Come nelle migliori tradizioni che si
rispettino, arte e moda rivelano di essere due discipline che si attraggono
reciprocamente, sviluppando liaison dagli esiti stupefacenti, a validazione
della loro intima intesa quali espressioni figurative dello stile e
dell’eleganza. Sebbene in modi diversi, infatti, arte e moda attingono alla più
autentica tradizione culturale dell’epoca e/o del luogo al quale si
riferiscono, tramandandone le caratteristiche, i dettami, le ispirazioni, i
valori. Rappresentano, in altre parole, uno studio figurato di un tempo e di
uno spazio, conferendo una sorta di eternità esistenziale.
Nel momento in cui si incontrano,
mostrando in quale misura sono in grado di influenzarsi reciprocamente, dando
l’una all’altra – e viceversa – stimoli e interpretazioni, capisaldi per la mise en place di nuove visioni e chiavi
di lettura della società. Proprio in virtù di ciò, la loro contaminazione
risulta sempre meravigliosamente sorprendente: mai scontata o banale, non passa
inosservata, bensì invita lo spettatore a un’indagine approfondita che si
spinge oltre la mera apparenza formale di abiti e accessori, confermando la sua
ragione d’essere nella più profonda reminiscenza artistica.
Protagonista
ora di un simile occhio d’analisi, la fertile collaborazione tra Madeleine Vionnet e l’artista futurista Thayaht, visibile in una mostra organizzata dalla
Maison Vionnet, in collaborazione con W, negli spazi del Museo Poldi Pezzoli di
Milano, dal 21 al 25 febbraio 2013 in occasione della settimana milanese della moda. Già dal titolo - "Thayaht.
Between art and fashion" – l’esposizione rivela il suo lato
topico, ossia l’indagine tra arte e moda; a corollario, l’allestimento che
conta 61 disegni recentemente acquisiti
e mai esposti nei quali prende vita il lavoro a quattro mani tra Madeleine
Vionnet e Thayaht, al secolo Ernesto Michahelles (1893– 1959), pioniere
dell'industrial design e inventore, tra molte altre cose, della Tuta.
Due vite che in molte occasioni, in
particolare dal 1919 al 1925, hanno avuto modo di incontrarsi: l’artista, infatti, dapprima aveva
realizzato il logo della Maison per poi essere coinvolto in un progetto ben più
ampio e complesso, diventando traduttore visivo e interprete artistico della
stilista. In altre parole, a lui va
il merito di aver riprodotto per anni i capi inventati da Madeleine Vionnet,
che non era solita disegnare ma, piuttosto, lavorare direttamente su un
manichino miniaturizzato alto ottanta centimetri, in prestigiose illustrazioni dallo
stile inconfondibile, molte delle quali pubblicate sulle pagine della Gazette
du Bon Ton, la più sofisticata rivista di moda dell’epoca. Un modo per così
dire antesignano delle recenti campagne di moda su carta stampata e dei moderni
look book.
L’interesse
per la geometria del taglio e la libertà dei movimenti contraddistinguono il
lavoro di Thayaht, che si traduce in un linguaggio visivo unico, togliendo ogni
inibizione e conferendo dinamismo. La moda assume così una
particolare visione, quintessenza di cultura e progresso nonché testimonianza
dell’approccio unico e inconfondibile di Madame Vionnet, devoto alla
liberazione del corpo da ogni costrizione.
Un’heritage
importante, che ancora oggi torna ricorrente in ogni collezione, a dimostrare
che il futuro della Maison non può prescindere dal glorioso passato, anzi, deve
recuperarlo e attualizzarlo.
Si crea, così, una fluida continuità tra
le radici e il domani, passando per un presente fatto di ispirazioni e ricerca.
Una sperimentazione che, doviziosa e puntuale, ripercorre i fasti d’archivio
per rileggerne in chiave contemporanea i dettami immortali. Ancora oggi, la
Maison lavora su manichino, drappeggiando a mano come era solita fare la stessa
Vionnet, che in Thayaht aveva trovato l’artista in grado di interpretare il suo
stile con un senso di movimento e colore.
Oltre ai sessantuno disegni, in mostra anche una particolare creazione
d'archivio, fotografata attraverso una speciale tecnica tridimensionale.
Un’esposizione che sottolinea il programma
culturale di Madeleine Vionnet, volto al recupero delle tradizioni, e, al tempo
stesso, afferma l’importanza del dialogo tra Italia e Francia, veri
protagonisti del presente della Maison, improntato a un futuro che, con
lungimiranza, guarda al passato.
Thayaht. Between art and fashion
Museo
Poldi Pezzoli
Via Gerolamo Morone 8-12, Milano
Dal
21 al 25 febbraio 2013
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