Pitti Uomo 86: sfilate, ma
non solo. Hanno troneggiato, infatti, opening, special event, inaugurazioni di
mostre. Tra queste svetta “90 Years of Excellence and Passion”, esposizione di gioielli realizzata in occasione dei novant’anni di
attività di Damiani, l’unica azienda del settore, tra quelle note a livello
internazionale, ancora in mano alla famiglia del fondatore. A fare da
scenario, la sontuosa sala del Fiorino di di Palazzo Pitti, antica reggia
granducale. Fino al 7 settembre prossimo
sarà possibile ammirare una selezione di oggetti di alta gioielleria: oltre ai
18 pezzi che nel corso degli anni hanno vinto il Diamonds International Award,
considerato l’oscar del gioiello, vi sono una decina di gioielli storici,
scelti tra i tanti che sono stati prodotti, rappresentativi di ogni decennio di
attività.
Da Charleston degli anni ‘20, nel quale il clima d’epoca è
sottolineato da una leggera piuma accessoria, a Cascade, nel quale la
linearità della struttura e l’alternanza dei diamanti bianchi e neri lo
avvicina al modernismo tipico degli anno ‘30. Un decennio difficile come quello
degli anni ‘40 è rappresentato da Legend, un gioiello nel quale la
sagoma corposa si avvicina a quella della ruota elemento meccanicistico per
eccellenza legato ai temi del lavoro.
Tassel, tipico gioiello anni ‘50,
si caratterizza per la sua morbidezza che quasi riprende le forme della
passamaneria. Optical, come il nome suggerisce, è la realizzazione che
identifica gli anni ’60; mentre per i ‘70, con una chiara allusione ai
"figli dei fiori”, viene proposto Bloom. L’opulenza del decennio
successivo porta Damiani a realizzare Tribute, un bracciale bombato nel
quale sono inserite anche pietre semipreziose. Con gli anni ‘90 viene
introdotta la perla in varie nuances e infatti viene presentato Moonshine,
mentre il nuovo secolo è rappresentato da D.Side che trae ispirazione
dalla collezione che Silvia Damiani ha realizzato in collaborazione con Brad
Pitt. Infine Diamantissima, un gioiello double face del 2010 in cui da
un lato compaiono diamanti neri e dall’altra quelli bianchi. Dieci "capolavori” dell’arte orafa che
sottolineano oltre alla creatività italiana anche l’artigianalità e il
"saper fare” che Damiani ha esportato nel mondo.
Tra i gioielli esposti anche
Chakra, un prezioso colier in diamanti e oro bianco che la famiglia
Damiani donerà al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, arricchendo e
attualizzando la collezione che fu dei Medici.
Contemporaneamente sempre a
Palazzo Pitti, a evocazione delle contaminazioni tra moda, stile, cultura e
storia, alla galleria del Costume, rimarrà aperta fino ad agosto l’esposizione “Il manto di corte di Donna
Franca Florio”. L’imponente capo,
recentemente restaurato, fu realizzato nel 1902 da una maison parigina,
presumibilmente dalla Maison Worth, quando Franca Florio divenne dama di corte
della regina Elena. Il manto, in raso di seta avorio damascato e guarnito
da ricamo con canutiglia e paillettes e strass, è posto scenograficamente su
una scala ed evidenzia la finezza e la sontuosità della realizzazione. Figura protagonista della vita elegante e
mondana dell’Ottocento e del Novecento, è attualmente rappresentata nella
selezione espositiva biennale “Donne protagoniste nel Novecento,” attraverso
due splendidi suoi capi: un ulteriore
manto di corte in velluto blu guarnito da cordoncino dorato con nodi Savoia e
l’abito in velluto nero con cui la ritrasse il Boldini.
Affiancano in mostra
l’opera, due splendidi abiti da gran sera entrambi usciti dalla Maison Worth di
Parigi, uno dei quali presenta molta affinità con il manto. Ciascuno dei
tre capi ha richiesto una diversa tipologia di procedimento di restauro; il
manto e l’abito in raso, si presentavano danneggiati a causa dell’intervento di
carica della seta che con il tempo prosciuga le fibre e su cui si è
intervenuti, in parte come nel manto, procedendo ad ago, mentre si è cercato di
riattivare vecchie adesivazioni che interessavano l’abito. Il terzo capo in
tulle ricamato ad applicazione di perline in vetro soffiato, è stato in passato
consolidato ad ago, fissando il tulle originale entro due strati a sandwich di
tulle moderno.
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