“Il mio primo incontro con la moda
risale alla fine degli anni Quaranta. Ero una ragazzina, e trascorrevo alcuni
mesi all’anno a Stresa, stazione di villeggiatura molto elegante. Era appena
finita la guerra, e c’era una gran voglia di dimenticare...così, anche i défilé
organizzati presso il Grand Hotel des Iles Borromées sembravano
offrire un’immagine positiva e di sogno, un augurio per la ripresa di un Paese
che usciva distrutto da quei terribili anni. Ricordo la gran classe di Biki,
cui mi avrebbe poi legata un’amicizia durata una vita. Autentica signora di
stile, sapeva coniugare la nozione di eleganza a tutti gli aspetti della
vita...”. Comincia così l’AMARCORD di Valentina Cortese nel
capitolo introduttivo del bel libro fotografico “Il Giardino di Filo di Seta
- Citazioni dalla natura nella collezione di Alta Moda di Valentina Cortese”,
dedicatole da White Star Adventure.
Autentica icona di stile, oltre che
straordinaria attrice di cinema e teatro, Valentina Cortese interpreta
in modo inconfondibile la poesia delle creazioni di Alta Moda,
facendo propri meravigliosi modelli di Roberto Capucci, Christian Dior,
Gianfranco Ferré e Mila Schön. Uno stile personalissimo, che ha sempre
privilegiato l'originalità, la sperimentazione e la sapienza compositiva del
couturier, al di là dei dettami transitori della moda.
L'amore che la diva nutre nei confronti della Natura
si esprime nella scelta di forme fantasiose e colori suggestivi nonché nella
citazione di farfalle, fiori e stelle che adornano i suoi abiti. Un sentimento
che convive in maniera feconda con la venerazione per gli abiti d'epoca: tra
tutti, il ricordo di Valentina-Ljuba Andreevna nel "Giardino
dei ciliegi", che indossa un abito appartenuto alla Regina
Margherita, è rimasto indelebile. Così come grande stupore suscita l'abito
rosa cipria, con un mantello di ermellino, appartenuto a Sarah Bernhardt.
“Nulla è più chic di una donna che comunica con naturale eleganza il suo
mondo interiore. Ho perseguito ideali nei quali dominano la grazia e la
bellezza: a essi, come me stessa, voglio restare legata”. Così Valentina
Cortese conclude l’introduzione al suo libro, ricordandoci, al tempo stesso, che
teatro e vita si fondono, presente e passato si identificano e, se le mode
passano, lo stile di un’artista non può che essere eterno.
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