lunedì 19 marzo 2012

PEOPLE_Maria Pezzi: insieme a Irene Brin nel giornalismo di moda





Volendo parlare di giornalismo femminile e in particolare di moda, non si può fare a meno di pensare a Maria Pezzi, celebre firma che con il suo stile puntuale e aggraziato ha traghettato fino ai giorni nostri il costume italiano nel suo nascere. Milanese di ferro, da quando è nata ha vissuto sempre nella medesima casa, affacciata su Foro Bonaparte: solida e alto borghese, proprio come lei. Punto d’approdo di una donna curiosa, intraprendete, pronta a considerare e valutare con lievità, grazia, acume e competenza, tutte le novità del secolo che ha attraversato, osservandolo da un punto di vista privilegiato qual è quello della moda e dello stile, cruciale per comprenderne le virate socio-culturali. Sulla sua natura di giornalista di moda non vi sono dubbi; tuttavia definirla così può rivelarsi riduttivo se si considera che - insieme a Irene Brin – quel mestiere l’ha inventato, portandolo oltre il semplice riferire la lunghezza degli orli e qualificandolo come l’attitudine ad osservare l’aria del tempo in tutte le sue sfumature per coglierne, prima degli altri, le note di testa, lo spirito, l’essenza, i punti di forza e di debolezza. Con la modestia che l’ha sempre caratterizzata, era solita definirsi cronista e raccontare un mestiere cominciato per caso a Parigi su incoraggiamento dell’illustratore René Gruau. Sono gli anni dell’assoluto e incontrastato dominio della couture francese: le sarte italiane vanno in pellegrinaggio verso la Ville Lumière per comprare i modelli di Chanel, Lelong, Vionnet, Grès, Lanvin, Molyneux, Schiaparelli, che - una volta giunti a Milano - vengono riproposti da Ventura, Tizzoni, Ferrario e tanti altri. Fintanto che qualcuno decide di spiccare il volo…e Maria Pezzi è lì, pronta con la sua penna ad accompagnare e certificare il debutto su un palcoscenico che, in men che non si dica, si affolla di nomi prestigiosi: Gigliola, Curiel, Marucelli, Veneziani. Da lì al decollo della moda italiana il passo è breve, complice l’arguta e geniale invenzione di Giovanni Battista Giorgini: le sfilate nella fiorentina Sala Bianca di Palazzo Pitti. Come la moda, anche Maria Pezzi non si ferma più, seguendone ogni movimento, qualsiasi evoluzione: operativa, sempre in prima fila, con il suo inseparabile taccuino su cui annotare tutto quello che sotto i suoi occhi prende forma a ritmi serrati. Ma soprattutto con il suo straordinario intuito nel comprendere che il debutto di nomi come Capucci, Valentino, Basile, Caumont, Cadette, Ken Scott, Walter Albini, Krizia, Missoni, decreta la consacrazione della moda italiana. Fedele al suo stile garbato, con piglio deciso ma elegante ha raccontato il made in Italy dai suoi albori, vivendone ogni istante in modo intenso e coinvolgente. Lo stesso coinvolgimento che si ritrova ancora oggi nei suoi scritti, spaccato di un periodo prima ancora che reportage di decenni di moda. 

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