Una mostra dal
titolo emblematico “Bailey’s Stardust”, perché, in effetti, proprio
stelle sono quelle immortalate da David Bailey in oltre 50 anni di
carriera e riunite fino al 1° giugno 2014 in una mostra alla National
Portrait Gallery di Londra.
Complice la
curatela dell’artista stesso, è esposta una ricca selezione di fotografie tratte
da due dei più famosi libri
pubblicati dal fotografo - Box of Pin-ups,
una scatola contenente le immagini di personaggi mondani degli anni ’60, e Bailey's Democracy, serie di foto
scattate a chiunque entrasse nel suo studio –, che ritraggono attori, scrittori, musicisti, politici, modelle e
tanti altri volti incontrati nei viaggi in Australia, a Nuova Dehli e nelle
Naga Hills, solo per citarne qualcuno. Dai personaggi della Swinging London
a sconosciuti dell’East End londinese fino ai reportage di viaggio, il mondo
onirico di Bailey si alterna tra notorietà e anonimato, scovando quanto di
interessante vi sia in qualsiasi ambiente e in ogni angolo del mondo.
Particolare
e suggestivo l’allestimento, che conta stanze contrastanti tra loro, come
richiesto dal fotografo:
non vi è da meravigliarsi, quindi, se alcune sale con personaggi noti si
alternano con altre con volti sconosciuti. E così dai visi di Kate Moss,
Francis Bacon, Mick Jagger, Jack Nicholson e molti altri, si passa agli scatti
del documentario fotografico del 1974 in Papua Nuova Guinea o alle immagini
della carestia in Africa Orientale, realizzate a sostegno dell’iniziativa Band
Aid nel 1985. Il tutto nell’ambito di una riflessione concertata su vita e
morte.
Una mostra tanto attesa quanto emblematica
per la città di Londra, dal momento che per gli inglesi Bailey rappresenta un
mito, degno detentore del titolo di Comandante dell’Ordine dell’Impero
Britannico, conferitogli nel 2001 quale riconoscimento per il suo impegno
artistico. E, al contempo, un doveroso tributo a un artista che all’età di 78
anni ha ancora il potere di incantare e affascinare, catturando l’attenzione di
estimatori ma anche di semplici appassionati, vuoi la varietà dei temi da lui
proposti.
Curiosità, anche il titolo Stardust è stato scelto da Bailey, rendendo omaggio
all’omonima canzone composta nel 1927 da Hoagy Carmichael e tanto cara
all’artista.
A corollario della mostra, sponsorizzata da
Hugo Boss, che ha iniziato il suo programma internazionale a sostegno dell’arte
vent’anni fa, la pubblicazione Bailey’s Stardust.
Bailey’s Stardust
National
Portrait Gallery, Londra
Fino
al 1° giugno 2014
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