giovedì 24 marzo 2016

ABOUT_Chanel n. 5


Mademoiselle Chanel era solita affermare che una donna senza profumo è una donna senza futuro. Non a caso, forse, mossa da questa radicata convinzione ha dato vita a una delle fragranze che hanno fatto la storia nel mondo delle note olfattive: Chanel n° 5, un mix di conturbanti sfumature, volte ad esaltare la femminilità in un gioco evocato di seduzione e intrigo.
Et voilà! al ritmo di un calibrato alternarsi di percezioni sensoriali, le agrumate note di testa di bergamotto, limone e neroli abbracciano i sensi, per travolgerli in un cuore fiorito di gelsomino, rosa, mughetto e iris e in un successivo fondo speziato di vetiver, sandalo, vaniglia e ambra.
Voluto fortemente dalla lungimirante e determinata Coco Chanel, fu realizzato dal profumiere Ernest Beaux, che, per la prima volta, miscelò essenze naturali e sintetiche – per la precisione, 80 ingredienti differenti, tra i quali l’essenza artificiale di gelsomino -. In tal modo, grazie all’unione di questi due diversi agenti – naturali e chimici - il profumo si poteva sentire molto più a lungo nonostante fosse dosato in minori quantità. Poco incline allo smielato romanticismo dell’epoca – “…non voglio nessun olezzo di rose o mughetto”, asseriva spietata – Chanel scelse di optare per un bouquet provocante, contrariamente alla moda dilagante che voleva l’essenza di un unico fiore. Sulla base di note di muschio e gelsomino – generalmente associate a cortigiane e prostitute – il risultato fu totalmente innovativo: non aveva precedenti, vista la sua natura in parte artificiale; era gradevole ma, al tempo stesso, non riconducibile a nessuna essenza specifica. Innovativo anche nel nome, sull’origine del quale si sono dibattute leggende e digressioni in quantità che hanno portato studiosi e cultori a elaborare infinite teorie, dalle più fantasiose alle più veritiere. Favolistica a parte, la versione più attendibile suppone che Chanel abbia scelto per il suo profumo questo strano nome dopo aver annusato la quinta boccetta d’essenza di prova preparata da Beaux. Al momento di “battezzare” la fragranza, Chanel rispose “Ho lanciato la mia collezione di profumi il 5 maggio, il quinto mese dell’anno, lascerò che questo numero gli porti fortuna”. Pioniera nel campo della profumeria così come lo era stata nella moda, Chanel aveva fatto centro anche con la sua essenza, la quale segnò la strada della produzione industriale profumiera. Per decine di anni, Chanel n° 5 è stato il profumo più venduto in Francia, superato solo nel 2011 da J’adore di Christian Dior.
Intrigante il profumo nel suo articolarsi di note di testa, cuore e fondo, semplice invece la confezione: una normalissima bottiglia da farmacia trasparente, prodotta dalla vetreria Brosse, con un’etichetta minimale bianca e nera. In netto contrasto, quindi, con le elaborate e decorate boccette dell’epoca, in bilico tra il barocco e il rococò, create appositamente per attrarre l’attenzione del cliente. La prima bottiglietta prodotta nel 1919 era più piccola e più arrotondata rispetto a quella conosciuta oggi, la cui produzione iniziò nel 1924. Un cambiamento di rotta resosi necessario nel momento in cui il flacone originale si era rivelato troppo fragile, portando così all’adozione di una forma più squadrata, la stessa giunta sino ai giorni nostri. Contrariamente alla boccetta, il tappo subì negli anni numerose modifiche: originalmente era di vetro; nel 1924 venne sostituito da uno di forma ottagonale, più consono al nuovo design del flacone; nel 1950 fu oggetto di un taglio smussato e di una silhouette più voluminosa; nel 1970 divenne più grande, per poi ridursi nel 1986, rendendo più armoniose le proporzioni dell’intera boccetta.
Divenuto oggetto di culto, il flacone di Chanel n° 5 nel 1959 entrò a far parte della collezione del Museo d’Arte Moderna di New York e, a metà degli anni ’80, venne celebrato da Andy Warhol che, al pari di un’icona di stile e buon gusto, lo raffigurò con l’opera pop intitolata Ads: Chanel.
Prestigioso, conturbante, femminile, questo profumo vantò grandi estimatrici tra cui l’indimenticabile Marilyn Monroe che, in un’intervista nel 1952, ne divenne inconsapevolmente testimonial, affermando che quando andava a dormire indossava solo due gocce di Chanel n° 5. Parole che impressionarono i soldati americani al punto di spingerli a fare lunghe code fuori dai negozi Chanel per aggiudicarsi una boccetta del desiderato profumo da regalare alle fidanzate. Riportata negli anni in numerose varianti, sempre e comunque carica di tutto il suo valore conturbante, questa celeberrima frase venne utilizzata nel 1955 sulla locandina pubblicitaria del profumo, corredata da una foto della diva scattata nello stesso anno da Ed Feingersh. Negli anni, numerose furono le testimonial chiamate a personificare con il loro stile il mood di Chanel n° 5 e, di riflesso, della Maison: Catherine Deneuve, Ali MacGraw, Lauren Hutton, Jean Shrimpton, Carole Bouquet, Nicole Kidman, fino alle più recenti Vanessa Paradis e Audrey Tautou. La stessa Coco Chanel in persona prestò la propria immagine per una pubblicità su Harper’s Bazaar.
Un profumo capolavoro, che divenne nel tempo un vero e proprio oggetto d’arte, complici, senza ombra di dubbio, i magistrali spot pubblicitari firmati dalle più grandi firme creative. Nel 1998 Jacques Helleu e Luc Besson idearono e firmarono, rispettivamente, la storia animata Le Chaperon rouge, moderna rivisitazione di Cappuccetto Rosso in cui una donna ammansiva un lupo, sullo sfondo di una magica Tour Eiffel. Eccellenti le collaborazioni: Milo Manara per lo storyboard e di Patrice Garcia per le scenografie, realizzate all’interno di uno studio di Cinecittà; glamorous la protagonista, la modella Estella Warren; d’autore la colonna sonora, un brano di Danny Elfman tratto dalla colonna sonora del film Edward mani di forbice.
Una tradizione, quella della campagna pubblicitaria d’autore, preservata e perpetuata nel tempo, anche recentemente (2004) con lo spot Eau de Première. Testimonial, un’elegante Nicole Kidman, vestita da Karl Lagerfeld - con un abito nero scollato sulla schiena, dove era esposto un medaglione composto da 687 diamanti a comporre il logo dell’essenza – e intenta a interpretare “l’attrice più famosa del mondo”. Diretto da Baz Luhrmann, lo spot utilizzò la medesima ambientazione del film Moulin Rouge!, riprodotta all’interno dei Fox Studios di Sidney. A corollario, le note sonore del brano Clair De Lune di Debussy, suonato dalla Sidney Symphony Orchestra, diretta da Craig Armostrong.

Ultimo capitolo della saga spot movies Train de nuit, ideato da Jean-Pierre Jeunet e di cui protagonista è una raffinata Audrey Tautou. Magico e misterioso lo scenario - l’Orient Express – così come il profumo: un subliminale invito a lasciarsi andare a una conturbante sinfonia olfattiva, abbandonando i sensi a una fascinosa esperienza profumata.

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