Spesso si sente dire che il
dettaglio fa la differenza, attribuendo personalità e insostituibilità. Proprio
in virtù di questa semplice considerazione, nel mondo della moda diviene un
elemento per nulla trascurabile, in grado di contraddistinguere un capo o un
accessorio, conferendogli quell’alone di eternità. Tanto che monsieur Christian Dior era solito asserire “Il dettaglio è importante quanto
l’essenziale. Quando è infelice distrugge tutto l’insieme”. Ecco, pertanto,
che il dettaglio nella storia della moda si è fatto sempre più strada,
consapevole del proprio potenziale pratico e caratteriale.
In questo magico universo, ha
assunto un’importanza indiscutibile il bottone:
elemento funzionale ma, al tempo stesso,
decoro estetico in grado di enfatizzare la cifra stilistica. Una duplice
natura che l’ha proiettato in cima alla lista dei dettagli che non possono essere
trascurati, bensì sono meritevoli di un’attenta e approfondita analisi che
tenga presente l’ispirazione visionaria dello stilista e l’apparenza formale
del capo/accessorio.
Un piccolo occhiello, che per Cristobal Balenciaga non doveva mai
superare la dimensione dell’occhio femminile. Un dettaglio minuscolo, ma carico
di significato e valore, che adesso viene celebrato di diritto con la mostra “Il
bottone. Arte e moda”, visitabile ai Musei Mazzucchelli, a Ciliverghe
di Mazzano (Bs), sino al 30 aprile 2013. Un’occasione
per trasformare il bottone in un piccolo pezzo d’arte nonché in un mezzo per
leggere la storia e i mutamenti della cultura attraverso l’evoluzione della
moda. In tal modo, si crea tra il
bottone e la moda un legame indissolubile, che contempla esigenze meramente
funzionali (l’allacciatura di un capo) ad altre di carattere spiccatamente
stilistico, creando una sorta di corrispondenza tra le sue forme e i suoi
decori e il periodo storico in cui s’inserisce.
Per la prima volta, è esposta la
collezione di bottoni di Franco Jacassi,
che vanta oltre 7000 pezzi, a partire
dal XVIII secolo fino ad arrivare agli anni ’90. La mostra ne ripercorre
così la storia, ponendola in parallelo all’evoluzione della moda. In passato,
infatti, vi erano alcuni marchi di riferimento ai quali si rifaceva il mondo di
mercerie e sarte che riproduceva i pezzi di prestigiose Maison come Chanel,
ponendo grande attenzione alla qualità. Con l’avvento del prêt-à-porter, vi è stata un’inversione di marcia volta a
prediligere la quantità e a scardinare la liaison ispirazionale con le Maison
d’alta moda: la produzione di bottoni, pertanto, percorre la propria strada,
producendo collezioni che vengono vagliate di volta in volta dagli uffici
stile.
Tra i pezzi esposti, pregiati bottoni antichi, pezzi unici
di Eva Sabbatini, le storiche
palline da golf di Hermès, le
tartarughe di Valentino, i bottoni
di Lanvin che riportano il marchio,
quelli intrecciati con fili di seta colorata di Paul Poiret e le eccentriche creazioni di Elsa Schiaparelli.
La mostra, quindi, si pone come un tributo all’Italia e
alla sua prestigiosa filiera produttiva nel settore moda.
Un bottone che assume sempre più versatilità, slegandosi
dalla sua intrinseca natura funzionale, alla volta di un’esaltazione concertata
dei suoi elementi estetici e di stile con i quali adattarsi alle più euforiche
e svariate interpretazioni di moda.
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