martedì 15 luglio 2014

STYLE_La marinière








Si è soliti pensare alla moda come al mondo dell’effimero. Tuttavia, vi sono oggetti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del costume; creazioni che hanno rivoluzionato il senso dello stile e nei quali si riflettono i cambiamenti della società. Capi ai quali ogni stilista ha dovuto inevitabilmente guardare, citandoli, rielaborandoli o riproponendoli.
Tra questi, a ragion veduta si può annoverare la marinière, la maglia bianca a righe blu, con le maniche a tre quarti e lo scollo a barchetta: un must nel guardaroba dei cugini e delle cugine d’Oltralpe, complice la lungimiranza di Mademoiselle Coco Chanel alla quale va il plauso di aver sottratto dall’universo dell’abbigliamento maschile – e in particolare, dagli abiti da lavoro – stimoli e intuizioni che, con qualche aggiustamento, si sono rivelati nel tempo (e ancora oggi) insostituibili alleati nella definizione di un nuovo ideale di femminilità ed eleganza.
Correvano i primi del ‘900: si tratta dell’epoca in cui le località di mare sono travolte da un boom turistico senza precedenti. Da quelle del Nord e dell’Ovest, affacciate sull’Oceano Atlantico, a quelle della Costa Azzurra, che si specchiano nel mar Mediterraneo, si tratta delle mete più ambite dalla borghesia cittadina che aveva imparato a conoscerle scappando dalle città bombardate. Saint Tropez e Biarritz sono le località balneari più chic: ben presto diventano la via di fuga preferita dalle parigine snob. Chanel è tra queste, ma, a differenza loro, non si limita a godere il relax di un dolce far niente. A Deauville nella bassa Normandia, nel 1913, apre la sua prima boutique fuori dalla capitale. A Parigi Mademoiselle si era già fatta un nome grazie ai suoi originalissimi cappellini e a un certo giro di clienti che la seguono anche quando nella boutique di Rue Gontaut-Biron, tra il Gran Casinò e il lussuoso Hotel Normandie, inizia a proporre una moda comoda, sportiva, adatta a donne dinamiche e anticonvenzionali. Una moda che strizza l’occhio alle mise dei marinai che lavorano al porto, ritenute da Coco estremamente chic. È così che la maglia a righe, nel 1917, entra di diritto fra i capi più riconoscibili dello stile Chanel: un capo attorno al quale si declina uno sfaccettato look navy. Negli anni la stessa Chanel indosserà la marinière, abbinandola a pantaloni morbidi e scarpe basse.
Tuttavia, quando la stilista la fa diventare il lessico di una nuova eleganza, la maglia bretone vanta di diritto una storia pluridecennale. È datato 27 marzo 1858 il decreto che introduce e codifica l’uso della singolare uniforme da parte dei marinai francesi in Bretagna. Realizzata in maglia di lana o di cotone, la particolare divisa deve essere bianca e decorata esattamente con 21 righe orizzontali blu, dello spessore inferiore ai due centimetri: un numero non casuale, bensì corrispondente alle vittorie di Napoleone. Da capo con finalità meramente pratica e con una connotazione di classe ben precisa, a icona di stile per intere generazioni. Da Jean Seberg a Pablo Picasso, la marinière diviene il capo simbolo del mondo della cultura. Indossata da Patti Smith e dalle giovani e spregiudicate attrici della Nouvelle Vague, così come da Jeanne Moreau e Andy Warhol, che la impone ai frequentatori della sua factory, a cominciare dalla glamourissima Edie Sedgwick. Anche l’ex enfant prodige della couture francese – Jean-Paul Gaultier – non sa resistere al suo fascino e se ne appropria, trasformandola in un marchio di fabbrica del suo inconfondibile stile al punto da utilizzarla per firmare il pack del popolarissimo profumo Le Male, lanciato nel 1994: un ponderoso torso maschile sul quale è stilizzata una maglia bretone.

Ma la marinère incanta anche la settima arte. È indossata, infatti, da Tadzio in “Morte a Venezia” di Luchino Visconti e Brad Davis in “Querelle de Brest” di Rainer Werner Fassbinder. Un cerchio che si chiude, comprendendo nei suoi meandri ogni forma di espressione artistica. A dimostrazione – e validazione – che la moda ha sempre afferito con successo e inequivocabile significato il mondo che ci circonda.

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