mercoledì 30 luglio 2014

ART & CULTURE_A occhi aperti. Quando la Storia si è fermata in una foto











Abbas, Gabriele Basilico, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Don McCullin, Steve McCurry, Josef Koudelka, Paolo Pellegrin, Sebastião Salgado, Alex Webb.Queste foto, che hanno plasmato il nostro immaginario collettivo, mi hanno spinto ad andare a cercare i loro autori per farmi raccontare il momento in cui hanno incontrato la Storia e hanno saputo riconoscerla”, così afferma Mario Calabresi, giornalista e direttore de La Stampa nonché autore del libro A occhi aperti, un punto di vista privilegiato della fotografia narrato dalla viva voce di alcuni tra i più  grandi fotografi dei giorni nostri che hanno catturato l’immediatezza di un momento, cristallizzandola nel tempo.
Un libro che diviene mostra. Fino all’8 febbraio 2015, infatti, presso le Sale delle Arti della Reggia di Venaria, è aperta al pubblico l’esposizione A occhi aperti. Quando la Storia si è fermata in una foto. A cura di Alessandra Mauro e Lorenza Bravetta, si tratta di una produzione esclusiva ed inedita per La Venaria Reale realizzata dal Consorzio La Venaria Reale con Contrasto e Magnum Photos a partire dalla pubblicazione di Mario Calabresi (edito Contrasto).
“Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un “anonimo fotografo praghese”, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà. Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta”.
Così ha scritto Mario Calabresi che, appassionato di fotografia, ma anche e soprattutto di giornalismo e realtà, ha intrapreso un viaggio molto speciale: un viaggio profondo ed affascinante nella storia recente, cercando alcuni dei “testimoni oculari” che con il loro lavoro, e la voglia di scavare tra le pieghe della cronaca, hanno raccontato alcuni momenti straordinari del nostro presente in una serie di immagini realizzate con gli occhi ben aperti sul mondo. Ne è nato un libro, A occhi aperti, appunto, che ha raccolto le interviste, vibranti e palpabili, a dieci grandi fotografi, dieci testimoni del nostro tempo.
Il progetto del libro è diventato un’imperdibile mostra nella straordinaria cornice della Reggia di Venaria: attraverso le oltre cento fotografie esposte, lo stesso Mario Calabresi ci accompagna in un viaggio coinvolgente che offre al visitatore la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva incredibilmente privilegiata: quella degli occhi dei grandi reporter. Ecco allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy; Josef Koudelka che descrive il mondo, condannato all’oblio, degli zingari dell’Europa dell’est. E poi Steve McCurry e la sua Asia ancora sconosciuta. E ancora, le foto di 'interni' di Abbas per testimoniare lo sconcerto della rivoluzione in Iran culminata con l'occupazione nel novembre del 1979 dell'Ambasciata americana da parte degli studenti 'barbuti', o quelle di Don McCullin, capace in modo sconcertante di fotografare il dolore nel viso e nei gesti disarmanti delle vittime della violenza delle guerre di Cipro e del Vietnam. E molti altri ancora. Per ognuno di loro Calabresi ha un aneddoto da raccontare, con l'entusiasmo, verrebbe da dire, di un bambino. Forse il bambino che è stato lui stesso, come ha voluto raccontare, quando, già all'età di 12 anni, si appassionò alla fotografia grazie all'intercessione prima del suo patrigno, poi di un suo zio, Attilio Capra che il fotografo lo faceva di professione e che gli trasmise quella passione.

A occhi aperti. Quando la Storia si è fermata in una foto
Reggia di Venaria, Torino

Fino all’8 febbraio 2015

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