martedì 29 aprile 2014

ABOUT_La grande bellezza di Bulgari







130 anni e non sentirli. Il tutto tra glamour, divismo e luxury autentico. Questi i tratti caratteristici della boutique romana di via Condotti di Bulgari - cultore del gioiello prima ancora che marchio squisitamente adorato da celebs di tutto il mondo -, riaperta nei giorni scorsi dopo una minuziosa opera di restauro.
Correva l’anno 1884 e Sotirio Bulgari apriva suo primo atelier capitolino che, in men che non si dica, divenne rendez-vous privilegiato dell’alta società, crocevia di dive e divine, di principesse e icone di stile.
Oggi come allora, la Maison brilla di una luce incantatrice che non è irradiata soltanto dai preziosissimi gioielli realizzati, bensì sprizza da ogni dettaglio che rimanda alla storia e all’heritage del marchio. Tra avanguardia e tradizione, l’archistar Peter Marino ha firmato e realizzato i lavori di ristrutturazione, preservando la storicità del luogo e gettando le basi di uno sguardo lungimirante sul futuro. Per farlo, ha dovuto instaurare una sorta di partnership stilistica con l’impostazione imperiale di Florestano Di Fausto che diresse il primo intervento architettonico, in piena epoca fascista, conferendo una certa identità alla boutique. Restauro e trasformazione, quindi, i due dictat a cui Marino ha dovuto far fede, facendo convivere moderno eclettismo e spinta all’innovazione con il gusto e la passione della Roma degli anni ’30.
Un’opera di recupero e valorizzazione che ricade in un momento del tutto particolare per la Maison: il 2014, infatti, è un anno di celebrazioni, di cui la riapertura della boutique romana è il primo step. Roma per Bulgari ha sempre rappresentato fonte di ispirazione, complice la ricchezza e la passionalità che ne permeano ogni angolo. Archeologia, architettura, urbanistica e arte: sono qualità che si possono riscontrare in ogni scorcio della città eterna e che, da sempre, sono alla base della visione creativa di Bulgari e di collezioni celebri come “Serpenti”, “Monete 2 “B.zero1”.
La boutique romana ha mantenuto la navata centrale, sul modello promenade, mentre ha destinato le due laterali – un tempo galleria degli argenti e dei gioielli – all’alta gioielleria e ai diamanti delle collezioni “Bridal”. Altresì, ha conservato i marmi policromi, gli elementi decorativi in bronzo dorato, i capitelli, il motivo della stella a otto punte decoro dei pavimenti. Ad armonizzare il tutto, gli arredi, i dettagli in vetro e legno di noce, di stampo squisitamente italiano.
Un intervento di recupero unico nel suo genere, che pone l’atelier quale fiore all’occhiello della Maison, con tanto di sorpresa: la Sala Aurea, spazio museale dedicato ai gioielli pezzi unici e appartenenti alla Bulgari Heritage Collection. Una zona prestigiosa ed esclusiva, rara nella sua bellezza quanto nell’unicità dei pezzi esposti, posta al primo piano del negozio e in cui la scena sarà dedicata a gioielli, orologi e oggetti d’arte che hanno segnato la storia del marchio. Non mancheranno, pertanto, alcuni dei gioielli appartenuti a Liz Taylor, come, per esempio, il celebre collier ricevuto come dono di nozze da Richard Burton nel 1964: una collana in platino e 16 smeraldi colombiani taglio ottagonale, per un totale di 60,50 carati (il solo pendente conta 23,44 carati). O ancora, l’anello che la Taylor ricevette sempre da Burton nel 1962 durante le riprese del film Cleopatra, che conta uno smeraldo ottagonale di circa 7,40 carati e 12 diamanti a goccia per un totale di 5,30 carati. A fianco a questi capolavori, un collier in platino e smeraldi risalente agli anni ’50 e indossato da Gina Lollobrigida al Festival del Cinema di Venezia nel 1962: un tripudio di sette smeraldi (in origine nove, ma vista la magnificenza vennero ridotti) soprannominati “le sette meraviglie”.

Classicismo e contemporaneità i due filoni lungo i quali corre Bulgari, nel pieno rispetto della tradizione greco-romana tanto cara alla maison. La medesima tradizione che oggi prende voce con un linguaggio moderno e innovatore, quintessenza di prestigio ed esclusività.

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