martedì 4 marzo 2014

LEISURE_La camicia bianca di Ferré in mostra


















Resterà aperta fino al 15 giugno prossimo la mostra “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré”, organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato e dalla Fondazione Gianfranco Ferré e curata da Daniela Degl’Innocenti per rendere omaggio al talento di una delle figure più significative della moda internazionale.
Concepita con l’intento di mettere in luce la poetica sartoriale e creativa dello stilista, l’esposizione conduce il visitatore, attraverso diverse tipologie di lettura, alla scoperta della camicia bianca, vero e proprio paradigma dello stile Ferré, evidenziandone gli elementi progettuali più innovativi e le infinite – nonché affascinanti - interpretazioni.
Presenza costante che corre come un fil rouge lungo tutta la sua carriera, la camicia bianca è stata definita dallo stesso stilista “segno del mio stile” oppure “lessico contemporaneo dell’eleganza”.
Pensato per dare forza ai diversi linguaggi figurativi con cui l’universo camicia è stato letto, scomposto e rimodellato, il percorso espositivo gioca con la suggestione e la valorizzazione di elementi diversi, a corollario dei capi indossati su manichino: disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini pubblicitarie e redazionali, video e istallazioni.
L’incipit è affidato ad un sistema sospeso di teli su cui scorrono macro immagini dei disegni autografi di Ferré, lampi perfetti che delineano la sua visione creativa e che rappresentano la chiave per accedere all’universo insito a ciascun progetto.
Nel primo ambiente emergono i canoni di costruzione e gli elementi strutturali innovativi della camicia attraverso il fascino inedito di macroistallazioni fotografiche (simulazioni x-ray), che offrono una lettura tecnica e poetica allo stesso tempo di una selezione di capi, restituendo l’impalcatura formale e materica di ciascuna camicia e mettendo in evidenza texture e stratificazioni.
La resa aerea e particolarmente suggestiva di questo linguaggio è frutto di una ricerca tecnica sviluppata in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e realizzata dal fotografo fiorentino Leonardo Salvini. Questo tipo di restituzione fotografica è presentata per la prima volta come chiave di interpretazione dei contenuti di una mostra di moda.
Il cuore della mostra vive nel centro della grande sala successiva, dove le ventisette camicie bianche, piccolo esercito di capolavori sartoriali, testimoniano silenziosamente vent’anni di genialità creativa e progettuale. Esposte rispettando la cronologia della loro nascita, le camicie sono sculture bagnate da luce pensata per consentire al bianco di accendersi in diverse tonalità e alle ombre di fare da contrappunto, per ottenere un suggestivo effetto plastico. Taffetas, crêpe de chine, organza, raso, tulle, stoffe di seta o di cotone, merletti e ricami meccanici, impunture eseguite a mano, macro e micro elementi si susseguono in un crescendo di maestria ed equilibrio.
Ai lati della grande sala espositiva, sono presenti disegni tecnici, bozzetti per le uscite in sfilata, scatti di grandi maestri della fotografia, immagini pubblicitarie e redazionali provenienti dall’Archivio della Fondazione Ferré. Particolare interesse suscitano i disegni originali che illustrano l’incredibile capacità di dare vita ad ogni creazione, sintetizzando tutti gli elementi necessari alla realizzazione del modello: silhouettes, volumi, dettagli,  leggerezza o corposità  della materia,  sono già descritti nel tratto più o meno marcato, elegante e velocissimo.
A chiusura del percorso espositivo, un sistema di macro proiezioni presenta un affascinante montaggio di sequenze delle sfilate più importanti, dal 1978 al 2007.  Le camicie in esposizione prendono così vita: nel gesto studiato e nel movimento elegante delle modelle restituiscono la sensibilità, il gusto e la raffinatezza proprie dell’universo poetico di Gianfranco Ferré.
A corollario della mostra, il libro-catalogo edito da Skira, la cui direzione artistica è di Luca Stoppini, che ha anche reinterpretato le camicie con nuove immagini fotografiche. Il volume che si apre con i saluti di Andrea Cavicchi ed Alberto Ferré, presidenti delle due Fondazioni e presenta poi un testo sulle motivazioni del progetto della mostra, a cura di Filippo Guarini e Rita Airaghi, approfondisce i temi della mostra con il saggio introduttivo di Daniela Degl’Innocenti e gli  interessanti contributi di personaggi e protagonisti dello stile, della moda e dell’architettura italiana quali Quirino Conti, Anna Maria Castro, Margherita Palli, Daniela Puppa e Franco Raggi, che raccontano ed interpretano la visione creativa e progettuale del grande stilista-architetto. Un intervento di Alessandra Arezzi Boza sul significato dell’heritage nelle attività della Fondazione Ferré e una presentazione del museo del Tessuto di Prato e della sua storia chiudono il catalogo.
Per rendere la mostra ancora più esperienziale, è stato messo a punto un vivace calendario di eventi e attività collaterali pensati in relazione ai contenuti espositivi e caratterizzati da una significativa offerta didattica rivolta sia all’alta formazione nel settore della moda sia che alle scuole, agli istituti, ai corsi e alle accademie dei settori design, architettura e arti applicate.

La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré
Fino al 15 giugno 2014
Museo del Tessuto, via Puccetti 3, Prato
Orari: martedì-giovedì 10.00-15.00; venerdì e sabato 10.00-19.00; domenica 15.00-19.00: lunedì chiuso

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