L’amore di Louis Vuitton per l’arte è risaputo, tanto che la Maison francese sposa prestigiosi progetti
volti a valorizzarla in tutti i suoi ambiti d’espressione. Uno degli ultimi vede l’impegno del marchio di lusso nei confronti
dell’architettura, in particolare con la sponsorizzazione di un’insolita mostra
che rientra nel calendario di eventi della Biennale di Venezia. Martedì 28 agosto, infatti, viene
inaugurata "Nicholas Hawksmoor:
methodical imaginings", un’esposizione che si concentra su una serie
di importanti chiese costruite a Londra dall'architetto inglese agli inizi del
XVIII secolo. Ospitata nel Padiglione Venezia, riaperto nel 2011 con una
personale di Fabrizio Plessi, dopo un lungo restauro reso possibile proprio da Louis
Vuitton, la mostra dimostra la crescente
presenza della Maison a Venezia. Reduce dall’entusiasmante esperienza del 2011
con la Biennale, il marchio di lusso francese ha deciso di rinnovare il suo
impegno, sulla scia del suo grande amore per l’arte – in particolare per
quella contemporanea -, avvalorato dall’imprescindibile contributo di Marc Jacobs. Un amore che si traduce anche verso l’architettura, caposaldo
fondamentale della filosofia Louis Vuitton alla base della concezione degli
showroom e dei negozi. Da questa semplice considerazione alla collaborazione
con la Biennale, l’evento più importante e prestigioso del settore, il passo è
stato breve. E Louis Vuitton ha scelto
di compierlo sponsorizzando la mostra di un architetto vissuto oltre due secoli
fa, enfatizzando l’importanza della storia per una Maison che vive il presente,
progettando il futuro, ma partendo dai valori dati dal suo fondatore, 150 anni
fa. Un fondatore che, proprio come Nicholas Hawksmoor è stato un
innovatore: il primo nel campo dello stile e dell’eleganza, il secondo nell’architettura,
divenendo l’antesignano per eccellenza del neoclassicismo nel periodo barocco.
Quasi a suggellare che l’innovazione non conosca tempo e non abbia età. Con la sponsorizzazione di questa mostra,
la Maison rafforza il rapporto che la lega alla Laguna: una liaison che, nel
2013, sarà avvalorata dall’apertura, a due passi da piazza San Marco, della seconda
maison Louis Vuitton italiana dopo Roma, firmata dall’archistar Peter Marino.
Una boutique che si spinge oltre la canonica catalogazione del termine, rappresentando
molto di più di un semplice luogo di
vendita o di passaggio: in una maison, per esempio, vi sono spazi dedicati al
cinema (come nel caso di Roma) o alle mostre. A Venezia sarà proprio così: al terzo piano troverà realizzazione
“l’espace culturel”, volto a ospitare esposizioni ed eventi, con una
particolare attenzione alla cultura locale. Al primo e secondo piano, invece,
vi saranno le collezioni uomo e donna, con tanto di aree dedicate al prêt-à-porter,
alla pelletteria e agli accessori. Lo spazio culturale si rivolge a tutti i
veneziani, non solo ai clienti Vuitton. Quasi a consacrare il legame
indissolubile con il Veneto, dove la Maison ha negozi – Padova e Verona –
nonché la fabbrica-modello, situata a Fiesso d’Artico, che produce tutte le scarpe
di lusso, senza contare l’ormai affezionata presenza nell’ambito delle regate
veliche d’avvicinamento alla Louis Vuitton Cup e all’America’s Cup.
In poche parole, ma con grandi
fatti, ecco spiegata, ancora una volta, la vera vocazione della Maison: agire con talento, dedizione e passione per
promuovere idee sempre nuove, superando i confini delle singole discipline per
arrivare a un ideale connubio di arte, moda e lifestyle. Per un’armonica
unitarietà d’intenti, dedita a promuovere il culto e l’educazione del
bello.
Nicholas Hawksmoor: Methodical
Imaginings
dal 29 agosto al 25 novembre
Padiglione Venezia, Biennale Architettura
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