mercoledì 1 agosto 2012

PEOPLE_Francesco Ballestrazzi: il cappellaio dell'arte






















Un battito d’ali, un peccato di gola all’ora del tè, la seduzione del pizzo, la forza concettuale dei grafismi, il fascino del classico che ritorna. Questo e molto altro alimenta le ispirazioni di Francesco Ballestrazzi, il “cappellaio” più fantasioso del momento, tripudio di estro e italianità, spirito vitale amante dell’arte in tutte le sue forme d’espressione.
Un talento, il suo, nato – letteralmente - calcando il palcoscenico: ballerino di formazione contemporanea, non ha mai fatto mistero della sua passione per il teatro, sviluppando le due carriere contemporaneamente con numerose esibizioni nei principali teatri italiani, dall’Arcimboldi di Milano al Greco di Taormina. Costretto a interrompere il suo futuro danzante, trasforma la passione per la moda in lavoro, esprimendo tutta la sua creatività. Fiero dei suoi diversi lavori come illustratore e designer - esposti in numerose mostre -, entra a passo di danza nel fascinoso mondo della moda mettendo a punto sin dall’inizio prestigiose collaborazioni con grandi marchi, dapprima nell’ambito commerciale con Alexander McQueen e, successivamente, passando agli aspetti creativi della Maison Moschino con la quale tuttora collabora alla realizzazione delle vetrine dei negozi di Milano, Londra, Parigi e New York. Nel frattempo, la sua vocazione e il suo talento per la modisteria si fanno sentire sempre di più, tanto che nel 2010 decide di creare una propria linea di cappelli che, senza esitazione, riscuotono l’interesse e l’approvazione del pubblico nonché delle principali riviste di settore.
Per Francesco Ballestrazzi l’arte e la moda non sono due mondi separati, nel rispetto della migliore tradizione creativa che le vuole come due realtà in continuo rapporto, forti del loro carattere identitario ma disposte a lasciarsi contaminare l’una dall’altra per dare vita a una dimensione terza  o per meglio dire, a se stante – frutto di una magica armonia sottointesa, esplicitata attraverso forme e volumi che ripercorrono canoni estetici, tendenze e stili. Francesco Ballestrazzi ama spingersi sino a quei livelli in cui le due discipline trovano uno spazio condiviso e - spesso inesplorato - per comprendersi, confrontarsi e fondersi proficuamente l’una nell’altra. Armato di una buona dose d’iniziativa, della sua innata creatività e da un’inclinazione tutta personale ad andare oltre le apparenze, Francesco Ballestrazzi approda a quest’isola felice e dà vita alle sue magiche creazioni, dove l’arte – declinata in tutte le sue molteplici forme d’espressione, dalla letteratura al cinema – domina la scena, caricandosi di sfumature glamour e chic, pronte per essere indossate con testa e dalla testa.
Ecco come nascono i suoi cappelli, anche se in realtà il termine appare riduttivo una volta ammirati i suoi meravigliosi capolavori. Piuttosto si tratta di sculture, fiabe, idee, melodie e poesie. Partendo da un semplice concetto creativo, Francesco Ballestrazzi prende un accessorio come il cappello – chiave di volta per esprimere molto della nostra personalità – e lo reinterpreta nella sua caratterizzazione più pragmatica, attribuendogli forme e significati distanti anni luce dalla sua mera funzionalità apparente. Si spinge, quindi, oltre le categorizzazioni sociali assunte in tutti questi anni, che l’hanno collocato come il simbolo lampante di ceti, personaggi e periodi storici. Il cappello diviene per lui uno strumento attraverso il quale far emergere la parte più sensibile della personalità, spesso quella mai detta, per evocarla attraverso un rimando concertato di note artistiche e cifre di stile. Una corrispondenza tra arte e moda che diviene il fil rouge del suo lavoro, partendo dalle semplici interpretazioni per arrivare ai capolavori finali e passando per la logica procedurale che lo accompagna nella sua attività. Pertanto, si può parlare di collezioni così come di una vera e propria galleria di opere d’arte, che racchiudono lo spirito creativo del modista. Pezzi unici di un’arte che diviene à-porter: eleganti, eccentrici, romantici, rivisitazioni di classici o calibrate geometrie. In ogni caso, una trasposizione unica e ben riuscita dell’arte tout court, dedicata a tutte coloro che amano il bello, deliziato dalle più sofisticate e intellettuali note di concetto. Da indossare con nonchalance e fervida convinzione delle caratteristiche implicitamente legate.
Capolavori realizzati interamente a mano, che implicano una magistrale abilità, una minuziosa cura del dettaglio e una costante ricerca artistica con cui esplorare e riscoprire materiali, forme e idee alla volta della traduzione di originali ispirazioni. A corollario, l’utilizzo di lavorazioni sempre nuove, apprese nel corso degli anni in diversi ambiti artistici: tecniche scultoree per creare strutture che riproducono sagome di animali; unione di oggetti trovati nei mercatini per far rivivere forme di altri tempi, modellando materiali come il ferro che, per mano del suo estro e della sua abilità, trovano una nuova valenza poetica in elaborati copricapi; semplici fogli di carta capaci di creare forme ed emozioni delicate e romantiche; pelle, oggetti d’uso comune o elementi di vita quotidiana chiamati a stravolgere elmi d’ispirazione antica, donando loro una nuova estetica, in una sorta di mix&match tra quello che fu e quello che sarà, attualizzato in un tempo contemporaneo.
Ecco quindi che, senza troppe difficoltà, il barocco si sposa con lo stile minimalista e il mondo floreale con quello animale: gli opposti si attraggono e non si lasciano più, evocando desideri, ricordi ed emozioni che dalla testa prendono vita nelle loro note subliminali. Copricapi che non passano inosservati, confidando nel coraggio e nella personalità della donna che li indossa, la quale, entusiasta e orgogliosa, porge al mondo questo particolare, onirico e unico modo d’interpretare la realtà. Tra l’allure di un’eroina glamour, il fascino del classico rivisitato, la magia segreta di Madre Natura, il mistero seduttivo del pizzo in versione animal e la perfezione di un grafismo geometrico - complice un dolce intermezzo a base di macarons e altre prelibatezze gourmandes -, la scelta si fa ardua. Il segreto? Lasciarsi cullare dal favoloso mondo di Francesco Ballestrazzi, sulle orme di una nuova Alice in Wonderland.

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