Inutile
negare i legami esistenti tra cinema e moda. Indubbiamente,
infatti, rappresentano una delle liaisons artistiche più affascinanti degli
ultimi tempi, che ha dato vita a veri e propri fenomeni di stile, mettendo ben
in evidenza quanto sia importante la commistione tra forme espressive che,
seppur diversamente, parlano il medesimo linguaggio. Tuttavia non è questa la
sede per indagare e spiegare, nei limiti del possibile, le loro rispettive
reciprocità e influenze, bensì per soffermarsi con piacevole incanto a una nuova
contaminazione di queste due entità, fil rouge di una delle più eleganti e
sofisticate collezioni per la prossima primavera/estate.
Stiamo
parlando di Sergei Grinko e della sua
linea donna denominata “Solaris”.
Una definizione che già a pronunciarla dischiude un mondo fatto di visioni,
rimandi ed emozioni, aprendo le porte a un universo magico e al tempo stesso
glamour, dominato da note di raffinata eleganza e devoto senso del bello.
Andando
più a fondo, senza troppi giochi di formalismi o similitudini, si scopre che “Solaris” è un chiaro tributo al celebre
romanzo di S. Lem (1961), adattato per il grande schermo in ben due occasioni,
a distanza di trent’anni l’una dall’altra, interpretate da due tra i più
pregnanti e innovativi registi cinematografici della seconda metà del ‘900: il
russo Andrej Tarkvskij (1972) da un lato e lo statunitense Steven Soderbergh
(2002) dall’altro. Due rappresentazioni diverse per epoca, firma,
impostazione scenica, contestualizzazione sociale e culturale, ma volte alla
resa cinematografica di un romanzo che pone al centro dell’attenzione
l’intrinseca consonanza tra l’essere umano e il suo luogo d’origine: la natura.
Quella stessa natura tanto cara a Sergei Grinko, che ritorna con ardore in
ogni sua collezione - vuoi sotto forma degli elementi che la compongono,
vuoi come semplici rimandi o visioni - portando con sé la forza che la
contraddistingue e, di riflesso, ne caratterizza la cifra stilistica nei volumi
così come nei tagli, nei colori e nelle forme. Romanzo-film e collezione
corrono paralleli, in una sorta di storia per immagini che corre veloce davanti
agli occhi del pubblico. Tutto comincia da un’attenta e accurata
osservazione di una piccola zona verde di campagna: qui il protagonista
pare perdersi nei propri pensieri durante la contemplazione di uno stagno
carico di mistero. Ecco la prima parte della collezione, realizzata in
tessuti impalpabili color acquamarina: outfit preziosi che sembrano ridare vita
a mitologiche creature marine, avvolte da meravigliose creazioni che
sottolineano la sinuosità della silhouette, accompagnandola in ogni suo
movimento e carezzandone leggiadramente ogni piccolo passo. Creature
sospese a mezz’aria, in attesa di raggiungere la stazione orbitante attorno
al pianeta Solaris e incontrare gli strani fenomeni provocati dall’oceano
pensante, sostanza in grado di materializzare persone presenti soltanto
nella mente dei tre scienziati rimasti sul luogo: una tappa obbligata per risolvere
il grande mistero interiore generato dalla precedente visione. La trama
prosegue con lo scorrere della collezione, i colori si fanno caldi, alternando a
combinazioni visuali il bianco e il nero, vivificati nella loro essenza formale
e semantica, nel rispetto di una corrispondenza biunivoca tra aspetto e contenuto,
apparenza e concetto. Gli outfit si caricano di forza emotiva, accompagnano
in modo scivolato il corpo, ma questa volta con forza e intrigo. Evocano in
modo chiaro e definito, senza possibilità di doppie interpretazioni, ma con la
sola energia dirompente tipica della natura. Filosofia, cinema e stile
cantano all’unisono in una resa formale che rispecchia fedelmente il copione
romanzato di un mondo artistico in cui tutto accade lentamente, proprio come in
natura.
Un elemento, quest’ultimo, che
ritorna nella poesia stilosa di Sergei Grinko, fiera di portare con sé i suoi
elementi più affascinanti – la flora e la fauna – estetizzati nelle stampe
esclusive su seta, tripudio di un’accurata enfatizzazione tridimensionale. La
delicatezza è resa da un attento utilizzo delle nuances, che, in modo tenue ma caldo, spaziano dalla lavanda al
pesco, al verde chiarissimo, fino all’indaco, intervallandosi per lasciare
spazio a due grandi classi della tavolozza cromatica: il bianco e il nero.
La donna Sergei Grinko della
primavera/estate 2013, quindi, ama vivere e muoversi in una dimensione elegante
e raffinata, con capi dai tagli precisi e dalla silhouette definita, sulle note
di uno stile bon ton ma al tempo stesso femminile.
Una sofisticata sensualità la accompagna nel suo incedere quotidiano, complice
un’orgogliosa consapevolezza della sua personalità. In una commistione di
tempi e luoghi, un’allure da Belle Epoque
sembra fondersi con tagli volumi futuristici e spaziali, che, insieme alle
alte cinture e alle chiusure gioiello, configurano una vestibilità precisa ed
elegante, prendendo ampi spunti da un grande classico del guardaroba femminile,
il pigiama palazzo.
A
corollario, pregiati accessori completano gli outfit, nel rispetto di una resa
evocata sempre in bilico tra forma e contenuto, a spasso nel tempo: spille e
collane rivisitano in chiave futuristica il gioiello decò e ornano non solo gli
stessi abiti ma anche le incantevoli borse e pochette. Grandi bijoux ed
elementi applicati in polipropilene o metacrilato, inoltre, impreziosiscono le
creazioni così come i 15 modelli di calzature, realizzati per l’esclusiva
capsule collection Sergei Grinko for Pakerson e prodotti in Toscana dal
notissimo marchio Pakerson®, sulla scia di quella tradizione
squisitamente artigianale e dall’autentico retrogusto made in Italy.
Una collezione preziosa nei suoi significati
così come nei suoi modelli, resi tali dall’eccellenza dei tessuti e dei
materiali utilizzati: a farla da padrone, le sete con stampe esclusive, il
tulle, l’organza, i cotoni doppiati e ammorbiditi dalla fibra di seta, ma anche
la pelle sotto forma di impalpabile e leggerissima nappa.
Un
tripudio di preziosità e artigianalità, di senso del bello e autentica devozione
all’eleganza per Sergei Grinko, lo stlista russo dal cuore italiano,
quintessenza di creatività, gusto estetico e trascendenza culturale.
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