Abbas, Gabriele Basilico, Elliott Erwitt, Paul Fusco, Don
McCullin, Steve McCurry, Josef Koudelka, Paolo Pellegrin, Sebastião Salgado, Alex
Webb. “Queste foto, che hanno plasmato il nostro
immaginario collettivo, mi hanno spinto ad andare a cercare i loro autori per
farmi raccontare il momento in cui hanno incontrato la Storia e hanno saputo
riconoscerla”, così afferma Mario
Calabresi, giornalista e direttore de La Stampa nonché autore del libro A
occhi aperti, un punto di vista privilegiato della fotografia narrato
dalla viva voce di alcuni tra i più
grandi fotografi dei giorni nostri che hanno catturato l’immediatezza di
un momento, cristallizzandola nel tempo.
Un libro che diviene mostra.
Fino all’8 febbraio 2015, infatti, presso le Sale delle Arti della Reggia di Venaria, è aperta al pubblico
l’esposizione A occhi aperti. Quando
la Storia si è fermata in una foto. A cura di Alessandra Mauro e
Lorenza Bravetta, si tratta di una produzione esclusiva ed inedita per La
Venaria Reale realizzata dal Consorzio La Venaria Reale con Contrasto e Magnum
Photos a partire dalla pubblicazione di Mario Calabresi (edito Contrasto).
“Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo
ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri
occhi, le immagini di un “anonimo fotografo praghese”, che si scoprì poi
chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di
raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà. Ci
sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li
racconta”.
Così ha scritto Mario
Calabresi che, appassionato di fotografia, ma anche e soprattutto di
giornalismo e realtà, ha intrapreso un viaggio molto speciale: un viaggio
profondo ed affascinante nella storia recente, cercando alcuni dei “testimoni
oculari” che con il loro lavoro, e la voglia di scavare tra le pieghe della
cronaca, hanno raccontato alcuni momenti straordinari del nostro presente in
una serie di immagini realizzate con gli occhi ben aperti sul mondo. Ne è nato
un libro, A occhi aperti, appunto, che ha raccolto le interviste,
vibranti e palpabili, a dieci grandi fotografi, dieci testimoni del nostro
tempo.
Il progetto del libro è diventato
un’imperdibile mostra nella straordinaria cornice della Reggia di Venaria:
attraverso le oltre cento fotografie esposte, lo stesso Mario Calabresi ci
accompagna in un viaggio coinvolgente
che offre al visitatore la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva
incredibilmente privilegiata: quella degli occhi dei grandi reporter. Ecco
allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy; Josef
Koudelka che descrive il mondo, condannato all’oblio, degli zingari
dell’Europa dell’est. E poi Steve McCurry e la sua Asia ancora
sconosciuta. E
ancora, le foto di 'interni' di Abbas per testimoniare lo sconcerto
della rivoluzione in Iran culminata con l'occupazione nel novembre del 1979
dell'Ambasciata americana da parte degli studenti 'barbuti', o quelle di Don
McCullin, capace in modo sconcertante di fotografare il dolore nel viso e
nei gesti disarmanti delle vittime della violenza delle guerre di Cipro e del
Vietnam. E molti altri ancora. Per ognuno di loro Calabresi ha un aneddoto da
raccontare, con l'entusiasmo, verrebbe da dire, di un bambino. Forse il bambino
che è stato lui stesso, come ha voluto raccontare, quando, già all'età di 12
anni, si appassionò alla fotografia grazie all'intercessione prima del suo
patrigno, poi di un suo zio, Attilio Capra che il fotografo lo faceva di
professione e che gli trasmise quella passione.
A occhi aperti. Quando la
Storia si è fermata in una foto
Reggia di Venaria, Torino
Fino all’8 febbraio 2015
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