Femminile o sexy? Un dilemma vecchio non tanto quanto l’umanità ma sicuramente longevo nella sua essenza. Si tratta infatti di attributi che riferiscono all’universo del gentilsesso, utilizzati spesso erroneamente come sinonimi. In realtà, i due celano una profonda e distinta natura d’essere, che attiene a sfere etimologiche completamente differenti. Nell’immaginario collettivo è sexy un abito scollato, al pari di uno trasparente o di uno in pizzo. Iconograficamente è quindi sexy tutto quanto riferisce a lasciar scoperto il corpo, svelando in maniera piuttosto gridata ogni qualsivoglia barlume d’intrigo e lasciando ben poco all’immaginazione. Al contrario, femminile è quanto viene sussurrato, evocato, accennato…in una sorta di sottofondo corale gentile ed educato. Per nulla gridato né ostentato, il femminile stimola la fantasia: è curioso, intrigante, non svela, invitando a spingersi oltre l’apparenza. Esempi alla mano, femminile è Yves Saint Laurent quando sotto il suo smoking da sera – stretto maliziosamente in vita dal solo bottone centrale – mette una camicetta in chiffon di seta trasparente; sexy invece una guépiêre o biancheria intima in bella vista, così come ogni effetto nude. Una distinzione per immagini dalla quale ne deriva una lessicale che fa diventare sexy sinonimo di volgare e appariscente, mentre femminile di garbo ed eleganza. Tuttavia, tuttora oggi non vi è niente di più sexy dell’immagine di Marilyn Monroe con la gonna sollevata del suo abito plissettato in chiffon di seta: un’istantanea della storia del cinema e della moda che nulla ha di volgare o di appariscente e che proprio in virtù di queste considerazioni, secondo la classificazione canonica, andrebbe collocata di diritto nella categoria ‘femminile’. Eppure, la guardi anche oggi ed inevitabilmente riscontri quanto la diva fosse sexy! Sexy e femminile, dunque, connotano la donna di intrigo e appeal ma in modo diverso, attendendo più che al look alla persona. Assodato che in questo caso l’abito non fa il monaco, l’essere sexy o femminili è quindi dettato dalla nostra stessa personalità: da come ci poniamo, dal nostro portamento, dalle nostre parvenze e movenze, dalla mimica, dalla capacità più o meno innata di sedurre e ammaliare, piuttosto che quella di farsi notare con garbo e raffinatezza. Vi sono donne sexy ma non femminili, che suggellano un ideale di sensualità con la loro presenza e si notano per qualche loro particolare. Ed altre femminili ma senza essere sexy: impossibile non notarle, ma tuttavia prive di quell’appeal intrigante delle prime. Entrambe le caratteristiche si ricevono per grazia ricevuta e il tempo, la maturità adulta e la conseguente presa di coscienza di sé, non possono fare altro che accentuarle, rendendole caratteri dominanti del dna di una donna. Essendo legate in maniera indissolubile alla persona, non ci si può atteggiare ad essere sexy o femminili: il rischio è quello di imbattersi in goffi tentativi d’imitazione di una realtà che non appartiene al proprio ego, ridicolizzando all’inverosimile la persona. Un pegno troppo alto da pagare ma che, nonostante tutto, molte donne sono disposte a mettere in gioco nella disperata ricerca di una modo d’essere che non si possiede. Se quindi è fatto veto di ostentare un’attitudine che non è propria, al contrario un sexy e un femminile di naturale discendenza vanno portati fieri, esaltati nella loro essenza senza bisogni di interventi artificiali. Honoré de Balzac diceva “eleganti si nasce, ricchi si diventa” - enfatizzando le caratteristiche congenite di una dote come l’eleganza, allo stesso modo si può dire “sexy o femminili si nasce” e come tale ci si deve comportare, prendendo consapevolezza di quanto Madre Natura di ha regalato e imparando a conviverci, senza remore né rimpianti, ma fieri di noi stessi. Perché tutto dipende dalla persona e non dall’abito.
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