Quante volte si
parla delle contaminazioni della moda con le altre discipline artistiche o, più
in generale, con le più svariate forme espressive? Innumerevoli gli esempi a
disposizione, anche, ma soprattutto, in virtù di una semplice constatazione: la moda stessa è arte e, come tale, va da
sé che affondi il suo essere profondo nella cultura, cercando e sposando
interessanti liaison con cui avvalorare i suoi tratti e, al tempo stesso,
offrire una nuova immagine di sé.
E se è vero che
i tempi passano, le epoche si susseguono e la tecnologia diviene sempre più
elemento imperante nelle nostre vite, la
moda non sta sicuramente a guardare e - incline come è a lambire nuovi
confini, spesso estranei al suo spirito tout court – attraverso la tecnologia stessa intraprende un nuovo cammino verso
l’arte finemente intesa.
Lungimirante
come le stampe paisley che da sempre ne contraddistinguono le creazioni,
evocando viaggi e luoghi lontani, Etro ha sviluppato un progetto innovativo, antesignano
nell’intendere e vivere il rapporto dell’arte della e nella moda, sperimentato
nel corso dell’ultima sfilata uomo per mano di Kean
Etro.
Un defilé “extraordinario” in tutti i sensi: il pubblico,
seduto sui gradini di una costruzione ottagonale posta al centro della scena,
ha assistito a un vero e proprio fashion show articolato su due livelli
concentrici, due piani di lettura, distinti concettualmente e in termini di
spazio, dove i modelli hanno sfilato circondati da melodie di antichi canti,
rappresentate da continue trasformazioni di grafismi e colori. Una mise en scène per certi versi
disorientante, poiché del tutto nuova, ma al contempo vera, toccante e vibrante.
La circolarità della rappresentazione è
divenuta la metafora con cui esprimere il vortice del cambiamento: il sapere e le tecniche appaiono
stratificati, nella produzione di un risultato di straordinaria eleganza e
classicità; la configurazione circolare
rimanda simbolicamente all’origine attraverso un lungo viaggio in cui ci si può
divertire con ritmo e leggerezza. Ogni
insieme viene scomposto per risalire ai componenti primordiali: i colori nella
loro singolare tonalità si animano, rappresentando il varco d’accesso alla
dimensione onirica e dell’ispirazione. Un
linguaggio nuovo, non ancora sperimentato né codificato, ma che abita già
nella coscienza dell’essere umano, perché comprende
il mondo dell’immaginazione e l’utilizzo della tecnologia che fa ormai
parte della quotidianità. In pratica, la
realtà viene decodificata in tempo reale, per riproporla sotto forma di
complesse strutture tridimensionali navigabili, i Giganti. Il punto di partenza è sempre una
fotografia che viene trasformata in opera pittorica digitale, attraverso una
ricerca artistica sui colori che unisce grafica, 3D, fotografia e pittura
digitale. Per dirla breve, si tratta di Arte Estratta, un concetto
innovativo di generare e suggerire al grande pubblico nuove soluzioni visive
che partano da un’immagine reale per estrarne grafiche ispirate a temi diversi.
Nel caso di Etro, il punto di partenza
sono stati i first look: presi nella loro essenziale eleganza formale, sono
stati composti nelle cromie di base della tavolozza utilizzata, per declinarli
in nuovi contesti, nuovi spazi, nuove dimensioni. Risultato? Un caleidoscopio di colori che si muove
senza fine e senza continuità, alla volta della costruzione di una nuova idea
dove non vigono gerarchie o ordini supremi. Ogni dettaglio ha la medesima
importanza. L’estetica modaiola si
approccia in questo modo a una nuova frontiera: se in prima istanza gli outfit
di Etro si propongono nel loro classico rigore, un attimo dopo si trasformano
in vortici di colori che danno vita a forme tridimensionali di arte tout court.
Lo stilismo si trasforma così in una sperimentazione
continua e circolare,
che coinvolge il pubblico in un’esperienza ad alto tasso emozionale.
Imprescindibile l’incredulità, alla quale, però, è legata una spasmodica voglia
di condivisione. Sulla scia che ogni dettaglio possa dare origine a nuove
ispirazioni con cui approcciare il domani o, più in generale, il quotidiano.
Hai una scrittura dal lessico forbito, sei intelligente personale e, in una sola parola, autentica.Il tuo modo di scrivere affascina e fa, in un certo senso, respirare quella che io definisco "la cultura della moda".Sembri una cultrice non una semplice appassionata, dilettante e piena di sé. E' per questo motivo che sarebbe interessante se concedessi o scrivessi degli articoli per il mio progetto appena nato: http://it.enciclopediadellamoda.wikia.com
RispondiEliminaIl portare avanti una wiki è , infatti, un onere talvolta pesante,un piccolo aiuto non guasterebbe, pensaci.
RigillaMas