martedì 4 settembre 2012

ABOUT_Il cinema secondo Miu Miu







Cinema, donne e moda: una triade perfetta per rendere unica ed eclatante l’idea di uno stile in bilico tra leggenda e realtà. A dimostrazione di quanto la moda sia effettivamente complessa e articolata, naturalmente incline a contaminare molteplici aspetti della nostra quotidianità.
Nella sua volatilità, la moda riflette i tempi con grafico dettaglio, mostrandone specularmente i tratti essenziali. Ma non solo… Rappresenta valori e istanze radicati in ognuno di noi e, più in generale, in un’epoca; anticipa atteggiamenti, tendenze e comportamenti, dotandosi di una capacità veggente da antica sibilla; esprime in forme concrete messaggi che aleggiano nell’etere. Spogliata della sua veste spiccatamente commerciale e materiale, la moda dispiega tutta la sua carica culturale, conciliando pratica e teoria in un ideale sodalizio d’intenti, propositi e volontà. In pochi a pensarlo, ancora meno a capirlo. Tra questi ultimi svetta nostra signora della moda Miuccia Prada, coinvolta a tuttotondo in molteplici progetti che interessano la moda in senso lato, toccando le più svariate sfumature artistiche che essa può assumere. A lei il plauso di lasciare libera la moda, con la sua forza camaleontica, di lambire e contaminare le espressioni figurative più prossime, in una spontanea esaltazione delle valenze concettuali più sublimi che miri con puntuale meticolosità a favorire il dialogo tra le arti e a mostrare al pubblico i benefici – e strabilianti - effetti. Nascono così forme espressive in bilico tra le discipline più varie, caratterizzate da un’arguzia e da una forza tutte nuove, insolite per ogni voce singolarmente presa, ma strabilianti nella loro sinergica unità. Madame Prada da qualche stagione sta strizzando l’occhio al cinema, mettendo un tassello del tutto personale in quella liaison che lo vuole sposato con la moda, vuoi sui red carpet, vuoi sul grande schermo. Un amore bivalente, quello tra cinema e moda, che vede il primo perennemente bisognoso delle note glamour della seconda e, quest’ultima, perdutamente affascinata dalla magia della settima arte. E se a Parigi viene addirittura realizzato un festival – “A Shaded View on Fashion Film” -, oggigiorno non vi è designer che perda l’occasione per realizzare un cortometraggio. Quanto a Miuccia Prada, la liaison in questione viene affrontata da un ulteriore punto di vista: produce film, coinvolgendo autori e lasciando a tutti massima libertà di movimento. Unica conditio sine qua non che gli abiti, in un modo o nell’altro, facciano parte del tessuto narrativo. Ecco come è nato l’interessante progetto “The Miu Miu Women’s Tales”, un’esplorazione in divenire, svolta attraverso lo sguardo scrutatore di diverse registe sulla complessità del mondo femminile e le sue espressioni. L’intera serie è stata oggetto di presentazione nel corso della 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in corso proprio in questi giorni, in apertura delle Giornate degli autori: il boudoir di «The powder room» di Zoe Cassavetes, la nave fantasma di «Muta» di Lucrecia Martel, le streghe di «The woman dress» di Giada Colagrande e, in anteprima assoluta, l'inedito «It's getting late» di Massy Tadjedin, storia di quattro donne e altrettanti stili che si incontrano una sera casualmente, senza toccarsi, dopo il rituale individuale della vestizione, in un club di LA.
 L’elemento che più colpisce è il calibrato bilanciamento tra la caleidoscopica varietà dei punti di vista e la potenza narrativa innescata da abiti e accessori: un equilibrio stabile che delinea in modo esaustivo la complessità dell’immaginario femminile, mostrando in fotogrammi la relazione viscerale che le donne hanno con la propria immagine nonché gli oggetti che le aiutano a rappresentarsi.
Un laboratorio di cinema in rosa targato Miu Miu, dal quale si evince la lungimirante abilità di Miuccia Prada nel testare nuovi linguaggi, rispettandone ogni singola specificità e senza perdere mai di vista la moda tout court. Un incontro ad armi pari, con un unico grande vincitore: il dialogo armonioso tra le arti, nel rispetto delle loro individualità e in vista di una sinergica visione d’insieme, volta a enfatizzarne esponenzialmente le specificità in un ideale connubio di cultura a tuttotondo.

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