Fino al 31/12/2014 il pubblico potrà
visitare a Palazzo Grassi a Venezia “Irving Penn, Resonance”, la prima grande esposizione dedicata al
fotografo americano Irving Penn (1917 – 2009) in Italia.
La mostra, curata
da Pierre Apraxine e Matthieu Humery, presenta 130 fotografie, tra cui 82 stampe al platino, 29 stampe ai sali d’
argento, 5 stampe dye-transfer a colori e 17 internegativi mai esposti prima
d’ora. Un volo per immagini dalla
fine degli anni ‘40 fino alla metà degli anni ’80, ripercorrendo i grandi temi
cari a Irving Penn che, al di là della diversità dei soggetti, hanno in comune
la capacità di cogliere l’effimero in tutte le sue sfaccettature.
Ne è un
esempio la selezione di fotografie della serie dei “piccoli mestieri”,
realizzata in Francia, negli Stati Uniti e in Inghilterra negli anni ‘50.
Convinto che quelle attività fossero destinate a scomparire, l’artista ha immortalato nel suo studio venditori
di giornali ambulanti, straccivendoli, spazzacamini e molti altri ancora, tutti
in abiti da lavoro. Allo stesso modo, i ritratti dei grandi protagonisti
del mondo della pittura, del cinema e della letteratura realizzati dal 1950 al
1970 – tra cui Pablo Picasso, Truman
Capote, Marcel Duchamp, Marlene Dietrich –, esposti accanto a fotografie etnografiche degli abitanti
della repubblica di Dahomey (anni ’60), delle tribù della Nuova Guinea e del Marocco
(anni ’60 e ’70), sottolineano con forza la labilità dell’esistenza dagli
esseri umani, siano essi ricchi o indigenti, celebri o sconosciuti.
All’interno di questo percorso, che promuove
il dialogo e le connessioni tra le opere di diversi periodi e differenti
soggetti, lo still life svolge un
ruolo di primissimo piano: in mostra fotografie realizzate dalla fine degli
anni ’70 all’inizio degli anni ’80 che presentano composizioni di mozziconi di
sigarette, ceste di frutta, vanitas – assemblaggi di crani, ossa e altri
oggetti – così come teschi di animali fotografati al museo di storia Naturale a
Praga nel 1986 per la serie “Cranium
architecture”.
Un ampio panorama, in cui immagini poco conosciute si affiancano a pezzi
iconici, offrendo una chiara testimonianza della particolare capacità di
sintesi che caratterizza il lavoro di Irving Penn: nella sua visione, la modernità non si oppone necessariamente
al passato e il controllo assoluto di ogni fase della fotografia, dallo scatto
alla stampa (alla quale dedica un’importanza e un’attenzione senza pari)
permette di andare molto vicino alla verità delle cose e degli esseri viventi,
in un continuo interrogarsi sul significato del tempo e su quello della vita e
della sua fragilità.
Irving Penn, Resonance
Palazzo
Grassi, Venezia
Fino
al 31 dicembre 2014
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