La
sartoria Tirelli nasce a Roma nel 1964, grazie alla creatività di Umberto Tirelli di cui porta orgogliosamente il nome. Il sarto, dopo un apprendistato a
Gualtieri, suo paese natio, nella sartoria di Luigi Bigi, approda a Milano dove
svolge il ruolo di fattorino-vetrinista presso il l negozio di stoffe “da
Marco”, in via Montenapoleone. Un’esperienza,
quella milanese, che lo porta, nel 1953, a lavorare per la Sartoria d’arte
Finzi di Pia Rame e Carlo Mezzadri, situata in corso Venezia 5 e devota
alla realizzazione di costumi per teatri
come la Scala di Milano e per i set cinematografici di Luchino Visconti.
Qui incontra Danilo
Donati e Lila de Nobili e proprio su suggerimento di Donati, Piero Tosi e Franco Zeffirelli, nel novembre del 1955 decide di trasferirsi a Roma dove inizia a lavorare
per la Safas, sartoria teatrale gestita dalle sorelle Maggioni. Partecipa alla realizzazione dei costumi de
Il Gattopardo (1963) di
Luchino Visconti (2.000 vestiti, sette mesi di lavoro dell’intera sartoria)
e impara l’arte del “realizzatore dei costumi e dell’archeologo della moda”.
Nel
1964, grazie al sostegno di alcuni amici, Umberto Tirelli crea con due macchine
da cucire, cinque sarte, una modista, una segretaria e un autista-magazziniere,
la Sartoria artigiana Tirelli, in cui, oltre a realizzare costumi, recupera e
conserva abiti d’epoca e accessori autentici, diventando filologo della moda, alleato e spalla dei costumisti anche
nella fase dell’ideazione, istintivo segugio dell’autentico e ricercatore di
materiali impossibili, tutto per dar vita a quei “figurini” disegnati sui
bozzetti di scena. Dopo il primo spettacolo (una Tosca disegnata da Anna
Anni e diretta da Mauro Bolognini per il Teatro dell'Opera di Roma), nel primo anno di attività la Sartoria
Tirelli realizza i costumi per tre grandi spettacoli di prosa: Tre
sorelle e Il gioco delle parti disegnati da Pier Luigi Pizzi per la
regia di Giorgio De Lullo; Il Giardino dei ciliegi disegnati da
Ferdinando Scarfiotti per la regia di Luchino Visconti.
Nei
decenni l’attività della Sartoria Tirelli si sviluppa principalmente in due
direzioni diverse e complementari: quella tracciata dalla carriera di Pier
Luigi Pizzi, e costellata di costumi per il teatro di prosa e d’opera,
prevalentemente (ma non solo) all’insegna dell'invenzione e della fantasia; e
quella tracciata dalla carriera di Piero Tosi, che si è dedicato di preferenza
(ma non solo) al cinema, nella ricostruzione filologica. Numerose le collaborazioni che l’hanno
vista realizzare i costumi per celebri film, vincitori, in molti casi, di premi
Oscar: da Casanova di Federico Fellini a Momenti di gloria di
Hugh Hudson, da Amadeus di Milos a Cyrano de Bergerac, passando
per L’età dell’innocenza, Il paziente inglese, La leggenda del
pianista sull’oceano, I fratelli Grimm e l’incantevole strega, Marie
Antoinette, solo per citarne qualcuno.
Numerosi,
infine, sono i costumisti cresciuti nella "bottega Tirelli": alcuni di loro hanno raggiunto prestigio
internazionale, come Vera Marzot, Maurizio Monteverde, Maurizio Millenotti (due
nomination per l’Oscar e numerosi premi italiani), Giovanna Buzzi,
Alberto Verso, Carlo Diappi, Carlo Poggioli, Flora Brancatella, Alberto
Spiazzi, Silvia Aymonino, Alessandro Lai, Mariano Tufano e Massimo Cantini Parrini.
E numerosi sono anche i costumisti
stranieri che hanno frequentato e tutt’ora frequentano la Tirelli Costumi,
come Hugo De Ana (regista e costumista dei suoi spettacoli), Sandy Powell,
Claudie Gastine, Ann Roth, Penny Rose, Yvonne Sassinot de Nesle, Françoise
Tournafond, Olga Berluti, Deborah Scott, Jean Philippe Abril, Janty Yates e
tanti altri.
Dopo la scomparsa del suo fondatore Umberto
Tirelli, avvenuta nel 1990, la sartoria ha continuato - e continua tuttora -
attraverso i suoi amici-eredi la prestigiosa attività sotto la guida di Dino Trappetti. Nel simbolo di un’heritage
senza tempo, sigillo di qualità, eccellenza e italianità.
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