mercoledì 8 agosto 2012

PEOPLE_René Gruau e il disegno di moda


























Nome dalle sonorità francesi, estro e talento tutti italiani per il disegnatore e illustratore René Gruau, antesignano con la sua creatività di quella che sarà la moderna pubblicità di moda, rendendo immortale il glamour della couture anni ’50 di Balenciaga, Balmain, Lanvin, Givenchy e, primo su tutti, Dior, con il quale collaborò per oltre 40 anni. Una carriera, la sua, costellata di successi, e cominciata in giovane età, quando poco più che adolescente conosce Vera Rossi Lodomez, direttrice della rivista Lidel per la quale realizza i suoi primi disegni. Una vocazione talentuosa che lo porta, in men che non si dica, a trasferirsi a Parigi dove comincia a collaborare con Fémina. Durante la Seconda Guerra mondiale, viene assunto dalla rivista Marie Claire: per Gruau è l’occasione di fare esperienze nell’illustrazione di moda, di feuilleton e di novelle. Dopo la Liberazione, Fémina, Vogue, L’Officiel de la Couture e Harper’s Bazaar ne richiedono la collaborazione: il suo è un talento visionario e fantasioso, in grado di trasformare in semplici tratti idee, ispirazioni e curiosità. Tramite la sua abile mano, il sogno prende vita e diviene un’entità concreta, finalmente fruibile al pubblico che può così tenersi aggiornato sulle novità proposte dalle Maison, partecipando indirettamente alla vita della moda. Il suo stile è unico e inconfondibile, caratterizzato da una sorprendente povertà di mezzi, nell’esaltazione concertata di semplificare la stampa. L’essenzialità è la protagonista indiscussa dei suoi disegni: la moda in tutta la sua purezza. Ampie superfici in tinta unita, una linea nervosa ma decisa al tempo stesso, temi grafici ricorrenti come le strisce orizzontali, verticali e i quadrati sono i tratti peculiari della sua mano. A corollario, quasi a suggellare un possibile confine tra finito e infinito visibile e invisibile, Gruau asseconda l’utilizzo delle ombre cinesi: un gioco intrigante che consente all’artista di sbizzarrirsi ironicamente nella più fedele rappresentazione della realtà e invita il lettore a fantasticare e viaggiare con la mente in un mondo onirico in cui il conscio riserva una dimensione inattesa all’inconscio. Disegno dopo disegno, raggiunge l’apice della sua carriera chez Dior all’epoca del New Look, per il quale illustra il celebre libro Cucina cucita a mano. Collabora con le più autorevoli griffes dell’haute couture e in Italia con Novità e altre importanti riviste di settore. Pian piano abbandona il disegno di moda per dedicarsi alla pubblicità, che nel frattempo si sta affermando anche – e soprattutto – in virtù del suo impareggiabile contributo creativo. Sua la promozione del profumo lanciato da Dior; lavora per alcune case produttrici di cosmetici (Pajor, Rouge-Baisier, Peggy Sage, Elizabeth Arden), tessuti (Dormeuil, Rodier, Fred), accessori di moda (Bally, i guanti Perrin, i cappelli Montezin), biancheria (Scandale, Lejaby, Valisère) e prêt-à-porter (Blizzard, M. Griffon). Invade la Ville Lumière con i suoi manifesti realizzati per il Lido e il Moulin Rouge e l’Italia con le sue celeberrime campagne pubblicitarie per i tessuti Bemberg e il profumo Schu-Schu di Schuberth. Per Laura Biagiotti ha studiato il logo e tutta l’immagine coordinata. Si è occupato anche dell’immagine per l’Accademia di Costume e Moda di Roma, dove, come docente, ha tenuto seminari inerenti la grafica pubblicitaria di moda. I suoi disegni rappresentano un caposaldo del patrimonio culturale legato alla moda. Molti i libri a lui dedicati – René Gruau di Joëlle Chariau; Gruau, Hercher 1989 e la monografia edita da Franca Maria Ricci – così come le mostre dedicate alla sua opera, allestite nei musei e nella gallerie più importanti al mondo. Il 25 ottobre 2011, la sezione di Christie's dedicata alle Arti Decorative e al Design del XX secolo ha organizzato un’asta, a Londra, per rendere omaggio alla sua influenza sull’haute couture e il design commerciale. Nel novembre del 2010, la Somerset House ha organizzato una mostra che ne ha celebrato l’appeal internazionale: esposte più di 40 illustrazioni realizzate per Dior Parfums, ma anche bozzetti, pubblicità per riviste e, dulcis in fundo, una selezione di abiti haute couture. Per l’occasione, alcuni tra i più interessanti artisti britannici – tra cui Jasper Goodall, Erin Petson, Daisy Fletcher, Richard Kilroy e Sarah Arnett - hanno realizzato illustrazioni in sintonia con il tema della mostra. Grande artista ma anche scopritore di talenti, come nel caso di un’indimenticata giornalista e illustratrice di moda italiana: correva l’anno 1937 e un’allora sconosciuta Maria Pezzi veniva stimolata da René Gruau in persona a intraprendere la carriera del disegno di moda. Timido, schivo e solitario, Gruau ha segnato in maniera letteralmente indelebile la storia del costume e dello stile internazionale, immerso nei suoi infiniti disegni contraddistinti dal suo monogramma G, sormontato da una stella: una cifra stilistica nata da una necessità di procedura, quando, cadendogli inavvertitamente una piccola macchia d’inchiostro sopra la firma, aveva dovuto mimetizzarla trasformandola in una stella. Un marchio poetico, quasi un segno del destino a sigillare il suo lavoro geniale e a proiettare Gruau nel firmamento della moda. 

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