione riconosciuta di pubblica utilità e di interesse generale, è la struttura unica di riferimento che sotto la tripla tutela dello Stato mette insieme i protagonisti professionali e istituzionali del settore, a servizio dei mestieri d’arte. Un’opportunità d’incontro per sensibilizzare il pubblico, e in particolare le giovani generazioni, verso le ricchezze di un settore che molto spesso è sconosciuto: e lo fa invitando all’osservazione del lavoro, all’ascolto delle esperienze e delle passioni dei maestri. 

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