Rendere la moda ogni volta speciale, non scontata, innovativa nelle sue
forme ma autentica nei contenuti. Un compito arduo e per nulla immediato, che solo
la maestria, l’heritage e il culto del bello possono aiutare a realizzare. Una
moda tutta da percorrere, ispirata da tomaie, punte, plateaux, tacchi: gli
elementi che definiscono l’identità di una scarpa. Di una scarpa Casadei.
Un marchio che da 50 anni si propone sulla scena dello stile con idee
forti e creazioni inconfondibili, che si fondano sull’eccellenza qualitativa e
sull’abilità manuale, fattori che tanto sanno di made in Italy. Modelli attuali nonostante gli anni che passano, entusiasmanti e
grintosi, femminili e sensuali, ma, al tempo stesso, eleganti e di gran classe.
Originali, coraggiosi e sperimentali, quintessenza di tradizione e innovazione,
artigianalità e ricerca. Le scarpe Casadei sono creazioni dall’elevato contenuto progettuale e dalla
spiccata vocazione creativa, in un perfetto bilanciamento di razionalità e
irrazionalità. Non si tratta di modelli gridati e ostentati, nonostante la loro
unicità stilistica, bensì di irrinunciabili
oggetti del desiderio, pezzi da collezionare e indossare. Le forme studiate nel dettaglio trovano un
valido alleato nella qualità dei materiali utilizzati e nell’innovazione delle
tecniche di lavorazione: non è un caso, quindi, se spesso le textures
naturali di pelle o camoscio, coccodrillo o pitone, sono ludicamente combinate
a gomma, plastica, plexiglas o nylon. Oggetti unici nel loro genere,
riconoscibili e indimenticabili anche per l’originalità
estrema dei colori, dei patterns, delle liaisons cromatiche e di materiali;
oggetti griffati che si spingono oltre
il valore effimero della marca, caricandosi di tutte le implicazioni
simboliche, che evocano suggestioni ed emozioni, nonché delle componenti più
tangibili come la qualità artigianale di
applicazioni e ricami. Un’estenuante ricerca stilistica che sottende
insolite alchimie, armonie e connubi di ispirazioni, idee e soluzioni.
Nel tempo, le scarpe Casadei hanno tratto suggerimenti
dalla quotidianità delle situazioni, proponendosi come inseparabili
compagne di viaggio di contesti che contemplano diversi tipi di eleganza e
femminilità, di seduzione e di glamour. Esplorarne
l’universo è come compiere un volo pindarico nella storia della calzatura:
si passa dai leggerissimi sandali di
vitello verde oliva con un tacco sottile a rocchetto di fine anni ‘50 alle francesine o ai mocassini con alte
platform ricoperte in tessuto ricamato dei primi ’70; dalle décolletées in pelle argentata con
fibbia rotonda di metallo martellato e tacco basso a campa del1968 agli stivali "scomponibili" alti
sopra il ginocchio del 1976; e ancora, dai sandali
di tulle a pois irregolari di velour policromo con bordure e alto tacco a
cono di pelle dorata del 1981 alle décolletées
in pitone laminato e lavorato a canestro del 2007; dalle slanciate policrome décolletées con
tomaia e tacco completamente ricamati di paillette della collezione
Primavera-Estate 1992 agli stivali in
camoscio con inserti di plastica trasparente e tacco di plexiglas dell’Autunno-Inverno
2006-2007.
Tutto ha inizio con i sandali, prodotti inizialmente a tempi record per
le signore in vacanza sulla Riviera Adriatica. A questi ben presto si sono aggiunte le platform: di derivazione Swinging London, in men
che non si dica sono diventate di gran tendenza, complice la moda unisex dei
pantaloni a zampa d'elefante, ispirando una vasta serie di modelli nelle
collezioni a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. Si sono poi evolute nella versione plateau, assumendo prerogative
estetiche e tecniche sempre più' straordinarie e divenendo un elemento
ricorrente delle collezioni Casadei. Gli
anni ’80, invece, vedono il debutto dello stivale ma soprattutto della
décolleté. Caratterizzata per l’estrema leggerezza, nasce per adattarsi con
grazia e sensibilità al piede femminile. Non
si tratta, quindi, di una scarpa semplicemente sexy, bensì di un modello comodo
e confortevole. Le sue rivisitazioni stilistiche sono innumerevoli, frutto
di interpretazioni che non mancano mai di guardare alle evoluzioni sociali: i
tacchi sono nelle forme più diverse, sempre e comunque alti e originali,
ricoperti di strass, pregiati tessuti francesi d’abbigliamento, plastiche o
ricami, che negli anni ’90 diventano di vero corallo.
L’esclusività del prodotto è il fil rouge che da sempre guida la
produzione Casadei e porta alla creazione di veri e propri capolavori, impreziositi da
particolari decorativi sontuosi, come nastri e fori in pelle o pelliccia
colorata, pave' di Swarovski, broches gioiello, oblo', occhielli, lingue di
metallo, o, altrimenti, improntati da affascinanti dettagli strutturali, come
la schiena bombata o fusa al fondo della scarpa e trasformata in un plateau
ammortizzante (modelli per la Primavera-Estate 2008).
Correva l’anno 1958: Casadei nasce in un piccolo laboratorio di San
Mauro Pascoli, dove Quinto e Flora Casadei creano la prima collezione di
sandali destinati ai turisti che frequentano la Riviera italiana. È il momento
del boom economico e del miracolo del Made in Italy: in dieci anni, il
laboratorio si trasforma in una piccola azienda altamente specializzata in
calzature che esporta in Germania e negli Stati Uniti.
Negli anni ’70 lo
sviluppo continua, complici le prime campagne pubblicitarie, le esportazioni in
Giappone e l'apertura della prima boutique monomarca a Bruxelles (1977). Gli
anni ‘80, invece, vedono consolidarsi i mercati internazionali, Medio Oriente
in primis.
Negli anni ’90 vi è il passaggio di testimone con le nuove generazioni e
l’ingresso di Cesare Casadei, figlio di Quinto e Flora, come direttore creativo
del marchio. Egli rappresenta il trait d’union tra gli inimitabili artigiani
del made in Italy e i manager e i creativi che hanno il compito di portare
questo patrimonio verso l’internazionalizzazione.
Gli anni Zero proseguono con la crescita del marchio e il consolidamento
delle radici italiane: pellami, colori e modelli vengono realizzati in
esclusiva con fornitori dedicati; il processo di produzione diventa un gioiello,
un patrimonio impossibile da imitare; nel frattempo, si procede con il processo
di modernizzazione della distribuzione e della comunicazione. I fatturati
crescono e le aperture di boutique monomarca si succedono in serie.
Le
celebreties fotografate con creazioni Casadei ai piedi, consolidano il marchio
nell'immaginario del fashion system, enfatizzandone i caratteri di prestigio e
esclusività. Allo stesso tempo, i migliori talenti della fotografia (tra i
quali Nick Knight, Mario Testino, Javier Vallhonrat e Raymond Meier) firmano le
campagne pubblicitarie. Ellen von Unwerth, invece, immortala i 50 anni del
marchio, nel 2008, con un libro e una mostra che ripercorrono tutti i momenti
che hanno reso possibile questo miracolo di stile.
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