lunedì 14 luglio 2014

ART & CULTURE_Dior in immagini: lezioni di glamour in 200 foto




Le fotografie scattate dall’americano Pat English in occasione della primissima sfilata di Christian Dior, che hanno contribuito al successo planetario del New Look ; la modella Dovima, che posa in abito da sera con due elefanti davanti all’obiettivo di Richard Avedon nel 1955, uno scatto che segnò in maniera indelebile la storia della fotografia di moda, portando Monsieur Dior a teorizzare “nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante”; e ancora: l’eleganza del tailleur Bar fotografato per le vie di Parigi da Willy Maywald nel 1955, gli artigiani degli atelier di haute couture immortalati da Patrick Demarchelier davanti al numero 30 di Avenue Montaigne nel 2008, la spensieratezza di Robert Pattinson catturata da Nan Goldin per il profumo Dior Homme  nel 2013, ecc.
Sfogliando le pagine di Dior, images de légende si ritrovano fotografie mitiche, che hanno contribuito a far conoscere la maison Dior in tutto il mondo, ma anche scatti più intimi, come quello di Christian Dior fotografato nel suo appartamento da Cecil Beaton o quello di Natalie Portman pensierosa in Miss Dior, in un’atmosfera intimista catturata da Paolo RoversiPubblicato in occasione della mostra allestita in questi mesi al museo Christian Dior di Granville, in Normandia e visitabile sino al 21 settembre 2014, quest’opera raccoglie immagini leggendarie, che colgono tutta l’essenza dello spirito Dior.
L’esposizione Dior, images de légende, mira ad esplorare non semplicemente il subliminale legame esistente tra fotografia e moda, bensì la liaison amoureuse tra i più grandi interpreti dell’arte fotografica e la Maison. Una quarta tappa che completa il trittico espositivo insieme a Dior, le bal des artistes (2011), Stars en Dior (2012) e Impressions Dior. Dior et l’Impressionisme (2013), incentrate sulle correspondances tra il marchio e il cinema, da una parte, e la pittura, dall’altra. Un passaggio dovuto, che mostra in che modo e con quale forza dirompente, la fotografia abbia avuto un ruolo determinante nella consacrazione del successo planetario di Christian Dior.
Dal fatidico 1947, la Maison si è arricchita nel tempo dello sguardo privilegiato dei più grandi fotografi mondiali, i quali, a loro volta, hanno tratto ispirazione dallo stile del couturier: una sorta di contaminazione reciproca, volta all’esaltazione congiunta dell’arte in tutte le sue forme di espressione nonché quintessenza di stile, eleganza e raffinatezza.
Nell’immediato dopoguerra, Richard Avedon, Horst P. Horst, Clifford Coffin hanno definito i canoni di un’iconografia emblematica di Christian Dior. Sulla stessa scia, Irving Penn, Cecil Beaton, Erwin Blumenfeld, Henry Clarke, Peter Knapp, Guy Bourdin ed Helmut Newton costruiscono attorno alla visione femminile del couturier l’archetipo della fotografia di moda, genere consacrato di diritto negli anni a venire da firme quali Patrick Demarchelier, Dominique Issermann, Peter Lindbergh, Terry Richardson, Nan Goldin, Jean Baptiste Mondino, Paolo Roversi, Bruce Weber, Nick Knight, Inez van Lamsveerde Vinooh Matadin e Willy Vanderperre, i quali hanno sempre guardato a Dior quale emblema per la definizione ottimale di una fotografia di moda sempre più nitida nei contenuti così come nei tecnicismi e nella forza comunicativa.
Tre i temi attorno ai quali si sviluppa la mostra Dior, images de légende, lo sguardo del fotografo, il ritratto svelato dalla moda di Christian Dior e la costruzione dell’immagine del couturier. A fare da fil rouge, i soggetti emblematici dell’iconografia della Maison che compaiono lungo gli oltre 60 anni della fotografia di moda. Esposta, una selezione di 200 scatti d’autore, accompagnati da circa sessanta creazioni di haute couture nonché da un insieme di documenti d’epoca che illustrano la collaborazione tra la Maison Dior, i suoi direttori artistici – fino ad arrivare all’attuale, Raf Simos – e più di 80 grandi fotografi del XX e XXI secolo.
Uno stile, quello di Dior, ideale da fotografare e messo in scena nei luoghi emblematici delle parigine eleganti, come Place de la Concorde, il Giardino delle Tuileries e, soprattutto, Versailles.

Una mostra ricca di spunti e di firme autorali, ma caratterizzata dal denominatore comune della rappresentazione della bellezza interessante, nel senso di intrigante, misteriosa, indefinibile. Quintessenza segreta di glamour.

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