Il viaggio, come vuole la tradizione, è un
leitmotiv delle collezioni di Louis Vuitton, che stagione dopo stagione, propone
nuove interpretazioni di una magica
esplorazione di luoghi e tempi lontani, insoliti e ricchi di fascino.
Protagonista di queste avventure, una donna etera nella sua eleganza, avvolta
da un’aura incantatrice, attratta dall’inconnu
e da una dimensione che comporta novità. Una viaggiatrice che non si ferma mai
e, instancabile, continua in questo divenire di conoscenza e ammirazione,
scoprendo nuovi orizzonti, lambendo terre lontane, facendo proprie
reminiscenze, culture, idee e visioni. Per portare tutto con sé, nel
meraviglioso scrigno dell’esperienza. Lo stesso scrigno dal quale Louis Vuitton
scova, di volta in volta, stimoli e ispirazioni per le sue linee di
abbigliamento e accessori.
Quella della collezione Autunno/Inverno 2013-2014, è una viaggiatrice misteriosa dal fascino sensuale, in bilico tra
irrequietezza e fragilità, ma, al tempo stesso, consapevole e sicura della sua
femminilità.
L'allestimento della sfilata riporta la
mente nel corridoio di un vecchio hotel, su cui si affacciano 50 camere. Dietro
ogni porta si celano altrettante donne con i loro segreti racchiusi in
guardaroba Louis Vuitton. Ispirata ad una disinibita Liz Taylor nel film "Venere in visone" del 1960 di
Daniel Mann, tratto dal romanzo del 1935 di John O'Hara, la donna Louis Vuitton per la stagione fredda che verrà esprime una
lussuosa e cosciente sensualità.
Marc Jacobs,
Direttore Artistico della Maison, ha dichiarato: “La collezione Autunno/Inverno 2013/2014 è una sublimazione del lusso, della qualità e del savoir-faire degli ateliers
Louis Vuitton. L'intera collezione è pervasa da un'atmosfera voyeuristica, decadente e romantica. Sofisticati abiti da
camera svelano il piacere di vestirsi solamente per scoprire che la
destinazione più glamour è la propria camera d'hotel”.
In un solo apparente déshabillé, le modelle portano con eleganza e
nonchalance pellicce indossate su abiti sottoveste, cappotti oversize su capi
dalle stampe pijiama oppure osano fluide tuniche romantiche, ricamate da
paillettes minuscole bordate di pelliccia di visone. Gli abiti giocano sul contrasto tra innocenza e malizia: sete
stampate con i tipici disegni delle robe de chambre degli Anni ‘60 si alternano
a pizzi trasparenti, i cui fiori e ricami sono realizzati da piccoli petali di
piume. L’utilizzo dei tessuti maschili
nei cappotti e negli abiti è ingentilito da dettagli in piume di marabù e
paillettes degradé nei toni notturni. Vestaglie
in seta foderate di piume stampate paisley si alternano a giacche e soprabiti
in tweed o tartan, in una giustapposizione tra voyeurismo, intimità e
esibizionismo. Decadenti pellicce di
visone e astrakan arricchiscono anche i capi più semplici o foderano un
lussuoso tailleur in coccodrillo spazzolato, mentre le palette dei colori virano su toni scure, quali il verde bosco o il
blu notte, o polverose, rosa cipria e grigio in testa, come se i capi
fossero in penombra, illuminati solo dalla luce fioca di un abat-jour.
Il lusso volutamente impolverato dei
materiali del ready-to-wear Louis Vuitton viene riproposto anche nelle borse e
negli accessori. Tre borse icona della
Maison - la Pochette Accessoires,
la Lockit e la Speedy - sono realizzate in
pellami esotici, vitelli pregiati o rivestite in marabù e piume, tutte
internamente foderate in pelliccia. Le tele Monogram e Damier non compaiono
in passerella: la firma della Maison
risiede nei virtuosismi delle lavorazioni e nella qualità estrema dei pellami,
un omaggio al savoir-faire degli artigiani pellettieri Louis Vuitton. La Lockit, da portare ripiegata sotto
la spalla come una maxi pochette, acquista
forme più morbide e femminili; la
Speedy è realizzata in nuvole di visone o in materiali esotici come
coccodrillo, mentre i manici vengono proposti in legno esotico o corno; la maliziosa Pochette Accessoires,
ingrandita nelle dimensioni, viene
arricchita da pietre preziose sulla tracolla.
Anche
le scarpe ricalcano il fil-rouge decadente che pervade l’intera collezione: i sandali, dalle forme sinuose e
leggermente retrò, sono rivestiti da pellami esotici, come pitone e alligatore
in colori naturali. I tacchi alti 12 centimetri e la punta aperta, donano il
tocco finale di glamour, nostalgico e sensuale.
Una collezione regale, quintessenza di lusso
ed eleganza, giocati però nelle loro declinazioni più tenui e voyeuristiche,
senza ostentazioni né esasperazioni: tutto risplende di luce propria, vuoi per
la preziosità dei materiali vuoi per il prestigio delle lavorazioni o per il
recupero dell’heritage. In ogni caso, una
collezione che parla per e della Maison, evocandone lo spirito autentico ed
enfatizzandone i tratti più sofisticati; l’ennesima tappa del viaggio infinito
di Louis Vuitton intorno al mondo, dove la cultura e la storia regnano sovrane,
stimolando a un moto perpetuo quale chiave di volta per scoprire la perfezione
della sua accezione più sublime.
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