venerdì 12 luglio 2013

ART & CULTURE_35 anni di Jean Paul Gaultier











Tutto parla di Jean Paul Gaultier. E non è un caso, visto che protagonisti sono i suoi talentuosi ed esplosivi 35 anni di carriera nel campo della moda e dello stile universalmente riconosciuti da celebs ed estimatori.
Per celebrare e onorare un simile traguardo, una retrospettiva multimediale itinerante: The fashion world of Jean Paul Gaultier. From the sidewalk to the catwalk. Dal marciapiede alla passerella: un claim che la dice lunga sulle ispirazioni che da sempre hanno contaminato la creatività di Monsieur Gaultier, vantandogli di diritto l’appellativo di enfant terrible (o meglio “ex”, come tiene a precisare lo stesso, cedendo il podio a Heidi Slimane, direttore artistico si Yves Saint Laurent).
In mostra a Stoccolma fino al 22 settembre, è qualcosa di più di una semplice retrospettiva. Esposti oltre 140 abiti, schizzi, costumi di scena, spezzoni di film, fotografie e video: non solo vestiti, corsetti e accessori avanguardistici, ma anche arte, immagini di artisti e fotografi contemporanei che, in scatti celebri oppure inediti, hanno immortalato lo stesso Gaultier, atmosfere, personaggi, stili e simbologie del suo personale fashion world. Andy Warhol, Cindy Sherman, Robert Doisneau, Alice Springs, Richard Avedon, Herb Ritts, Pierre et Gilles, Mario Testino, Mert Alas e Marcus Piggott, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Ellen von Unwerth, Bettina Rheims, alcuni dei nomi che trovano spazio in quest’evento che, a ragion veduta, rappresenta un “oggetto multimediale creativo” (definizione coniata dallo stesso Gaultier).
Tecnologia, moda e scenografia si intrecciano nel segno dell’immagine e del suo culto postmoderno. Provocatorio come le creazioni ospitate, è l’allestimento. La sala d’ingresso è un susseguirsi di manichini parlanti che, schierati come un esercito, accolgono il visitatore. Fra di loro vi è lo stesso Gaultier, che introduce gli spettatori alla mostra. Proiettati sul viso esanime di ciascun manichino, i video con le espressioni facciali di modelli in carne ed ossa. Si procede, poi, con sezioni tematiche, che invitano a una totale immersione nell’estetica visionaria dello stilista: L’Odissea di Jean Paul Gaultier; Il Boudoir; Skin Deep; Punk Cancan; Urban Jungle; Metropolis. Si comincia con un’intro densa di visioni, in cui emergono molti dei temi da lui amati: marinai, sirene, uniformi, vergini, motivi religiosi, gay culture, eros, feticismo, estetica pop, con incluso il suo primissimo abito – mai esposto al pubblico – disegnato nel 1971. Quindi, un balzo all’indietro, richiamando l’antica e infantile fascinazione per merletti e lingerie, che lo avrebbe portato a progettare autentici capi icona, come i due corsetti indossati da Madonna nel 1990, durante il suo Blond Ambition World Tour, mix di romanticismo retro e di seduzione fetish; poi, la dimensione del corpo e l’abito come seconda pelle, laddove la superficie diventa specchio mutevole dell’Io: capi aderenti e sottili, con effetto nude-look (vedi i film di Pedro Almodóvar), come sagome scorticate (Mylène Farmer) o come tatuaggi (Régine Chopinot). E ancora il diabolico ed esaltante mix tra Parigi e Londra, cultura punk ed erotismo, ispirato ai sexy shop di Pigalle, con dettagli come latex, pelle, pizzi e calze a rete in testa ad evocare un’allure da femme fatale incredibilmente chic; per arrivare alla giungla metropolitana che mescola stili, etnie, geografie, linguaggi, culture locali, centri e periferie, per una moda capace di ricomporre frammenti. Infine, la passione per la tecnologia e la fantascienza in una sezione che restituisce il coté più sperimentale e futurista di Gaultier, sviluppato già a fine anni ’70, complici gli input dalla new wave, della house e della techno. Accompagnati dal motto “nulla è stato scolpito sulla pietra nella moda, tutto dipende dai limiti della propria immaginazione”, si percorrono creazioni che sfidano, provocano e interrogano. In uno stile che miscela musica, arte e gay culture e fa da guida in un viaggio che parte dai 70s per arrivare ai giorni nostri.
L’esposizione, curata da Thierry-Maxime Loriot, è stata organizzata dal Museo di Belle Arti di Montréal in collaborazione con Maison Jean Paul Gaultier. Partita lo scorso anno proprio da Montréal, la mostra sta facendo il giro del mondo: dopo le tappe oltreoceano di Dallas e San Francisco, è approdata in Europa, prima a Madrid, poi a Rotterdam e adesso a Stoccolma. Prossimo step, il Barbican di Londra, nel 2014.

The fashion world of Jean Paul Gaultier
a cura di Thierry-Maxime Loriot
fino al 22 settembre 2013
ARKITEKTURMUSEETExercisplan and Slupskjulsplan, Skeppsholmen

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