"La
mia collezione oggi è molto di più di una cassetta degli attrezzi visiva. È un
resoconto che traccia il percorso che ho compiuto nel campo dell’arte: come è
cambiato il mio modo di vedere e si è evoluto il mio gusto. Adoro l’idea del cambiamento: poter
cambiare idea in un attimo è uno degli aspetti magici della vita…''. Questo
è quanto afferma uno dei fotografi di moda più importanti del mondo nonché un
grande collezionista d’arte: Mario Testino. A lui e alle opere provenienti
dalla sua collezione privata la Pinacoteca
Giovanni e Marella Agnelli dedica la mostra “Somos
Libres II”, curata da Neville Wakefield e visitabile sino al 14
settembre. Esposti, capolavori di Tauba Auerbach,
Richard Avedon, Cecil Beaton, Glenn Ligon, Jonathan Monk, Ugo Rondinone, Cindy
Sherman, Adriana Varejão e Andy Warhol. Già presentata nel 2013 al MATE
(l’associazione culturale di Testino a Lima, in Perù), Somos Libres II assume
nella tappa torinese una veste nuova, concentrandosi
sulla tensione tra il medium della fotografia e la pittura astratta nella
collezione dell’artista e svelando, in tal modo, il suo viaggio personale nel
mondo dell’arte contemporanea. "L’arte
è il mio nutrimento, mi svela cose nuove e aumenta la mia consapevolezza. È
interessante, perché è un cerchio che si chiude: prendo ispirazione da qualcosa, poi vedo che la mia opera a sua volta
ha ispirato un artista e la guardo entrare nel mondo dell’arte nella sua forma
nuova e appropriata…'', afferma Testino.
Fil rouge dell’esposizione, la libertà
creativa. Somos Libres, infatti, riprende l’incipit dell’inno nazionale
peruviano – “Somos libres seamoslo
siempre” (rimaniamo sempre liberi) – sottendendo all’indipendenza del Perù
dalla Spagna e alla conseguente conquista del Paese della libertà di esistere e
di (ri)-scoprire la propria identità. A tutto ciò afferisce la scelta delle
opere esposte, ossia alla libertà da
vincoli esterni che ispira gli artisti, consentendo loro di esprimere visioni,
suggestioni e emozioni. Un io condiviso che diviene voce collettiva di
istanze e valori, simboli esemplificativi di una società. Una tensione alla
manifestazione dell’interiorità che supera ogni ostacolo e si manifesta in
tutta la sua forza comunicativa ed emotiva.
La libertà creativa, pertanto, è la
condizione necessaria e sufficiente per l’esistenza dell’arte e per la
commistione tra le sue varie forme espressive. Nel caso della fotografia,
l’obiettivo diviene l’occhio privilegiato attraverso il quale catturare istanti
e cristallizzarli nel tempo, in una perfetta
contrapposizione sincronica tra il dinamismo della vita e la staticità
dell’immagine.
Il
percorso espositivo inizia con alcune immagini di visite a studi d’artista
scattate da Testino.
L’idea di libertà, in questo senso, si percepisce immediatamente, non appena si
varca la soglia, prima nello studio degli artisti e poi nell’arte che produce e
rivela. Il nucleo centrale mette in
contrasto il palcoscenico vuoto dell’astrazione con l’impulso figurativo della
fotografia che rappresenta gli interessi e le influenze di Testino. Allo
stesso modo, l’installazione stessa oppone alle opere, che sono
tradizionalmente appese alle pareti, la fusione di impeto e impulso che rimanda
alle pagine dei libri e delle riviste che costituiscono l’habitat principale
della fotografia. All’interno di questa sezione, le immagini scattate da Testino sono presentate come pagine di una
rivista tridimensionale.
Un viaggio per immagini nell’universo
finora sconosciuto di Mario Testino e, per la precisione, nell’arte che lo
ispira e che colleziona. Una visione intimista dell’artista, per il quale,
fondamentale nel momento in cui si diviene collezionisti, è non avere fretta,
bensì seguire con pazienza e devozione i
cambiamenti del gusto. Siamo attratti solo dalle cose che conosciamo,
perciò è importante non limitarsi: tutte le cose che ci piacciono, ci piacciono
soltanto perché ci siamo trovati in loro presenza. Il gusto evolve ed è
determinato solo dai nostri preconcetti. Imprescindibile, quindi, spingersi
sempre oltre, per cercare sempre qualcosa di nuovo o, perlomeno, guardare il
mondo in maniera nuova.
Somos Libres II
Fino
al 14 settembre 2014
Pinacoteca
Giovanni e Marella Agnelli, via Nizza 230/103, Torino
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