Fotografo curioso, completo e colto, Alfa Castaldi nella sua carriera professionale ha esplorato
vari generi con grande passione e competenza. Arriva, però, alla fotografia
attraverso un percorso formativo particolare, che vede nello studio della
storia dell’arte e nella presenza di Roberto Longhi - colui al quale va
riconosciuto il merito d’aver rivoluzionato la critica d’arte in Italia -, due
capisaldi fondamentali per lo sviluppo della sua inconfondibile cifra
stilistica.
Giovane brillante, di
origini milanesi, è solito recarsi al Bar Giamaica di via Brera, ritrovo
obbligato per coloro che diventeranno i migliori fotografi di un’epoca: da Ugo
Mulas a Mario Dondero a Carlo Bavagnoli, passando per pittori, scrittori e
giornalisti, è un crocevia di idee, interpretazioni, ispirazioni e visioni che daranno
vita al rinnovamento della cultura milanese.
Alfa Castaldi, da
subito, subisce il fascino della
fotografia, per la quale decide addirittura di abbandonare gli studi d’arte
tradizionali, destinando tempo, risorse ed energie a questa nuova espressione
artistica, tutta da scoprire e apprezzare.
Si dedica dapprima ai reportages nel sud del
l’Italia per poi volare verso Parigi, Londra e l’Algeria, e infine alla moda, declinando
il suo stile in still life, ritratti e sperimentazioni.
Tutto questo – e molto altro ancora – in mostra dal
17 febbraio alla Galleria Carla Sozzani con un’esauriente retrospettiva che indaga gli aspetti meno noti e
più intimi di Alfa Castaldi, complice l’allestimento composto da alcune
immagini di nudo inedite e una sezione personale di fotografie scattate alla
moglie Anna
Piaggi, importante giornalista di moda.
Un omaggio, prima ancora che al fotografo, alla
stessa Piaggi, scomparsa di recente: compagna di vita oltre che musa
ispiratrice, con la quale Alfa Castaldi ha condiviso l’amore per una cultura
autentica, fatta di sane contaminazioni tra discipline assai dissimili, ma
determinanti per contemplare e affinare una visione estetica ricca e multiforme
con la quale approcciare la bellezza nella sua quotidiana straordinarietà.
Proprio per merito di Anna Piaggi, Alfa Castaldi si
avvicina al mondo della moda, dedicandosi appieno fino a diventarne uno dei più
versatili e inventivi interpreti.
Il suo stile si
caratterizza per la ricerca quasi
spasmodica di tutti quei dettagli che spingono l’occhio oltre la mera resa
formale. Alfa Castaldi non si accontenta di riprendere abiti e modelle nel
rispetto dei canoni tradizionali, bensì è
un ricercatore. Di tutta quella meraviglia che non trapela nell’immediato, ma va
colta con una scrupolosa meticolosità, frutto di un esemplare sodalizio tra la
tecnica più sofisticata e la passionale proveniente dall’interiorità. Alfa Castaldi esce dagli schemi pre
condizionati per creare uno stile tutto suo: unico, inconfondibile e irripetibile.
Devoto alla contaminazione tra le arti, nei
suoi scatti rivela l’amore per un’espressione culturale multi sfaccettata, tripudio
di tempi e luoghi diversi, e che trova in una dirompente visione unificante la
validazione della sua ragione d’essere. Alfa Castaldi è proprio questa visione unificante, capace di
raggruppare in sé stimoli ed espressioni, rimandi e suggestioni, dando loro una
nuova interpretazione che conta delle rispettive reminiscenze e, al contempo,
dona uno slancio vitale a una lettura che contempli una singolare e inedita
armonia tra realtà fino ad allora inesplorate.
Correva l’anno 1968 quando, con Anna Piaggi, realizza un servizio a
Praga con gli abiti di Walter Albini,
Ken Scott, Krizia, Jean-Baptiste Caumont, ambientandoli fra monumenti e
dimore storiche come la casa natale di Franz Kafka. E’ la prima volta che un servizio di moda per una rivista italiana
viene realizzato nell’Europa dell’Est.
Negli anni Ottanta svolge, per l’Uomo Vogue, quello
che appare come un reportage antropologico sulle radici popolari dello stile
maschile, la “Compagnia di Stile Popolare”.
Si delinea così nel tempo l’unione sempre più forte
tra moda e analisi del quotidiano, due elementi solo in apparenza
inconciliabili, ma tra i quali Alfa Castaldi riesce a creare un’autentica
sintonia, caratterizzata dalle note dominanti di entrambi e dalla loro
assonanza.
La sua curiosità non ha limiti, tanto da indurlo a
riprendere il "dietro le quinte" nelle redazioni di Donna, Mondo Uomo
e Vanity; il backstage delle sfilate; i pranzi di lavoro tra stilisti, buyers e
giornalisti, ma anche le fasi di produzione delle collezioni; ritratti di
protagonisti del mondo della moda e del design come Giorgio Armani, Laura
Biagiotti, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, le sorelle Fendi, Gianfranco
Ferré, Karl Lagerfeld, Ottavio e Rosita Missoni, Cinzia Ruggeri, Ettore
Sottsass e molti altri. E, come se non bastasse, i graffiti sui muri di
Parigi.
Il suo occhio indagatore si spinge sempre oltre,
non si ferma mai alle apparenze, andando a scovare, nella quotidianità delle
situazioni, l’eccezionalità della cultura e dell’arte. Una sorta di ordinaria meraviglia che enfatizza
come in ogni piccola sfumatura vi sia racchiuso un valore enorme: per
coglierlo, è sufficiente armarsi di curiosità, alimentando lo spirito critico
con cui approcciarsi alla vita intesa in ogni suo piccolo dettaglio e il
desiderio di vedere, sapere e conoscere. Una sete infinita che, conquista dopo
conquista, stimola a intraprendere un nuovo viaggio alla scoperta di tutto
quanto di inesplorato si cela nel mondo e nella società. Nulla è scontato, al
contrario porta con sé un carico di significati per nulla banale, ma
profondamente legato a una super dimensione dove tutto regna e ha ragione
d’esistere.
Uno spirito libero ed eclettico, incapace di
fermarsi o rimanere imprigionato dentro specifici e standardizzati ranghi, ma
sempre devoto alla ricerca: le sue scelte si affinano col tempo, divenendo
sofisticate. Una raffinatezza che non si scorda mai dello scorrere del tempo,
coniugandosi con la sapiente osservazione dei segni della fugacità esistenziale.
Biografia
Alfa Castaldi nasce a Milano nel 1926. Gli
anni ’40 rappresentano il periodo della sua formazione: consegue la maturità al
liceo classico Berchet di Milano e compie studi universitari, senza laurearsi,
presso la facoltà di architettura, sempre a Milano. Decide poi di trasferirsi a
Firenze dove frequenta la facoltà di lettere e filosofia, diventando allievo
dello storico dell’arte Roberto Longhi.
Gli anni ’50 sono quelli delle
frequentazioni del Bar Jamaica, l’ambiente intellettuale e artistico per
antonomasia del quartiere di Brera, dove comincia a svilupparsi il rinnovamento
culturale della seconda metà del ‘900. Proprio in questi anni avviene
l’incontro con la fotografia, di cui rimane folgorato: inizia, così, a
dedicarsi ai reportages e a collaborare con L'Illustrazione
Italiana, Settimo Giorno e Annabella,
pubblicando servizi sulla vita sociale milanese e sui personaggi della cultura
e del cinema. Sulle medesime riviste appaiono anche reportage sul sud italiano,
l'Europa del nord, la Francia e l’Inghilterra.
Nel 1958 l’incontro con la donna che
diventerà, oltre che musa ispiratrice, compagna di vita: Anna Piaggi. Un legame
che rafforza ulteriormente il suo eclettismo e lo avvicina al mondo della moda.
negli anni ’60 collabora con le riviste Arianna,
Linea Italiana e Novità anche
dopo la sua trasformazione in Vogue Italia nel 1966. Un culto per il costume
che lo porta ad ampliare la sua collaborazione con Vogue Italia: servizi,
campagne pubblicitarie e gli appunti fotografici della rubrica intitolata "Box", l'antesignana di "D.P." – le doppie pagine di Anna
Piaggi per Vogue – collage creativi, realizzate accostando frammenti di
carta, tessuti e fotografie di oggetti scattate da Castaldi. Contemporaneamente,
apre il proprio studio a Milano.
Negli anni ’70, pubblica l’immagine degli
hot pants di Krizia, scelta come copertina per il catalogo della retrospettiva
"Krizia, una storia" (1995).
Le sue collaborazioni si infittiscono sempre di più: L'Uomo Vogue,
Vanity, Vogue Bambini, Vogue Sposa, Amica, Panorama e L'Espresso. Un impegno
che non gli proibisce, però, di pubblicare libri come "I mass-moda: Fatti e personaggi dell'Italian look" (1979),
con testo di Adriana Mulassano e prefazione di Anna Piaggi, e "L'Italia della moda" (1984),
con testo di Silvia Giacomoni.
Negli anni ’80, il suo lavoro per Vogue è esposto a Milano con
l’esposizione “20 anni di Vogue Italia
1964-1984”. Nel 1994, L'Associazione fotografi italiani professionisti gli
assegna il premio per la ricerca e gli dedica il libro "Per la fotografia di ricerca: Premio
AFIP/ADCL 1996”. Queste le motivazioni: "Attraverso
un lungo percorso fotografico, Alfa Castaldi diventò una figura chiave della
fotografia italiana degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, restandone al
tempo stesso un consapevole outsider”. Nel 1995 muore a Milano. Tra le sue grandi qualità ricordiamo lo spirito libero e
intellettuale delle origini, un’istintiva curiosità per l’immagine, sense of
humour e un grande piacere personale per la fotografia di ricerca. La storia
della fotografia di moda si era aggiunta, nel corso della sua carriera ai
molteplici interessi culturali e negli ultimi anni era diventata per lui
materia di insegnamento. Rivisitando le immagini dei grandi protagonisti della
fotografia di moda, Alfa sapeva trasmettere ai suoi allievi un patrimonio di
conoscenza, di esperienza personale e di gusto per l’immagine. Le sue analisi
critiche e la sua profonda cultura fotografica sono state, per i suoi giovani
allievi, altrettanti stimoli a portare avanti nuovi messaggi creativi”.
Il suo archivio è raccolto e
conservato dal figlio Paolo presso la Blue Box di Certaldo, in provincia di
Firenze. Le immagini, consultabili all’indirizzo www.alfacastaldi.com, sono una
selezione dalle circa 12.000 immagini archiviate negli ultimi anni.
Alfa Castaldi
fino al 30 marzo 2013
martedì, venerdì, sabato e domenica, ore 10.30 –
19.30
mercoledì e giovedì, ore 10.30 – 21.00
lunedì, ore 15.30 – 19.30
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – 20154 Milano, Italia
tel. +39 02.653531 - fax
+39 02.29004080 - press@galleriacarlasozzani.org
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