Tutto parla di Jean Paul Gaultier. E non è un caso, visto che protagonisti sono i suoi talentuosi
ed esplosivi 35 anni di carriera nel
campo della moda e dello stile universalmente riconosciuti da celebs ed
estimatori.
Per celebrare e onorare un
simile traguardo, una retrospettiva multimediale itinerante: The fashion world of Jean Paul
Gaultier.
From the sidewalk to
the catwalk.
Dal marciapiede alla passerella: un claim che la dice lunga sulle ispirazioni
che da sempre hanno contaminato la creatività di Monsieur Gaultier, vantandogli
di diritto l’appellativo di enfant
terrible (o meglio “ex”, come tiene a precisare lo stesso, cedendo il podio
a Heidi Slimane, direttore artistico si Yves Saint Laurent).
In mostra a Stoccolma fino al
22 settembre, è qualcosa di più di una semplice retrospettiva. Esposti oltre 140 abiti, schizzi, costumi
di scena, spezzoni di film, fotografie e video: non solo vestiti, corsetti e
accessori avanguardistici, ma anche arte, immagini di artisti e fotografi
contemporanei che, in scatti celebri oppure inediti, hanno immortalato lo
stesso Gaultier, atmosfere, personaggi, stili e simbologie del suo personale
fashion world. Andy Warhol, Cindy Sherman, Robert Doisneau, Alice
Springs, Richard Avedon, Herb Ritts, Pierre et Gilles, Mario Testino, Mert Alas
e Marcus Piggott, Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Ellen von Unwerth,
Bettina Rheims, alcuni dei nomi che
trovano spazio in quest’evento che, a ragion veduta, rappresenta un
“oggetto multimediale creativo” (definizione coniata dallo stesso Gaultier).
Tecnologia, moda e scenografia si intrecciano nel segno dell’immagine e del suo culto
postmoderno. Provocatorio come le creazioni ospitate, è l’allestimento. La sala d’ingresso è un susseguirsi di
manichini parlanti che, schierati come un esercito, accolgono il visitatore.
Fra di loro vi è lo stesso Gaultier,
che introduce gli spettatori alla mostra. Proiettati sul viso esanime di
ciascun manichino, i video con le espressioni facciali di modelli in carne ed
ossa. Si procede, poi, con sezioni
tematiche, che invitano a una totale immersione nell’estetica visionaria dello
stilista: L’Odissea di Jean Paul Gaultier; Il Boudoir; Skin Deep; Punk
Cancan; Urban Jungle; Metropolis. Si
comincia con un’intro densa di visioni, in cui emergono molti dei temi da lui
amati: marinai, sirene, uniformi, vergini, motivi religiosi, gay culture,
eros, feticismo, estetica pop, con incluso il suo primissimo abito – mai
esposto al pubblico – disegnato nel 1971. Quindi, un balzo all’indietro, richiamando l’antica e infantile fascinazione
per merletti e lingerie, che lo avrebbe portato a progettare autentici capi
icona, come i due corsetti indossati da Madonna nel 1990, durante il suo
Blond Ambition World Tour, mix di romanticismo retro e di seduzione
fetish; poi, la dimensione del corpo e
l’abito come seconda pelle, laddove la superficie diventa specchio mutevole
dell’Io: capi aderenti e sottili, con effetto nude-look (vedi i film di Pedro
Almodóvar), come sagome scorticate (Mylène Farmer) o come tatuaggi (Régine
Chopinot). E ancora il diabolico ed esaltante
mix tra Parigi e Londra, cultura punk ed erotismo, ispirato ai sexy shop di
Pigalle, con dettagli come latex, pelle, pizzi e calze a rete in testa ad
evocare un’allure da femme fatale incredibilmente chic; per arrivare alla giungla metropolitana che mescola
stili, etnie, geografie, linguaggi, culture locali, centri e periferie, per una
moda capace di ricomporre frammenti. Infine, la passione per la tecnologia e la
fantascienza in una sezione che restituisce il coté più sperimentale e
futurista di Gaultier, sviluppato già a fine anni ’70, complici gli input dalla
new wave, della house e della techno. Accompagnati dal motto “nulla è stato
scolpito sulla pietra nella moda, tutto dipende dai limiti della propria
immaginazione”, si percorrono creazioni che sfidano, provocano e
interrogano. In uno stile che miscela musica, arte e gay culture e fa da
guida in un viaggio che parte dai 70s per arrivare ai giorni nostri.
L’esposizione, curata da
Thierry-Maxime Loriot, è stata organizzata dal Museo di Belle Arti di Montréal
in collaborazione con Maison Jean Paul Gaultier. Partita lo scorso anno proprio
da Montréal, la mostra sta facendo il giro del mondo: dopo le tappe oltreoceano
di Dallas e San Francisco, è approdata in Europa, prima a Madrid, poi a
Rotterdam e adesso a Stoccolma. Prossimo step, il Barbican di Londra, nel 2014.
The fashion world of Jean Paul Gaultier
a cura di Thierry-Maxime Loriot
fino al 22 settembre 2013
ARKITEKTURMUSEET
Exercisplan and
Slupskjulsplan, Skeppsholmen
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