L’estro stilistico di Emilio Pucci si è sempre
contraddistinto oltre che per l’eleganza delle forme e lo stile senza tempo dei
suoi capi per l’utilizzo di sete e stampe
fantasiose che hanno contrassegnato in maniera indelebile il tracciato
della Maison. E parlando di sete, quale città se non Como, capitale della seta, poteva rendere omaggio allo stilista? Ha
inaugurato, infatti, lo scorso 7 maggio al Museo Studio del Tessuto di Villa
Sucota (MuST) la mostra “Emilio Pucci e
Como, 1950-1980”
a cura di Margherita Rosina e Francina Chiara. Un'esposizione che analizza
e approfondisce i rapporti di Pucci con le industrie tessili di Como:
una collaborazione iniziata negli anni ‘50 e mai interrotta nei decenni
successivi.
La rassegna, in particolare, intende
valorizzare i risultati degli studi svolti sui libri campionario della Ravasi
di Como, la prima industria tessile del distretto comasco a collaborare con il
couturier dagli inizi degli anni ’50 fino alla metà dei ’60. Attraverso un percorso espositivo diviso in sezioni,
si ripercorre quello creativo di Emilio Pucci, dagli esordi al successo,
mostrando creazioni e disegni ispirati dai paesaggi italiani e dal folklore
locale: il mare di Capri, le
famose località sciistiche delle Alpi, il Palio di Siena, le tradizioni siciliane,
le bellezze di Firenze, ecc.
Campioni
tessili, disegni originali, carte-prova, accessori e capi di abbigliamento,
mettono a fuoco il processo di lavorazione dello stilista: dall’idea originale agli abiti e ai
foulard di seta stampata, passando per la creazione di nuove tonalità di colore
quali il “rosa Emilio” o il “blu Capri”. A corollario, numerose fotografie messe a disposizione
dall’archivio della Fondazione Emilio Pucci di Firenze e da POLIteca
(Design Knowledge Centre) – Dipartimento Design e Archivi Storici/ASBA/Politecnico
di Milano. I materiali in mostra, oltre che dalle raccolte del MuST, provengono
dalle collezioni del Museo didattico della Seta di Como, Enrico Quinto e Paolo
Tinarelli di Roma, A.N.G.E.L.O. Vintage Archive di Lugo, Masciadri di Bellagio
e da altre collezioni private.
Dall’archivio della Fondazione Emilio
Pucci di Firenze, inoltre, numerose immagini di abiti e foulard che
permettono di comprendere meglio l’utilizzo dei tessuti esposti. Questi lavori,
che fanno parte delle serie Planisfero e Bar Singapore Palermo, partono
da alcuni foulard di Emilio Pucci su cui l’artista è intervenuto disegnando con
pennarelli colorati. Scelti da Favelli per il loro stile “fuori dal
tempo”, le sete di Pucci si trasformano e assumono nuovi significati,
costituendo un ponte diretto con la contemporaneità.
Emilio Pucci e Como, 1950-1980
Museo
Studio del Tessuto di Villa Sucota (MuST)
Fino
al 31 ottobre 2014
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