mercoledì 6 marzo 2013

LEISURE_Terra nelle scarpe: idee, gesti e valori che camminano














Siamo a Milano, nella capitale della moda, teatro privilegiato in questi giorni di fiere come Mipel e Micam, che pongono al centro dell’attenzione pelle e calzature, favorendo l’incontro di buyer, giornalisti e operatori del settore. A corollario, gli eventi collaterali si moltiplicano, andando a costituire una fitta ossatura di appuntamenti mondani che animano la città. Tuttavia, ve n’è uno degno di nota, in cui non si parla né di moda né, tantomeno, di scarpe: Terra nelle scarpe. Una mostra speciale, realizzata dall’artista vicentino Antonio Gregolin e visitabile sino al 7 marzo negli spazi dello storico Palazzo Isimbardi, sede della Provincia. Speciale nel concept, che pur facendo palesi riferimenti al mondo della moda, rimanda a una serie di valori e significati ben diversi, legati, piuttosto, al pianeta Terra, al rapporto che ciascun essere umano dovrebbe avere con esso e, più in generale, con la storia. Non è una mostra sul trendy, quindi, ma sulla civiltà che ha visto nella scarpa qualcosa di più di un semplice accessorio. Una perfetta alchimia quella pensata da Gregolin, noto per la sua creatività che sconfina spesso nelle tematiche ambientali, dalla Land art alla ricerca antropologia. “Dalle scarpe infatti – diceva Forrest Gump nell’omomimo film- si possono capire molte cose di una persona…”: un’affermazione che calza a pennello per questa mostra dai toni didattici, dove si trovano scarpe della storia e della memoria. Scarpe dello spirito. Scarpe comuni come oggetti da museo. Scarpe di personaggi famosi. Scarpe della musica. Scarpe dello sport. Scarpe dell’arte. In ogni caso, tutte indossate da figure che hanno contribuito a vario titolo con un segno, un messaggio, un gesto verso il nostro pianeta.Non ho pensato ad una mostra feticistica – spiega l’artista-, ma a qualcosa che sposa l’arte con l’utilità, che diventa qui identità culturale”.
Oltre settanta le scarpe esposte in un allestimento suggestivo e particolare, sotto i rinascimentali archi del peristilio di Palazzo Isimbardi, trasformato, per l’occasione,  in un sentiero di scarpe-simbolo che vanno oltre il tempo. Non vi è da meravigliarsi, quindi, se le povere scarpette di legno del protagonista de L’Albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi, sono accostate a quelle più moderne del maestro del cinema. A queste si aggiungono le scarpe da cava dell’allora giovane Mauro Corona, oggi affermato scultore, scalatore e scrittore di montagna, così come scarpe “dalle suole consumate dei reporter” - come intimava Indro Montanelli ai giovani apprendisti giornalisti - che appartengono a due maestri contemporanei della carta stampata e della televisione quali Ettore Mo e Toni Capuozzo, eredi quasi ultimi di quell’andare per strada a caccia di notizie. Direttamente dai musei della Grande Guerra, poi, sono esposte le scarpe dei soldati austriaci e italiani, come quelle dei deportati nei campi di concentramento tedeschi.
Gregolin nella sua originale ricerca ha intrapreso, inoltre, i sentieri spirituali, bussando alle porte di conventi e monasteri convinto che anche nelle scarpe ci siano segni dell’anima: ha, così, trovato scarpe fatte a mano e mai uscite prima dai monasteri femminili di clausura; le “pantofole liturgiche” dei monaci armeni dell’Isola di S.Lazzaro-Venezia; i sandali francescani nonché quelli di un pellegrino di Santiago fino ad arrivare a un paio di sandali del 1530 del beato Antonio Pagani, venerando predicatore nel Concilio di Trento, usciti per la prima volta per l’occasione, dal reliquiario del convento francescano vicentino di S.Pancrazio di Barbarano.
Più profane ma non meno significative, le scarpe sportive di Alex Zanardi, pluricampione paralimpico, Nives Meroi, la scalatrice degli ottomila e le “scarpe –piede” di Tom Perry , lo scalatore a piedi nudi di fama mondiale.
Nell’intero percorso espositivo domina un’atmosfera particolare, che si traduce nel tempo delle scarpe e nella storia degli uomini. Può, quindi, accadere che si abbia l’impressione di sentir sussurrare parole, che evocano pensieri ed emozioni, diventando ricordi di vita, di chi ha calzato queste scarpe ma anche semplicemente di chi si è trovato a essere protagonista-spettatore di un’epoca.
Scarpe che parlano, divenendo segni del tempo e, al contempo, autentici spunti di riflessione, nel rispetto della più sana tradizione secondo la quale “la felicità comincia dai nostri piedi e con le scarpe camminano le nostre idee” .

Terra nelle scarpe
Palazzo Isimbardi, Corso Monforte 35, Milano
Fino al 7 marzo 2013 

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