martedì 20 marzo 2012

ABOUT_Parole di moda: alcuni articoli di Maria Pezzi



Due grandi giornaliste italiane hanno registrato tendenze, successi e atmosfere della seconda metà del ‘900, creando un ideale collegamento tra chi disegna un abito, chi lo produce e chi lo indossa. Grande libertà di giudizio, priva di ogni condizionamento, permea le righe dei loro articoli, mostrando quel giornalismo sano e puro, portavoce effettivo del pensiero dell’opinione pubblica. E’ il tempo della moda in cui ancora non esiste la pubblicità: per quella propriamente e modernamente intesa, bisogna infatti aspettare un’altra celebre accoppiata – Valentino e Gian Paolo Barbieri. Prima d’allora, vi sono solo coloro che producono tessuti , accessori e profumi, desiderosi di mostrare quanto viene realizzato con le loro creazioni.
In questo clima muovono i loro passi le due più importanti firme del costume italiano: Maria Pezzi e Irene Brin. Nei post dei giorni scorsi in breve si è ripercorsa la loro strepitosa  vita artistica.
Adesso, invece, l’attenzione si posa su alcuni loro scritti, per vedere, nero su bianco, lo spirito d’osservazione arguto e irriverente che le ha caratterizzate. Per capire come scrivevano e, contemporaneamente, intravedere la moda dell’epoca, creando un immaginario parallelo con la scrittura e il costume contemporanei. Per capire due periodi lontani ma vicini, il primo progenitore del secondo, analizzandoli nelle  loro istanze culturali e sociali: uno sguardo incantato sul passato, dal fiabesco retrogusto “C’era una volta”, e orientato a comprendere come la moda e il modo di raccontarla siano cambiati.

Ecco il primo estratto, firmato Maria Pezzi. Domani appuntamento con Irene Brin.

Questo sarà l’anno delle giacche lunghe. Oggi si apre a Parigi la settimana della moda. – 22 luglio 1963 – di Maria Pezzi.
L’aeroporto di Orly, ieri, a Parigi, sembrava la succursale della moda: da tutti gli apparecchi, provenienti dalle più disparate parti del mondo, si sono riversati a Parigi 600 giornalisti specializzati e centinaia di sarti, confezionisti, buyers.
Cardin non presenterà alle 17 la sua collezione: “Non voglio più essere il sarto rompighiaccio della stagione. Succede che la stampa, fresca e aggressiva nella prima giornata, critica senza misericordia, per poi ritornare pentita, all’ultimo giorno, quando è ormai satura e delusa, per dire: però, la sua collezione era una delle più belle”.
“La moda è l’arte in movimento; chi non cammina torna indietro.”
Gli Italiani guadagnano quota. Il potente “Woman ‘s Wear Daily”, non certo tenero nella passata stagione, scrive: “Non c’è limite dove può arrivare il giovane Capucci”.

Scarpe care come vestiti. C’è anche la scarpa “Uragano” – 6 luglio 1963 – di Mara Pezzi
Chi fa la moda? I modellisti che la disegnano? La stampa che la divulga? Gli interessi finanziari che la sostengono, o gli agenti di pubblicità, i più potenti personaggi di oggi? Prima ancora di vederli alle sfilate, molti dettagli della moda (calze, pettinature, cappelli, scarpe, o che so io) vengono divulgati come novità e con un’arte sopraffina.

Donne con stivali alla moschettiera. Saint Laurent ha concluso le sfilate della moda a Parigi. – di Maria Pezzi
Il tempo di Parigi è più variabile della moda. Siamo passati dal caldo tropicale al freddo da scialli di lana e giacche di visone, per arrivare poi ad una domenica di dolce primavera e di riposo. Ma non riposano i fotografi che si strappano di mano i modelli e corrompono le più belle mannequins per arrivare fra i primi ad offrire le migliori fotografie; e non riposano i compratori che, oltre al grattacapo della scelta, sono sollecitati, da tutte le parti, da inviti notturni e mondani. Questa “sollecitazione” l’hanno chiamata “l’operazione charme”. Comincia all’ora dei cocktails, per continuare coi pranzi negli elegantissimi restaurants dei Champs Elysées; al Le Doyen, per esempio, che vi serve con posate d’oro su tovaglie di pizzo prezioso, o nei piccoli restaurants diventati improvvisamente alla moda, come “Le Bistingo” dove si mangia, al lume di candela, una specialità di pollo condito con banane fritte. Ma da mezzanotte alle 4 di mattina, li ritrovate tutti al “New Jimmy” o al “King Club”. Ieri sera, al “New Jimmy” c’erano Elsa Martinelli e Willy Rizzo, Porfirio Rubirosa (in camicia bianca e blazer blu), e la sua giovanissima moglie (in azzurro polvere): Carpenter, uno dei più potenti buyers della California, ballava il twist e l’hully-gully con Simonetta Fabiani, alternando momenti di euforia a discorsi seri di affari.
I quintali di stivali che hanno passeggiato in questi giorni per gli atéliers di Parigi, i chili di fazzoletti, cappuccetti cagoules, che hanno coperto le teste delle mannequins, le centinaia di mantelli di tweed da sera, salveranno l’alta moda?

Torna il new look con gonne lunghe. Sensazione a Parigi: Jaques Heim nasconde le gambe mentre Esterel inventa la cappa-scialle e il tailleur di ghepardo. – di Maria Pezzi
Tre colpi di gong, e la prima collezione comincia a sfilare: tre colpi di gong e “voilà” la vostra silhouette, signore, è completamente cambiata.
Jacques Heim ha fatto rivivere il “new look”. L’accetterete o non l’accetterete, ma la sottana è scesa a mezzo polpaccio, in alcuni casi a 10 centimetri sopra la caviglia. Non contate più sulle gambe come punto di seduzione: sono sparite. Fra l’orlo lungo e la ghetta o lo stivaletto che sale fin sotto al ginocchio non c’è più un centimetro di gamba nuda.

Goma e Patou ritornano all’eleganza tutta francese.
 Pomodoro e Vulcano di Alexander per Dior -  di Maria Pezzi
“Sportivissime” e “caldissime” sono le consegne della moda attuale. Qualcuno ha definito “scolare russe” le prime deliziose modelle della collezione di Nina Ricci: ma dubito che in Russia le scolare portino mantelli a pieds-de-poule, di tweed morbidissimo, di lana double face, di pelo di cammello, con gonne uguali, con abiti di cachemire, con calze di lana traforata a colori scuri (l’industria delle calze rende bene), con mocassini di antilope, di lucertola, o di coccodrillo con cappelli a uomo.

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