giovedì 16 febbraio 2012

LEISURE_Paris mon amour!











Parigi è sempre Parigi….retorica a parte, la Ville Lumière possiede da secoli un fascino unico e incantatore, più di qualsiasi altra metropoli. Melting pot di epoche, culture e filosofie, musa ispiratrice per artisti di ogni foggia dall’estro geniale e d’avanguardia, fucina di rivoluzionarie trasformazioni socio-esistenziali, la capitale francese rappresenta lo stile del bien vivre e il metro di misura del buon gusto. Quello che fa moda a Parigi, in qualsiasi campo, diviene subito una tendenza mondiale connotata di tutte quelle caratteristiche che fanno rima con chic e raffinato. L’allure parigina si crogiola tra un aspetto bohémien, caratterizzato per una trascuratezza apparente, e note glamour dal retrogusto Rive Gauche, sinonimo di una sofisticata quanto innata ricercatezza. Comun denominatore a entrambe le sfumature è l’élitarietà, quell’impalpabile senso di pregiatezza volitiva che contagia l’atmosfera e abbraccia in un vortice armonioso. Impossibile restarne insensibili e non cadere nella magica tela. Parigi è una città tuta da vedere, esplorare, assaporare: una città sempre diversa, che incanta con le sue meraviglie nascoste, da scovare in ogni angolo. Mix & match tra attrattive avanguardiste e grandi classici della tradizione francofona, offre un panorama fertile alle nuove idee e alle menti mai sazie di conoscenza. Come in poche altre città, camminando per le sue strade si può ammirare l’architettura a cielo aperto anche negli edifici ad uso privato, si rivive la storia, si apprezza l’innovazione e si respira quel profumo di bien vivre in perfetto e unico stile parisien. Grazie al suo glorioso passato, Parigi ha sempre aperto le porte a un futuro ‘umano’, focalizzato quindi sull’individuo e sulle sue potenzialità, offrendo così un palcoscenico di opportunità e stimoli più unico che raro. Dalla cucina all’ospitalità, dall’arte all’arredamento, dall’architettura al design: ogni campo d’attività nella capitale francese nasconde piacevoli sorprese. Ecco perché farvi un giro ogni tanto si rivela sempre una piacevole esperienza, nel corso della quale conoscere e sperimentare.
Ecco qualche segnalazione utile per scoprirne i segreti…

I designer d’estrazione francese e in particolar modo parigina amano sfidare le abitudini, sfociando spesso nell’ironia e nel provocatorio: una strada che li porta ad essere il punto di riferimento per la cultura del progetto. Visionari all’inverosimile, grazie a scatti felini di pensiero ribaltano le abitudini funzionalistiche, così come le macrotendenze minimaliste e massimaliste, generaliste nel modo d’essere e di far vivere lo spazio e celebrano con fantasia e immaginazione soluzioni che interpretino con humor e leggerezza la quotidianità, regalando un sorriso anche alle azioni più standardizzate e ripetitive. Constance Guisset, lo studio 5.5 Designers (Vincent Baranger, Jean-Sébastien Blanc, Anthony Lebossé e Claire Renard), Patrick Nourguet, Vincent Dubourg, Noé Duchau-four-Lawrance, Mathieu Lehanneur, Marie-Aurore Stiker-Metral, Jean-Marie Massaud sono i nomi più in voga e che meglio rappresentano il fervore della scena parigina nel panorama del design internazionale.

Le gallerie che siano d’arte o design sono sempre e comunque d’avanguardia. Una caratteristica ricorrente che pare essere la chiave di decodifica per l’accesso e la scoperta di un mondo meraviglioso, mix ponderato di lusso e cultura. Sulla Rive Gauche, la galleria Avant-Scène (4, place de l’Odéon) presenta mobili, lampadari, oggetti contemporanei disegnati da nomi eccellenti, negli scenari di un teatro inaugurato da Maria Antonietta. La Georges-Philippe & Nathalie Vallois (36, rue de Seine) tratta artisti contemporanei. Cat-Berro (25, rue Guénégaud) vende invece oggetti in bilico tra arte e design. La galleria Perimeter (47, rue Saint-André des Arts) espone le opere di maestri affermati insieme a quelle di giovani talenti, in un visionario passaggio di testimone tra passato e futuro. Nel VII arrondissement, la White Moon Gallery (18, rue de Lille) è specializzata in oggetti e sculture in marmo. Al 35 di rue de Grenelle, da segnalare la galleria En attendant les barbares.  Sulla Rive Droite da visitare la Carpenters Workshop Gallery, installata su diversi piani della Galerie de France. E venendo al vivace quartiere del Marais, degne di nota sono la galleria Eric Dupont (138, rue du Temple), Praz-Delavallade (5, rue des Haudriettes), Almine Reich (19, rue Saintonge), Suzanne Tarasiève (7, rue Pastourelle). 

In un avvicendarsi di vetrine garbate ed eleganti, trovano invece spazio negozi di ieri e di oggi, che combinano tradizione e avanguardia con un gioco composito.
Tartufi, praline, tavolette, sfoglie: semplicemente cioccolato, ma di quello squisito e particolare. Innumerevoli le proposte di Pierre Marcolini (89, rue de Seine), cioccolataio belga, creatore di delizie e portabandiera dell’eccellenza del palato. Non lontano, Un Dimanche à Paris (4, Cour de Commerce) è sala da tè e ristorante con un menù fatto di piatti salati a base di note cioccolatose: appetitosi, imperdibili e unici. Tappa imprescindibile per chi adora il cioccolato, letteralmente in tutte le salse e, più in generale, come arte di vivere. Di un genere diverso, la libreria Le Moniteur (7, place de l’Odéon) è una meta irrinunciabile per coloro che si interessano di architettura e design: qui troveranno veri e propri tesori. Al 78 di rue de Seine s trova invece la Cire Trudon, che dal 1643 produce candele e ceri in tutte le fogge e dai colori sgargianti. Série Rare (6, rue de l’Odéon) realizza maniglie di ogni forma e misura insieme a lampade e accessori in bronzo dal design contemporaneo, innovativo e raffinato. Non lontano, nel Marché Saint-Germain merita una visita Gilles Beaufrère (4, rue Lobineau), negozio di fiori d’autore per magnifici bouquet e insignito del MOF (Meilleur Ouvrier de France). Carven (36, rue Saint-Sulpice), la famosa marca di abbigliamento per donna - rinnovata dall’estro creativo di Guillaume Hinfray, ha aperto il suo emporio nella capitale francese: mecca dello stile e del buon gusto, è una tappa imperdibile per le amanti fashion. Ma non è tutto…da segnarsi in agenda anche Balmain (44, rue François Ièr) - un grande classico della moda d’Oltralpe - tanto apprezzato per la sua chiave chic contemporanea – e Didier Ludot (24, Galerie Monpensier), negozio di alta sartoria vintage, che propone meraviglie firmate dai nomi più prestigiosi.

Per una tappa gourmande le possibilità si sprecano, soddisfando ogni esigenza, dai palati più esigenti a quelli più curiosi di scoprire sapori nuovi, per un pranzo che diviene un’esperienza sensoriale. Ostriche d’inverno in due ristoranti nel quartiere dell’Odéon: L’Écume des Bulles (3, rue des Quatres-Vents) e la Huitrerie Régis (3, rue de Montfaucon). Al Cocktail Club Schmuck (1, rue de Condé), ristorante che coniuga lustro e modernariato, si possono gustare cocktail a base di vodka (imperdibile il Framboise-Roquette) o di champagne (memorabile il Piscine Impériale) e un menù strutturato su una cucina internazionale. All’Agapé Substance (66, rue Mazarine) i piatti dello chef David Toutain vengono consumati al banco. D’impostazione diversa, La Compagnie de Bretagne (9, rue de l’Ecole) propone le miglior crêpes della capitale. Sull’altra riva della Senna, da non perdere L’Opéra Restaurant (place Jacques Ruché), ricavato dall’architetto Odile Decq nel Palazzo Garnier: arredo contemporaneo e menù dello chef Christophe Aribert, due stelle Michelin. Il Métropolitain (8, rue de Jouy) nel Marais ha invece scelto di riproporre nei suoi spazi un vagone della metropolitana di Parigi: un ambiente originale in cui serve piatti elaborati. E per un pasto di bio di qualità, basta fare un salto da Boco (3, rue Danielle Casanova), per gustare le creazioni di grandi chef come Anne-Sophie Pic e Christophe Michalak.

Anche sul  versante dell’ospitalità le soluzioni sono innumerevoli. La Belle Juliette (92, rue du Cherche-Midi) ha da poco aperto i battenti in omaggio a Juliette Récamier, celebre per la sua bellezza e il suo salotto che ai primi dell’800 riceveva i grandi dell’epoca. Gode di una decorazione lussuosa e di un delizioso giardino in cui sorseggiare un tè pomeridiano. A questa importante donna francese si rifà anche un altro albergo, l’Hotel Récamier (3, bis place Saint-Sulpice): 24 camere, ciascuna con un arredo diverso. Le decorazioni sono eleganti ed eclettiche, l’atmosfera è quella di un signorile palazzo parigino. Nei pressi dell’Opéra invece trova spazio il Thérèse (5, rue de Thérèse),  piccolo e delizioso albergo che a prezzi ragionevoli accosta classico e contemporaneo. Il Banke Hotel (20, rue de la Fayette) si realizza invece all’interno di un palazzo memore degli antichi splendori dell’epoca di Haussmann: il ristorante e le 94 camere riprendono molto i fausti della grandiosa architettura. Da non dimenticare infine il Mandarin Oriental (251, rue Saint-Honoré): 99 camere e 39 suite e ben due ristoranti – il Sur Mesure e il Camélia – con cui vivere il lusso raffinato che solo Parigi può dare. In ogni spazio e in ogni tempo.

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