È stata inaugurata sabato 3 marzo alla Wave Photogallery la mostra “Gian Paolo Barbieri”. Più di 60 immagini in bianco e nero e a colori che ripercorrono le tappe della carriera artistica di Gian Paolo Barbieri, uno dei più raffinati fotografi di moda di tutti i tempi. Dai primi scatti in cui il fotografo ritrae quelli che diverranno i suoi soggetti prediletti – personaggi dell’alta società e del mondo della moda – alle immagini etniche, riferite agli anni più recenti e scattate durante i viaggi in giro per il mondo, alla scoperta di una dimensione vitale pura e originaria – ecco quindi celebri nature morte legate a campagne come Tahiti Tattoos, Madagascar, Equador. Un modo quest’ultimo, per Barbieri, di raccontare una nuova bellezza, quella di Paesi e popoli lontani, spinto dal richiamo dell’arte e del fascino incantatore esercitato su di lui da Gauguin
Audrey Hepburn, Monica Bellucci, Sofia Loren, Veruschka, Iman, Jerry Hall: con la sua macchina fotografica Gian Paolo Barbieri ha fotografato le più grandi icone di stile di tutti i tempi. Le sue immagini hanno interpretato e dettato l'eleganza della società e oggi sono riconosciute a tal punto di diventare emblema e sintesi della storia della moda e del costume.
Gian Paolo Barbieri nasce a Milano in una famiglia agiata di grossisti di tessuti, impara fin da giovanissimo l’arte di conoscere le stoffe, che gli tornerà utilissima nella sua professione di fotografo di moda. Ma negli anni dell’adolescenza sono altri i luoghi che lo attraggono: i teatri, innanzitutto, che alimentano ed esaltano la sua vena artistica. In seguito scopre il cinema, sua grande passione tanto che nel ’62 lo porterà a Cinecittà, nella Roma della Dolce Vita. Per vivere, nel frattempo, sviluppa e stampa le fotografie che scatta ad aspiranti divi. Ma questo periodo ha durata breve. Il destino lo porta a Parigi, dove lavora come assistente tuttofare del fotografo Tom Kublin. Un’esperienza breve ma intensa che di diritto lo proietterà nel mondo della fotografia, segnando collaborazioni importanti con i grandi della moda italiana – Valentino, Gianni Versace, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré in testa.
“Gian Paolo Barbieri”
Wave Photogallery, Brescia – via Trieste 32
dal 3 marzo al 4 aprile 2012
Hanno detto di lui…
Anna Piaggi
Barbieri, anche se il suo “mestiere” di fotografo ha una definizione internazionale, fa parte di un’élite “locale”. Da riscoprire. E’ quella di una Milano geniale, con un personalissimo penchant al paradosso. Da una parte un naturale e innato talento costruttivo nell’architettura, nel design, nella decorazione…. Dall’altra un filone di surrealismo, di riferimenti accademici trattati con ironia…. Gian Paolo Barbieri è un perfetto esempio di questa precisa espressione che rende la sua fotografia così aperta agli stimoli nuovi e costantemente permeata di Ossigeno Visuale. Straordinario affabulatore, Gian Paolo Barbieri riesce magicamente a tradurre le sue fantasie, le sue avventure di viaggio, il suo amore per il teatro e per il cinema (è stato assistente di Luchino Visconti), in “sets” raccontati, ma soprattutto in un vero culto per la Bellezza Femminile.
Affreschi! Che, rivisti con l’esperienza delle ultime decadi, in contrapposizione alle rivoluzioni della tecnologia contemporanea, assumono a un tratto un carattere gloriosamente romantico…. un Barbieri teatrale: i sets, le locations senza confini. Vere o ricostruite, con immagini da Big Production, ma anche da geniale artigiano. Ed ecco che, con materiali, a volte poveri, come il semplice semolino, Gian Paolo sa creare un deserto sconfinato e suggestivo! Ed ecco che il suo continuo gioco di Effetti Speciali, cinematografici, ma soprattutto pittorici, fa pensare ad Edward Hopper, a Matisse…
E l’Artificiale prevale, con ironia, sul naturale. Un universo di polveri d’oro, di gelatine colorate per riverberi di luce al tramonto. E il ‘700 arriva alla Luna!
Gianfranco Ferré
E’ sin troppo facile affermare che le immagini di Gianpaolo rivelano immediatamente il suo talento, nutrito della sua sensibilità di artista e di uomo, così come della sua padronanza equilibrata e al tempo stesso piena di slancio di un mezzo espressivo straordinario e difficile, unico e potente, quale è la fotografia. In una parola, le immagini di Gianpaolo sono - nell’ordine - occhio, cuore e mente… Non solo. Se penso in particolare alle sue fotografie di moda, agli innumerevoli scatti in cui ha “ritratto” i miei abiti, le mie collezioni e dunque le mie emozioni, non posso non menzionare quella che me è una sorta affinità elettiva – probabilmente innata e naturale – che Gianpaolo ha con il glamour. Il glamour autentico, sofisticato, irresistibile. Quello del grande cinema di sempre, a cui Gianpaolo, nell’elaborare il suo stile, ha fatto riferimento con intelligenza e libertà creativa. Un glamour che lui ha declinato al presente e al futuro. Rendendolo vivace e vibrante. Dando vita ad immagini sublimi ed elegantissime, ma mai fredde, mai estranee ai sentimenti…
Valentino
Con Gianpaolo abbiamo in pratica rivoluzionato la pubblicità di moda. Quando l’ho conosciuto, alla fine degli anni 60, la pubblicità sui giornali la facevano i produttori di tessuti per mostrare quello che i couturier avevano realizzato con le loro ultime creazioni. Giancarlo Giammetti e io volevamo invece che si vedessero le mie collezioni. Volevamo sottolinearne il senso, ambientarle in modo che gli abiti fossero presentati seguendo esattamente le nostre idee, con uno stile fotografico che corrispondesse ai nostri gusti, indossati da modelle che li interpretassero al meglio. Un modo più vicino ai redazionali che alla pubblicità. Ne abbiamo parlato con Gianpaolo, che consideravamo uno dei fotografi più bravi e moderni del mondo, e col quale ci siamo trovati subito bene anche a livello personale e di sensibilità, e abbiamo lavorato con lui al primo groupage a tema. Inventando di fatto quella che è diventata la maniera di concepire una campagna pubblicitaria. La nostra prima, d’ispirazione sahariana, con un cielo sempre cangiante, l’abbiamo scattata in studio. Per ricreare le dune, sulle quali si stagliava Mirella Petteni, la nostra modella preferita dell’epoca, ci servimmo di quintali di semolino. Ripensandoci, ne sento ancora l’odore e la consistenza sotto le scarpe. Dopo quella esperienza, con Gianpaolo abbiamo realizzato tantissime altre campagne, sempre con grande divertimento. E sempre utilizzando le ultime tecnologie, una delle caratteristiche che mi ha sempre affascinato del lavoro di Gianpaolo. Me ne ricordo una per la quale usò il computer, erano il 1968 ed era una cosa ancora inaudita: una gigantesca Alberta Tiburzi, la modella più bella di quel tempo, teneva in braccio un’altra donna. Una serie bellissima. Come tutte quelle che abbiamo realizzato con Gianpaolo, che considero da quarant’anni uno dei più bravi fotografi al mondo. Oltre che un gentiluomo e un amico.
Giorgio Armani
Ci siamo incontrati per caso, io e Gian Paolo Barbieri…. Aveva la macchina fotografica ma si comportava tranquillamente, senza quegli atteggiamenti che uno si aspetterebbe da un fotografo di moda. Eppure cominciava a essere famoso. Aveva già lavorato per Yves Saint Laurent a Parigi, era collegato a Valentino, come uno dei nomi di riferimento di Vogue. Ad accomunarci era la forte volontà di riuscire, di raccontare al meglio noi stessi, ciascuno nel modo che più gli era congeniale. E anche se Gian Paolo aveva subito capito la necessità di dare alla professione un alone mondano, aveva una certa timidezza, una specie di silenzio interiore che incuriosiva e affascinava…. viveva in un suo mondo fantastico come dimostravano le donne divine che fotografava: mai espressione della realtà, ma enfasi teatrale, incarnazione di un sogno…. Il suo lieve passo indietro dalla realtà gli permette di trasformarla, innalzandola di registro: l’abito elegante diventa imperiale, l’occhio bello, stupendo, soltanto grazie alle luci e alla scelta del momento giusto. Ed è straordinario che questo suo talento, questo senso della bellezza l’abbiano accompagnato anche nella ricerca sullo still-life dove ha superato i confini tra natura e artificio, creando un mondo ‘innatural’ alla Barbieri, assolutamente riconoscibile. Non si è fermato, insomma, non si è lasciato divorare dalla sua immagine, non si è innamorato del suo potere magico. Ma come me ha sempre lavorato, con gioia e competenza, dal mattino alla sera.
Yves Saint Laurent
Ritrae l’eleganza dei ritratti femminili nello stesso modo, con la stessa anima e il medesimo amore riposti nelle immagini di luoghi lontani. Un segreto che soltanto lui conosce…. Da quando l’ho conosciuto sono rimasto affascinato dal suo lavoro…il volto di una giovane donna mi ha talmente impressionato che non ho esitato a farne l’immagine di un mio profumo. Ammiro profondamente Gian Paolo Barbieri. È sensibile, umano, capace di gesti teneri e nobili. Il pittore dell’universo quotidiano e del mistero del sogno.
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