Per Gianfranco Ferré
la camicia ha sempre rappresentato un’inconfondibile cifra stilistica, capace
di trasmettere, con la semplicità delle forme e la linearità del taglio, il suo
stesso concetto di moda, ossia logica, metodo, sistema. Nel lessico
contemporaneo dell’eleganza, lo stilista amava pensare alla camicia bianca come
a un termine di uso universale,
soggetto, però, alla libera interpretazione di ciascuno di noi. Ecco,
quindi, emergere la doppia funzione della moda: suggerire stili e tendenze e
stimolare, al contempo, il gusto personale nell’interpretazione dei dictat. La blusa bianca assolve appieno questo
ruolo, svelando di volta in volta le sue mille identità: lunga e fluttuante,
impeccabile e severa, sontuosa ed elegante, aderente e strizzata. In ogni
caso, esalta la femminilità in modo naturale e raffinato, complice il suo
rigore essenziale: garbata ma
determinata, incornicia il viso e scolpisce il corpo, trasformandosi in una
sorta di seconda pelle. Glamour e poesia, slancio e passione, novità e
tradizione sono le sue note essenziali, sulle quali di declina lo stile della
donna Ferré: giovane, volitiva, indipendente, che esprime sé stessa attraverso
l’abbigliamento e non viceversa.
Innumerevoli
le interpretazioni proposte dall’architetto della moda italiana, che era solito
proporre in ogni collezione originali rivisitazioni. Una delle più celebri e
recenti in ordine di data, è una creazione autunno/inverno 2005/2006 che
proprio alla camicia bianca guarda per trarre spunto per il lungo abito con
cintura ancora oggi indimenticabile.
Preziosi
i materiali – taffetas e organza di seta, tulle di nylon, passamaneria a
puntine di cotone – così come le lavorazioni, quintessenza di nervature e
plissettature.
Nella
sua magnificenza, l’abito si caratterizza per il taglio a vita alta sul davanti
e bassa sul dietro,
l’apertura nella parte anteriore e l’abbottonatura solo nel busto. Il corpetto,
per l’appunto, è a camicia di taffetas doppiato, con colletto, spalle dritte e
maniche lunghe a giro; i polsini doppi presentano un sormonto a punte bordato
di passamaneria. Nella parte anteriore delle spalle, alla nuca e
sulla sommità delle maniche il modello è decorato con piccoli gruppi di
nervature. Sul fronte del giro vita è applicato un volant formato da due balze
arricciate, che si dimezza in corrispondenza dei fianchi. Solo la parte
inferiore completa la circonferenza del vestito, in modo da allungare la
schiena liscia della camicia.
L’ampia gonna è formata da una sottogonna di
tulle e organza, tagliata in quattro teli svasati con breve strascico su cui
sono applicati volants di taffetas di misura e lavorazione diversa, orlati a
sopraggitto. Attorno ai fianchi è cucita una balza liscia, cui seguono sei
volant alternativamente plissettati in alto o in basso. Questa alternanza crea
un effetto decorativo di contrasto fra le parti lisce e quelle pieghettate.
Il
modello è completato da una cintura - bustier marrone di pelle opaca, foderata di
pelle liscia, allacciata con due lunghi cordoni intrecciati che terminano con
due nappe e decorata con un inserto centrale di rettile, con due fiori
tridimensionali di pelle buccia d’arancia e con ricami a rilievo che disegnano
un motivo ad intreccio. Gli orli e le cuciture dell’inserto sono sottolineati
da una lavorazione incrociata di striscioline di pelle lucida marrone
brillante; mentre alle estremità della cintura, sono applicate due cocche
pendenti di striscioline di pelle opaca.
Un modello prezioso e d’impatto scenico, che trae ispirazione dal
folklore argentino del popolo delle pampas e dalla suggestione creata dalle
danze tradizionali di quel paese. Il fruscio creato dalle balze di taffetas plissettate
diviene un suono irresistibile e seducente, in grado di esaltare la femminilità
e catturare sguardi e attenzione.
Questo modello segna l’inizio di una produzione di abiti da sera
sempre più raffinati, lussuosi e artigianali: proprio la stagione
autunno/inverno 2005/2006 segna l’inizio del Progetto Special Order, una
formula che prevede la realizzazione su misura dei modelli più importanti e
preziosi presentati in sfilata: un ulteriore passo nell’avvicinamento del
prêt-à-porter alla sartoria di alta moda, così da soddisfare la fascia di
clientela più esigente e di rispondere alle richieste del mercato del lusso.
Gli abiti di Gianfranco Ferré sempre più sono delle vere e proprie “architetture
tessili”, dove la forma incontra la materia sotto l’egida della mano del
creatore. Al corpo femminile il compito di renderli vivi con uno slancio vitale
del tutto personale, armonia perfetta di emozione, vitalità ed eleganza.
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