Mademoiselle Chanel era solita
affermare che una donna senza profumo è una donna senza futuro. Non a caso,
forse, mossa da questa radicata convinzione ha dato vita a una delle fragranze
che hanno fatto la storia nel mondo delle note olfattive: Chanel n° 5, un mix di conturbanti
sfumature, volte ad esaltare la femminilità in un gioco evocato di seduzione e
intrigo.
Et voilà! al ritmo di un calibrato
alternarsi di percezioni sensoriali, le
agrumate note di testa di bergamotto, limone e neroli abbracciano i sensi,
per travolgerli in un cuore fiorito di
gelsomino, rosa, mughetto e iris e in un successivo fondo speziato di vetiver, sandalo, vaniglia e ambra.
Voluto
fortemente dalla lungimirante e determinata Coco Chanel, fu realizzato dal
profumiere Ernest
Beaux, che, per la prima volta, miscelò
essenze naturali e sintetiche – per la precisione, 80 ingredienti
differenti, tra i quali l’essenza artificiale di gelsomino -. In tal modo,
grazie all’unione di questi due diversi agenti – naturali e chimici - il profumo si poteva sentire molto più a
lungo nonostante fosse dosato in minori quantità. Poco incline allo
smielato romanticismo dell’epoca – “…non
voglio nessun olezzo di rose o mughetto”, asseriva spietata – Chanel scelse di optare per un bouquet
provocante, contrariamente alla moda dilagante che voleva l’essenza di un unico
fiore. Sulla base di note di muschio
e gelsomino – generalmente associate a cortigiane e prostitute – il
risultato fu totalmente innovativo: non
aveva precedenti, vista la sua natura in parte artificiale; era gradevole ma, al tempo stesso, non
riconducibile a nessuna essenza specifica. Innovativo anche nel nome,
sull’origine del quale si sono dibattute leggende e digressioni in quantità che
hanno portato studiosi e cultori a elaborare infinite teorie, dalle più
fantasiose alle più veritiere. Favolistica a parte, la versione più attendibile suppone che Chanel abbia scelto per il suo
profumo questo strano nome dopo aver annusato la quinta boccetta d’essenza di
prova preparata da Beaux. Al momento di “battezzare” la fragranza, Chanel
rispose “Ho lanciato la mia collezione di
profumi il 5 maggio, il quinto mese dell’anno, lascerò che questo numero gli
porti fortuna”. Pioniera nel campo della profumeria così come lo era stata
nella moda, Chanel aveva fatto centro anche con la sua essenza, la quale segnò
la strada della produzione industriale profumiera. Per decine di anni, Chanel
n° 5 è stato il profumo più venduto in Francia, superato solo nel 2011 da J’adore di Christian Dior.
Intrigante
il profumo nel suo articolarsi di note di testa, cuore e fondo, semplice invece la confezione: una
normalissima bottiglia da farmacia trasparente, prodotta dalla vetreria Brosse,
con un’etichetta minimale bianca e nera. In netto contrasto, quindi, con le
elaborate e decorate boccette dell’epoca, in bilico tra il barocco e il rococò,
create appositamente per attrarre l’attenzione del cliente. La prima bottiglietta prodotta nel 1919 era
più piccola e più arrotondata rispetto a quella conosciuta oggi, la cui produzione
iniziò nel 1924. Un cambiamento di rotta resosi necessario nel momento in
cui il flacone originale si era rivelato troppo fragile, portando così
all’adozione di una forma più squadrata, la stessa giunta sino ai giorni
nostri. Contrariamente alla boccetta, il tappo subì negli anni numerose
modifiche: originalmente era di vetro; nel 1924 venne sostituito da uno di
forma ottagonale, più consono al nuovo design del flacone; nel 1950 fu oggetto
di un taglio smussato e di una silhouette più voluminosa; nel 1970 divenne più
grande, per poi ridursi nel 1986, rendendo più armoniose le proporzioni
dell’intera boccetta.
Divenuto
oggetto di culto, il flacone di Chanel
n° 5 nel 1959 entrò a far parte della collezione del Museo d’Arte Moderna di
New York e, a metà degli anni ’80, venne celebrato da Andy Warhol che, al
pari di un’icona di stile e buon gusto, lo raffigurò con l’opera pop intitolata
Ads:
Chanel.
Prestigioso,
conturbante, femminile, questo profumo vantò grandi estimatrici tra cui
l’indimenticabile Marilyn Monroe
che, in un’intervista nel 1952, ne divenne inconsapevolmente testimonial,
affermando che quando andava a dormire indossava solo due gocce di Chanel n° 5.
Parole che impressionarono i soldati americani al punto di spingerli a fare
lunghe code fuori dai negozi Chanel per aggiudicarsi una boccetta del
desiderato profumo da regalare alle fidanzate. Riportata negli anni in numerose
varianti, sempre e comunque carica di tutto il suo valore conturbante, questa celeberrima frase venne utilizzata
nel 1955 sulla locandina pubblicitaria del profumo, corredata da una foto della
diva scattata nello stesso anno da Ed Feingersh. Negli anni, numerose
furono le testimonial chiamate a personificare con il loro stile il mood di
Chanel n° 5 e, di riflesso, della Maison: Catherine
Deneuve, Ali MacGraw, Lauren Hutton, Jean Shrimpton, Carole Bouquet, Nicole
Kidman, fino alle più recenti Vanessa
Paradis e Audrey Tautou. La stessa Coco Chanel in persona prestò la
propria immagine per una pubblicità su Harper’s Bazaar.
Un
profumo capolavoro, che divenne nel tempo un vero e proprio oggetto d’arte,
complici, senza ombra di dubbio, i
magistrali spot pubblicitari firmati dalle più grandi firme creative. Nel
1998 Jacques Helleu e Luc Besson idearono e firmarono,
rispettivamente, la storia animata Le Chaperon rouge, moderna
rivisitazione di Cappuccetto Rosso in cui una donna ammansiva un lupo, sullo
sfondo di una magica Tour Eiffel. Eccellenti le collaborazioni: Milo Manara per lo storyboard e di Patrice Garcia per le scenografie,
realizzate all’interno di uno studio di Cinecittà; glamorous la protagonista,
la modella Estella Warren; d’autore
la colonna sonora, un brano di Danny
Elfman tratto dalla colonna sonora del film Edward mani di forbice.
Una
tradizione, quella della campagna pubblicitaria d’autore, preservata e
perpetuata nel tempo, anche recentemente (2004) con lo spot Eau
de Première. Testimonial, un’elegante Nicole Kidman, vestita da Karl
Lagerfeld - con un abito nero scollato sulla schiena, dove era esposto un
medaglione composto da 687 diamanti a comporre il logo dell’essenza – e intenta
a interpretare “l’attrice più famosa del mondo”. Diretto da Baz Luhrmann, lo spot utilizzò la
medesima ambientazione del film Moulin
Rouge!, riprodotta all’interno dei Fox Studios di Sidney. A corollario, le
note sonore del brano Clair De Lune
di Debussy, suonato dalla Sidney
Symphony Orchestra, diretta da Craig Armostrong.
Ultimo
capitolo della saga spot movies Train de nuit, ideato da Jean-Pierre Jeunet e di cui
protagonista è una raffinata Audrey
Tautou. Magico e misterioso lo scenario - l’Orient Express – così come il profumo: un subliminale invito a
lasciarsi andare a una conturbante sinfonia olfattiva, abbandonando i sensi a
una fascinosa esperienza profumata.
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